

LA SEDE DELLA COSER A POGGIO TORRIANA, IN PROVINCIA DI RIMINI
“La bravura dei tecnici che sono l’asse portante delle fortune della Coser ci stanno permettendo di far crescere in modo costante le nostre quote mercato, anche se, parallelamente, non si possono non notare le tante criticità generate da un ricambio generazionale praticamente inesistente”. Istantanea sullo stato dell’arte della sua azienda con cui Massimo Colombo (nella foto in alto), titolare della Coser – 2,3 milioni di euro di fatturato nel 2022 e 11 dipendenti –, spiega il momento storico vissuto dalla Pmi di base a Poggio Torriana, in provincia di Rimini. Con un buon portafoglio ordini anche per l’anno in corso, la quarantenne impresa romagnola specializzata in progettazione, realizzazione ma pure assistenza e manutenzione a macchine sabbiatrici e granigliatrici ha confermato i passi avanti fatti nel 2022, riuscendo a sfruttare il know how accumulato nei tanti interventi portati a termine nel tempo presso i propri clienti.
“Gli operai specializzati che lavorano in Coser hanno progressivamente acquisito conoscenze che li fanno apparire come veri ‘risolvi-problemi’ agli occhi di chi ne ha assoluto bisogno. Clienti che non possono permettersi un fermo di produzione prolungato e conoscono le capacità di chi conosce i segreti di ogni tipo di macchinario, in grado perciò anche di prevenire i problemi – chiarisce Colombo -. Riusciamo insomma, usando l’ingegno a pulire i pezzi da abrasioni, strati di ruggine che spesso richiedono un impegno notevole, portando a termine pure manutenzioni di macchine pesanti. Tutte cose che sono di fatto il nostro pane quotidiano”.
Conoscenze al massimo livello di praticità che spiegano il motivo perché i qualificati servizi dei tecnici dell’azienda del riminese siano richiesti talvolta anche dalla concorrenza. “Beh, è capitato ci siano arrivate domande di aiuto quando altri non sono riusciti a venire a capo del problema posto dai clienti, magari solo per il fatto di avere in organico operai troppo giovani per sapere come trattare un determinato tipo di macchinario. I nostri invece sono tutti sopra i quarant’anni, dato da un lato non troppo tranquillizzante visto che fa intuire il perché sia così difficile trovare ragazzi con la voglia di imparare questo mestiere. Un aspetto che, in un certo modo, mi costringe a pagare più della media i migliori per fidelizzarli e cercare di non correre il rischio di perderli”.
Coser, che ha pure vissuto un periodo descritto come commercialmente “tragico” da chi si è trovato, nel post pandemia, a dover fare i conti con una cronica mancanza di pezzi, è comunque stata capace di superare difficoltà di non poco conto. “Messi come tantissimi altri in ginocchio dall’impossibilità di reperire sul mercato i ricambi, in qualche occasione siamo addirittura stati costretti a cannibalizzare i quadri di vecchie macchine presenti in magazzino e da clienti che ne avevano da parte certe meno usate. Questa situazione è andata avanti da inizio 2022 all’autunno successivo, intervallata da momenti in cui abbiamo addirittura dovuto comprare i pezzi da aziende concorrenti, oppure, da trader al doppio del prezzo usuale. E non avevamo alternative, visto che senza non avremmo mai potuto consegnare le macchine. Ora, per fortuna, anche i tempi di consegna sono migliorati, non tornando comunque come prima del 2021. Ma in quel frangente, invece, il lavoro giornaliero è stato sempre a fortissimo rischio”.
Tutto ciò nonostante Coser abbia messo su negli anni un magazzino monstre, pieno di ogni ricambio necessario per non farsi mai trovare impreparati ad un desiderata della clientela. “È vero. Non vorrei esagerare, ma forse in azienda abbiamo il magazzino più grande d’Italia. Debbo anche dire che per me è una incredibile zavorra da un punto di vista gestionale, però è quello che ci permette nei casi urgenti di partire un passo avanti rispetto agli altri. Perché mentre Coser può subito portare a compimento l’intervento, ci sono molti che, in simili situazioni, si devono limitare a fare un preventivo. E lavorando un po’ su tutte le marche sono costretto a tenere una scorta minima di pezzi utilizzabili all’occorrenza, scelta che implica un pesante investimento economico in giacenze di magazzino”.
Considerato che il core business della Pmi di Poggio Torriana è legato alla rigenerazione delle macchine esistenti – le tante vendute in giro per l’Italia negli scorsi decenni –, il principale obiettivo da cercare di raggiungere nel prossimo futuro sarà quello di allargare ulteriormente il perimetro operativo. “Vorremmo continuare a sfruttare le capacità complessive di Coser, per provare ad aumentare la gamma di clienti da servire – chiarisce Colombo –. In più sarebbe importante riuscire a trovare nuovi tecnici specializzati, ma l’idea di fondare una nostra Academy resta di difficile realizzazione. Se dietro di te non hai l’appeal di un marchio importante rischi di formarli per poi magari perderli di lì a poco, attirati da chi gli offre di più. Perciò mi accontenterei già di poter far crescere l’organico aziendale con persone flessibili e disponibili a fare”, conclude Massimo Colombo.