Il periodo del lockdown e l’attuale situazione di pandemia legata al Covid-19 hanno mostrato la vulnerabilità del nostro sistema socio-economico, moltiplicando le distanze sociali e amplificando le disuguaglianze.
Ma come la storia spesso ci insegna, i periodi di estrema difficoltà portano con sé delle opportunità. Una più attenta consapevolezza riguardo ai valori della vita, l’importanza di intervenire concretamente e collaborativamente per rispondere alle più urgenti istanze ed esigenze della società civile e dei territori. Sono solo alcune delle lezioni etiche da poter trarre da questo difficile periodo.
Molte di queste esigenze sono state colte dalle nostre imprese, le quali hanno saputo rimodulare la propria attività, fornendo al Paese un contributo importante in termini sociali ed economici. Le aziende hanno saputo reinventarsi, mantenendo forte la motivazione e la capacità di intraprendere azioni cruciali per superare il momento di crisi e tornare più sostenibili di prima.
Perché è proprio la sostenibilità e il ruolo sociale delle imprese e degli imprenditori l’elemento su cui va puntata l’attenzione in questo momento così complesso. Una responsabilità che significa attenzione alle persone, resilienza e solidarietà, driver di azione e crescita comune che devono permeare le strategie da intraprendere per un futuro più equo e sostenibile.
La pandemia ci ha invitato ancora di più a riflettere sulle componenti fondamentali del benessere, sull’importanza di perseguire un modello di sviluppo capace di coniugare sostenibilità e produttività, benessere economico e sociale, puntando alla ripresa del nostro Paese.
Come Anima per il sociale nei valori d’impresa, associazione di imprese e di professionisti che credono nella sostenibilità quale asset strategico per la competitività delle imprese e del sistema paese, abbiamo riflettuto in questi mesi su cosa poter fare in una fase così difficile e la risposta è arrivata direttamente dall’osservatorio straordinario di persone, imprese e associazioni non profit che costituiscono il nostro network.
Alle nostre aziende è stato chiesto di raccontare e condividere con l’associazione tutte le iniziative poste in essere durante l’emergenza. Abbiamo quindi deciso di valorizzare queste progettualità, raccogliendo e analizzando le buone pratiche, un ventaglio di iniziative strettamente collegate tra loro e legate dal filo comune della responsabilità sociale d’impresa.
Ancora di più quest’anno poi, in piena pandemia legata al Covid-19, abbiamo ritenuto importante organizzare il Premio Anima, che ogni anno intende sensibilizzare le imprese, le istituzioni e l’opinione pubblica sull’importanza della crescita di una coscienza etica, attraverso l’arte e la cultura, nelle loro diverse forme di espressione.
In un anno così particolare, questa XIX edizione – che si terrà il 5 ottobre sulla Terrazza Caffarelli in Campidoglio, in forma strettamente riservata ai protagonisti della manifestazione – vuole essere un segnale di ripartenza per il Paese, un messaggio di speranza e allo stesso tempo un tributo alla mobilitazione straordinaria di artisti, intellettuali e imprese che si è avuta durante il periodo della pandemia, non solo nel lockdown.
È naturale che la pandemia abbia profondamente influenzato la scelta delle candidature ed è certamente la tematica che fa da filo conduttore a molte delle categorie del premio di quest’anno, ma la Giuria e il Comitato hanno scelto di non limitare l’attenzione a questo unico argomento.
Questa edizione vuole essere infatti anche un’occasione per riflettere sul ‘Futuro’, sul tipo di Paese che vogliamo costruire e che intendiamo lasciare in eredità alle prossime generazioni, un Paese fondato su valori quali sostenibilità, responsabilità, rispetto e solidarietà, imprescindibili per la crescita e lo sviluppo.
(L’autrice è anche vice presidente Unindustria con delega al Centro Studi)