Il vertice informale di Versailles è stato dedicato ai temi dell’autonomia strategica europea, declinata alla luce della guerra russo-ucraina, e del modello economico dell’Unione nel prossimo decennio. I Capi di Stato e di Governo hanno adottato una Dichiarazione dai toni molto programmatici e poco operativi (qui la Dichiarazione)
Dalla richiesta di adesione dell’Ucraina all’Ue alla riforma del mercato dell’energia, dall’embargo sugli idrocarburi russi al lancio di una vera difesa europea, senza dimenticare la proposta di un nuovo fondo di debito comune e la revisione delle regole del Patto di stabilità e crescita, il Vertice di Versailles è stato segnato da vecchie resistenze e antiche divisioni sulla direzione che deve prendere l’Ue.
Di fronte alla guerra di Putin, finora l’Unione europea ha mostrato una unità e una determinazione mai viste. Ma, adesso che è il momento delle scelte per sé stessa, tutto torna a essere complicato.
Sull’adesione dell’Ucraina all’Unione, Francia, Germania e Paesi Bassi in testa non sono per nulla entusiasti: il mantra è seguire le regole del Trattato, nessuna “fast track”, come risposta ai paesi che spingono per un’apertura anche solo “simbolica”.
Altro tema controverso della discussione sono state le sanzioni. In molti, a cominciare dal presidente del Consiglio italiano Draghi, hanno sottolineato che queste hanno un impatto su famiglie e sul mantenimento della produzione delle imprese, con il rischio di fratturare il sistema economico europeo spingendolo verso il protezionismo, senza adeguate soluzioni comuni.
Il grosso del pacchetto è già stato adottato e la maggior parte dei leader ritiene ora impossibile rinunciare subito a tutto il gas russo o lanciarsi in mosse troppo rischiose, come la fornitura di Mig-29 polacchi all’Ucraina. Le vecchie divisioni sono emerse anche sull’idea di Macron di lanciare un nuovo fondo di debito comune per finanziare l’indipendenza energetica dell’Ue e il rafforzamento delle sue capacità di difesa.
La discussione ha toccato le insufficienze di materie prime, tra cui l’agro-alimentare. La risposta è che, se la situazione dovesse aggravarsi, occorrerà importare da altri paesi, come Stati Uniti, Canada o Argentina, con la necessità di riconsiderare le partnership commerciali e tutto l’apparato regolatorio, a cominciare dagli aiuti di Stato passando, di nuovo, per il Patto di Stabilità.
È emersa la convinzione che la Commissione debba rivisitare temporaneamente le regole che ci hanno accompagnato in questi anni.
Sulla Difesa la discussione al vertice di Versailles è stata davvero breve. L’Alto Rappresentante ha informato i leader sui dati europei: l’Ue a 27 spende per la difesa tre volte quello che spende la Russia. Occorre raggiungere un coordinamento migliore di quello che abbiamo oggi, visto che l’Ue ha 146 sistemi di difesa contro i 34 degli Stati Uniti.
I fabbisogni finanziari dell’Ue per rispettare gli obiettivi di clima, difesa, energia sono enormi, nessun bilancio nazionale da solo può sostenerne il peso. Secondo i calcoli della Commissione e assumendo che la mancanza che l’Ue vuole riempire sulla difesa è lo 0,6%, il fabbisogno risulta essere pari a 1,5 o 2 o più trilioni di euro.
La tassazione degli extraprofitti delle società elettriche, dovuti al balzo dei prezzi energetici, è una fonte considerata potenzialmente valida: secondo le stime della Commissione europea, una simile misura darebbe un gettito che in Europa potrebbe arrivare a 200 miliardi di euro. Ma nessuna decisione è stata adottata in tal senso. Nessuno, però, ha parlato apertamente di eurobond e dei dettagli sulla riforma del Patto di Stabilità. A sintetizzare il clima di tensione sulle soluzioni di politica economica e fiscale è bastata la risposta icastica della premier svedese Magdalena Andersson: “Sono stata ministro delle Finanze per molto tempo. Alcuni paesi trovano sempre dei nuovi argomenti per cui non dovrebbero pagare per le loro spese”.
