È una scelta ben precisa, ponderata quella che ha finora indirizzato la traiettoria aziendale della Next, azienda con quartier generale a Sant’Ippolito, in provincia di Pesaro e Urbino. Pur venendo gratificata, sia dal lato del fatturato che da un punto di vista più legato alla qualità, dal grande apprezzamento manifestato da una clientela internazionale, l’impresa marchigiana – 6,2 milioni di euro di fatturato nel 2021 a fronte di 15 dipendenti – ha deciso da tempo di non apparire in prima persona nel mondo dell’arredo, limitandosi a fornire a committenti qualificati i propri prodotti. Un ruolo sostanzialmente inquadrabile come contract, che la Next ha svolto fino al 2007 per la grande distribuzione, per poi abbandonare questa dimensione commerciale e rivolgersi a realtà come Natuzzi, B&B, Knoll ed altre, lavorando fianco a fianco con importanti architetti.
“La decisione di restare in seconda battuta la presi io parecchi anni fa e per ora, a meno che mio figlio Lorenzo in un futuro prossimo non decida altrimenti, dovremmo continuare su questo solco – spiega Oliviero Battaglini, titolare della Next (nella foto in alto con il figlio Lorenzo) –. Mi ero reso conto che stare sul mercato in maniera diretta non andava bene e che se rimanevi a metà del guado non eri nessuno. In più ho preferito evitare rischi eccessivi, scelte che hanno comunque pagato. Non sappiamo cosa sia una banca, infatti: siamo sempre stati capaci di andare avanti solo con le nostre forze”.
Più di qualche problema si è invece presentato negli ultimi anni, complice la pandemia generata dal Covid-19 e i successivi aumenti indiscriminati dei prezzi di energia e materie prime. “I costi di ferro e rame, per esempio, si sono impennati fino a crescere del 300%. E se si pensa poi che la maggior parte del ferro che utilizziamo anche all’estero arriva da Mariupol, l’attuale epicentro della guerra in Ucraina, il quadro d’insieme non può certo essere positivo – sottolinea Battaglini –. Oltre a questo abbiamo tir carichi di multistrato di betulla per le doghe dei letti bloccati in Bielorussia, mentre per far arrivare l’ecopelle dalla Cina con i container, se un anno fa servivano 2.500 dollari ora siamo sui 16.500. Ed in genere tutti i tipi di trasporti sono cresciuti di prezzo, aspetto pesante da mandare giù soprattutto quando c’è la necessità di spostare merci in paesi lontani”.
Arrivata alla quarta generazione con l’entrata in azienda di Lorenzo Battaglini – ora amministratore delegato –, la Next, dopo la crisi del 2008, ha pensato bene di esternalizzare buona parte delle lavorazioni e ridurre così i costi fissi. “Intorno a noi vedevamo morire imprese su imprese e abbiamo creduto fosse meglio cambiare qualcosa nel nostro modo di fare. Ridimensionata la produzione, considerato che in precedenza avevamo 250 dipendenti e 55mila metri quadri di capannoni coperti, ci siamo spostati anche in Albania e Veneto sempre nella veste contract”, chiarisce il titolare dell’azienda di casa a Sant’Ippolito.
Rallentata dalla guerra in Ucraina, la produzione non ha invece pagato dazio nel periodo più pesante della pandemia. Numeri in crescita, anzi, che hanno certificato una fase sicuramente espansiva per l’impresa marchigiana. “Durante il lockdown, dopo una certa paura iniziale, ci siamo resi conto che la gente, dovendo rimanere forzatamente a casa ha iniziato a comprare sempre più mobili. Così a noi il lavoro è aumentato invece di diminuire. Adesso, però, le bollette stratosferiche hanno, di conseguenza, fatto aumentare i nostri costi, che non siamo riusciti a spalmare sui prezzi vista la congiuntura economica. E il rischio concreto è che alla fine la corda si spezzi”.
Finito di consegnare ad un grande albergo di New York, in questo periodo l’azienda guidata dai Battaglini è concentrata su lavori per hotel di Roma e Bordeaux, oltre che sulla campionatura per clienti di Singapore. “Per il futuro ci stiamo guardando attorno. Proveremo a diversificare ulteriormente, sfruttando pure la partnership iniziata con Extra Ordinario, team specializzato nell’interior design. Avremo più ordini di quanti possiamo evaderne, ma aumentando le collaborazioni esterne contiamo di farcela. L’importante sarà riuscire, ancora una volta, a non far crescere più di tanto i costi fissi perché la ritengo una dinamica pericolosa. Next ha chiuso il 2021 con un discreto utile e intendiamo continuare su questa strada”, conclude Oliviero Battaglini.