L’orgoglio per la terra che li ospita, la capacità imprenditoriale di reinventarsi e soprattutto un cuore grande. Alla Dimar Group c’è tutto questo, un gioiello della manifattura italiana che ha saputo conquistarsi commesse con i marchi più ricercati della moda, senza perdere il proprio animo.
La storia della Dimar Group nasce proprio a Valentano, in provincia di Viterbo, dove ha saputo far nascere un eccezionale polo della pelletteria grazie all’intuizione del presidente Angelo Cionco e dell’amministratore delegato Fabio Martinelli, rappresentando un esempio ancora più virtuoso. “Tutto inizia nel 1983 – ricorda Martinelli – e il primo merito è di Angelo e della moglie Patrizia. Prendendo esempio da ciò che avevano visto a Piancastagnaio, dove la sorella di Angelo aveva spostato il titolare di una pelletteria, decisero di tentare la stessa avventura anche a Valentano. Io ero poco più di un ragazzo e andai a lavorare come apprendista nella sua bottega al centro storico”. Le cose vanno bene, Cionco apre uno stabilimento nella zona industriale e Martinelli si mette in proprio: entrambi, amici ma anche concorrenti, iniziano a lavorare per le grandi griffe della moda internazionale.
La svolta arriva a cavallo tra gli anni Novanta e Duemila, quando capiscono che solo mettendosi insieme possono crescere e diventare un punto di riferimento internazionale. Continua Martinelli: “Nel 1999 le nostre due aziende si uniscono e nasce la Dimar srl, oggi Dimar Group Spa e piano piano riusciamo a lavorare in maniera diretta con le grandi griffe. Non esisteva nessun motivo per cui le griffe dovessero produrre a Valentano, qui non c’era manodopera specializzata e l’abbiamo formata noi piano piano. Per questo, per continuare a crescere, nel 2012 abbiamo deciso di aprire un secondo stabilimento a Teramo, dove già esisteva una tradizione di lavorazione della pelletteria”.
Dal 2017 inizia un’ulteriore fase di cambiamento e sviluppo, con l’ingresso di nuove professionalità manageriali dall’esterno, a partire da Maurizio Savioli, che hanno portato l’azienda ad avere circa 370 dipendenti (metà a Valentano) e un fatturato che nel 2019 è stato di 44 milioni di euro, numeri davvero impressionanti per la Tuscia.
Moltissime sono le aziende dell’indotto, guidate spesso da ex dipendenti, cresciute grazie a Dimar Group. Spiega Martinelli: “Quest’anno il nostro fatturato calerà di circa il 35% a causa del coronavirus, in linea con i cali del settore a livello mondiale: se i turisti non viaggiano ovvio che non comprano nei negozi dove si vendono le borse di lusso. Ciononostante, anche grazie ai meccanismi di flessibilità, abbiamo conservato tutta la nostra forza occupazionale su cui abbiamo ulteriormente investito in termini di formazione con la creazione della nostra Corporate University, nella speranza di recuperare anche parte di quella dei fornitori esterni alla ripresa del mercato nel 2021. Dimar Group durante il lockdown ha aperto anche una divisione medicale per la produzione di mascherine chirurgiche di classe II CE, per dare seguito industriale alle tante forniture realizzate in maniera gratuita alla Asl di Viterbo, ai Comuni, alle associazioni”.
Oggi Dimar Group è un’azienda proiettata nel futuro, con innovazioni di produzione grazie ad Industria 4.0 e all’adesione strategica ai principi della lean production, che puntano moltissimo sul capitale umano e con un occhio attento all’ambiente.
In collaborazione con l’Università della Tuscia, con la quale ha già altre partnership, dagli scarti di lavorazione è nato il progetto “Proper Effect” che prevede il riciclo delle pelli e di altri materiali nella produzione per realizzare un pannello isolante e insonorizzante per il mondo dell’edilizia. Il progetto è portato avanti con enti di ricerca e università e guarda all’economia circolare e alla sostenibilità. Economia circolare allo stato puro. “Abbiamo sempre cercato di dare il meglio in ogni situazione – conclude Martinelli – affidandoci ai nostri principi cardini: sincerità, trasparenza, educazione, esempio, ascolto e coerenza”.