La Costa d’Avorio cresce, come ci conferma l’Ambasciatore Arturo Luzzi, e, grazie anche al Piano nazionale di sviluppo varato dal governo, ha avviato una serie di investimenti in settori chiave, quali infrastrutture e costruzioni, agricoltura ed energia.
L’Italia lavora per rafforzare le relazioni con il paese dell’Africa occidentale e con questo scopo dal 2020 l’Agenzia Ice ha attivato una presenza ad Abidjan, presso l’Ambasciata d’Italia. Gli operatori locali attivi nei settori sopracitati sono stati, ad esempio, coinvolti in numerose missioni in Italia in occasione di fiere specialistiche (Eima, Macfrut, Mce Expocomfort, HoMi, Ecomondo, per non citarne che alcune), così come in attività di formazione. “Il Forum Italia-Costa d’Avorio del giugno 2022 – si legge in una nota dell’Ice – ha coinvolto le maggiori associazioni italiane dei settori focus”, mentre nel 2023 per la prima volta l’Italia ha partecipato con un proprio padiglione al Salone dell’Agricoltura e delle risorse animali, che rappresenta la principale fiera dell’Africa occidentale.
Infine, si legge ancora nella nota, “dal 2022 Ice ha attivato ad Abidjan una Antenna presso la Banca Africana di Sviluppo (AfDB), con l’obiettivo di assistere le aziende italiane affinché possano inserirsi con maggiore efficacia nei progetti finanziati dalla Banca su tutto il continente africano.
Ma come si trovano gli imprenditori italiani in Costa d’Avorio? Lo abbiamo chiesto a un paio di loro, associati a Confindustria Assafrica & Mediterraneo. Il primo è Robertino Vissani, Ceo di Villa Spada, divisione di Vissani Casa, azienda storica del settore dell’arredamento con base nelle Marche, in uno dei più importanti distretti industriali d’Italia. Specializzata in progetti residenziali, arredamento contract e progetti chiavi in mano, Villa Spada conta 20 dipendenti e raggiunge i due milioni di euro di fatturato. Il secondo è Iacopo Meghini, Ceo di Metalmont, azienda di Treviso specializzata nella costruzione di macchinari per il trasporto e lo stoccaggio di prodotti agricoli con 30 dipendenti e un fatturato complessivo di circa cinque milioni.
VISSANI: “OCCORRE MOLTO IMPEGNO MA SI POSSONO AVERE GRANDI SODDISFAZIONI”
Lavoriamo in Africa da qualche anno, il lavoro nel continente è in crescita e finora abbiamo avuto accesso ai progetti che abbiamo realizzato grazie al nostro consolidato network internazionale di business relations. Il progetto Hospitality che stiamo seguendo in Costa d’Avorio, ad Abidjan, è piuttosto grande e riguarda tutti gli arredi custom di un Novotel e di un complesso di Adagio Apartments, con ristorante e vari bar all’interno della struttura. Stiamo lavorando a questo progetto da due anni e siamo alla fase di montaggio degli arredi sul posto.
Le difficoltà sono tante e non sempre di facile soluzione, ma direi che il problema principale è dialogare contemporaneamente con una molteplicità di player da tutto il mondo, con culture e modalità di lavoro molto diverse tra loro: proprietà, contractor, architetti, fabbriche, forza lavoro e società di hotel management, qui nello specifico il gruppo Accor.
La Costa d’Avorio, come buona parte dell’Africa, è un luogo di grandi sfide, ma anche di opportunità. Si ha l’occasione di lavorare a progetti di dimensioni importanti, che richiedono molto impegno ma che possono portare grandi soddisfazioni.
MEGHINI: “SERVE UNA VISIONE A MONTE, È FONDAMENTALE CONFRONTARSI CON CHI GIÀ OPERA NEL PAESE”
Le nostre macchine vengono utilizzate per la meccanizzazione degli impianti di stoccaggio dei cereali, contribuendo a migliorare la conservazione dei cibi. Nei paesi in via di sviluppo le perdite alimentari sono legate alla mancanza di tecnologie per la corretta conservazione dei prodotti agricoli e in Costa d’Avorio, ad esempio, lavoriamo con il mais, il riso, ma anche le fave di cacao.
La nostra esperienza aziendale nel paese muove i primi passi nel 2016, un po’ per caso. All’epoca si trattava semplicemente della vendita di forniture e l’attività rimase, nei numeri e nelle percentuali, un mero export per diversi anni. Sin dal mio ingresso in Metalmont, nel 2018, avevo sempre avuto una visione diversa, puntando a una presenza più strutturata e attiva. Un importante sviluppo in tale senso è avvenuto nella primavera del 2022 quando, grazie a Confindustria Assafrica&Mediterraneo, organizzammo una visita in azienda per l’Ambasciatore ivoriano a Roma, in occasione della sua visita alla Biennale di Venezia. L’incontro andò molto bene e fu la base per una forte collaborazione tra Metalmont e l’Ambasciata stessa. Nel giugno del medesimo anno, accompagnati dall’Ambasciata ivoriana, ci siamo recati in Costa d’Avorio, incontrando diverse personalità istituzionali e in particolar modo un ente che funge da braccio operativo per il ministero dell’Agricoltura ivoriano. Da lì la firma di accordo di collaborazione incentrato sul knowledge sharing in cui la nostra azienda si è resa disponibile a condividere tecnologie e la controparte ivoriana si è impegnata a condividere informazioni sul territorio. Proprio nell’ambito di questo accordo mi recherò tra pochi giorni ad Abidjan per tenere un corso di formazione.
Consigli? Innanzitutto, bisogna confrontarsi con chi in questi paesi c’è già stato. Inoltre, è molto importante, magari anche in occasione di una fiera o di un evento, recarsi sul posto e conoscere il paese in prima persona. Il terzo consiglio è quello di avere una visione a monte, che vada oltre il semplice voler aprire un mercato o incrementare le vendite, una motivazione vera che aiuti a superare le difficoltà.
Infine, è importantissimo confrontarsi con tutte le realtà del Sistema Italia in loco, nonché andare con un atteggiamento di umiltà ed estrema correttezza nei confronti delle controparti locali.
(testi raccolti da Flavio Rossano e Alfredo Sagona)
(nella foto di copertina, Abidjan, la più grande città della Costa d’Avorio.
Plateau, lo stadio polifunzionale – calcio, rugby, atletica – “le Felicia”)