Qual è la morale di questo vertice informale? Come spesso accade con l’Ue, ne serviranno altri per prendere le decisioni che si impongono. Infatti, la Commissione ha ottenuto un mandato per presentare proposte sul mercato dell’energia e sulla difesa entro maggio, quando i capi di Stato e di Governo si ritroveranno per un altro vertice straordinario. A seguire una sintesi dei principali messaggi contenuti nella Dichiarazione.
La Dichiarazione in pillole
Il testo si apre con un intero punto dedicato all’aggressione militare russa nei confronti dell’Ucraina. I leader europei accolgono con favore la decisione del procuratore della Corte penale internazionale di avviare un’indagine sull’attacco russo e bielorusso, chiedendo la cessazione di tutte le ostilità nel territorio ucraino. Inoltre, si richiede di garantire immediatamente la sicurezza e la protezione degli impianti nucleari ucraini, con l’assistenza dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica.
Il Consiglio europeo ribadisce poi il supporto incondizionato dei paesi dell’Ue nei confronti dell’Ucraina, a cui si garantisce continuo supporto politico, finanziario, materiale e umanitario, minacciando al contempo nuove sanzioni nei confronti di Mosca e Minsk. I leader chiedono di adottare senza indugio la proposta relativa all’azione di coesione a favore dei rifugiati in Europa (CARE) e ReactEU.
Infine, si affronta il tema della domanda di adesione dell’Ucraina all’Ue, in merito alla quale si chiede alla Commissione un parere conformemente a quanto previsto dai Trattati (congiuntamente a quelle per Moldavia e Georgia).
Su questo punto, il dibattito tra i capi di Stato o di Governo è stato molto divisivo, con i paesi dell’Europa centro-orientale in favore di un processo accelerato, a cui si è contrapposta la maggioranza degli Stati membri, più favorevoli invece a un percorso in tempi normali, con un accordo di associazione come primo obiettivo da raggiungere. Il testo finale rimane dunque volutamente vago sul punto, non menzionando né l’adesione (come richiesto dal presidente ucraino Zelenskyy), né l’accordo di associazione come prossimi obiettivo.
RAFFORZARE LA CAPACITÀ DI DIFESA
I capi di Stato e di Governo concordano di:
- aumentare sostanzialmente le spese per la difesa, con una quota significativa per investimenti, concentrandosi sulle carenze strategiche identificate, e con capacità di difesa sviluppate in modo collaborativo all’interno dell’Unione europea;
- sviluppare ulteriori incentivi per stimolare gli investimenti collaborativi degli Stati membri in progetti comuni e nell’acquisto congiunto di capacità di difesa;
- investire ulteriormente nelle capacità necessarie per condurre l’intera gamma di missioni e operazioni, anche investendo in fattori abilitanti strategici come la cybersicurezza e la connettività spaziale;
- promuovere le sinergie tra la ricerca e l’innovazione nel settore civile, della difesa e dello spazio, e investire in tecnologie critiche ed emergenti e nell’innovazione per la sicurezza e la difesa;
- adottare misure per rafforzare e sviluppare l’industria europea della difesa, comprese le Pmi.
Inoltre, un forte accento viene dedicato alla necessità di difendersi nel contesto della cosiddetta guerra ibrida dai cyberattacchi verso le infrastrutture critiche.
I 27 leader invitano la Commissione, in coordinamento con l’Agenzia europea per la difesa, a presentare un’analisi delle lacune negli investimenti per la difesa entro metà maggio e a proporre qualsiasi ulteriore iniziativa necessaria per rafforzare la base industriale e tecnologica industriale e tecnologica della difesa europea.
RIDURRE LA DIPENDENZA ENERGETICA
Sul fronte energetico, dopo aver ribadito l’importanza del conseguimento degli obiettivi climatici europei entro il 2030, il Consiglio europeo sottolinea la necessità di aumentare i livelli di sicurezza dell’approvvigionamento, eliminando la dipendenza dai combustibili fossili importati dalla Russia.
A tal proposito, i 27 capi di Stato e di governo supportano l’elaborazione di una strategia europea che punti alla diversificazione delle fonti di approvvigionamento, incrementando le importazioni di Gnl e la produzione di biogas e idrogeno, e ad accelerare lo sviluppo di energie rinnovabili – anche attraverso procedure amministrative più snelle e veloci – e delle correlate componenti tecnologiche chiave.
Concordano, inoltre, sull’importanza di migliorare l’interconnessione delle reti europee di gas ed elettricità e condividono le proposte, annunciate dalla Commissione europea nella recente Comunicazione “Azione europea comune per un’energia più accessibile, sicura e sostenibile”, di rafforzare i piani di emergenza dell’Ue per la sicurezza dell’approvvigionamento; garantire livelli sufficienti di stoccaggio di gas, mettendo in atto operazioni di ricarica coordinate; migliorare la connettività con i paesi del vicinato e monitorare e ottimizzare il funzionamento del mercato Ue dell’elettricità.
Il Consiglio europeo, infine, ribadendo il proprio impegno a continuare ad affrontare l’impatto del caro prezzi su famiglie e imprese, ritornerà sulla questione anche al prossimo Consiglio europeo del 24-25 marzo.
COSTRUIRE UNA BASE ECONOMICA PIÙ SOLIDA
Materie prime
Il Consiglio si impegna ad assicurare l’approvvigionamento dell’Ue per mezzo di partenariati strategici, esplorando lo stoccaggio strategico e promuovendo un’economia circolare e l’efficienza delle risorse.
Semiconduttori
Riconoscendo il valore strategico dei semiconduttori, i leader europei hanno riaffermato l’importanza di potenziare l’industria europea del chip, raddoppiandone la quota di produzione su scala mondiale entro il 2030, e diversificare le catene di fornitura.
Salute
I leader si concentreranno sul sostegno alla produzione europea sostenibile di medicinali a prezzi accessibili, accelerando la registrazione dei fornitori europei, finanziando ricerca e sviluppo e la costruzione di capacità di produzione per prodotti critici.
Digitalizzazione
I leader europei si impegnano ad investire nelle tecnologie di Intelligenza Artificiale, cloud e nella diffusione del 5G in Europa e all’estero. Grande attenzione sarà inoltre dedicata alla finalizzazione dei processi legislativi ancora in corso (Digital Services Act, Digital Markets Act, Artificial Intelligence Act), al consolidamento di standard relativi alle tecnologie più rilevanti e all’opportunità di creare partnership in materia digitale.
Prodotti alimentari
I 27 si impegnano a migliorare la sicurezza alimentare, riducendo la dipendenza europea dai principali prodotti importati, in particolare aumentando la produzione Ue di proteine di origine vegetale. Il Consiglio invita la Commissione a presentare al più presto delle opzioni per affrontare l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari e la questione della sicurezza alimentare globale.
PROMUOVERE LA COOPERAZIONE
I leader si impegnano a promuovere a livello Ue la cooperazione su iniziative industriali, anche attraverso importanti progetti di interesse comune europeo (IPCEI), alleanze industriali e rafforzamento delle capacità di ricerca e innovazione dell’Ue.
A livello globale, ci si impegna a perseguire una politica commerciale ambiziosa e solida, multilaterale e attraverso accordi commerciali, a promuovere i nostri standard, l’accesso al mercato, le catene di valore sostenibili e la connettività.
I leader si impegnano a completare la tool box per il commercio e gli strumenti di politica commerciale e della concorrenza, con strumenti per affrontare gli effetti distorsivi delle sovvenzioni straniere sul mercato unico, per proteggere da misure coercitive da parte di paesi terzi, e per garantire la reciprocità nell’apertura degli appalti pubblici con i partner commerciali.
FAVORIRE GLI INVESTIMENTI PER SOSTENERE LA RIPRESA
Alla luce delle possibili ripercussioni economiche a seguito della crisi in Ucraina, i leader europei ribadiscono l’impegno a promuovere gli investimenti privati in Europa per supportare la ripresa. In particolare, suggeriscono di:
- riformare e semplificare le procedure per autorizzare progetti di investimento nell’Ue;
- creare un contesto normativo semplice e prevedibile, in particolare per le Pmi;
- promuovere le competenze per soddisfare le esigenze del mercato del lavoro e garantire posti di lavoro;
- continuare a supportare la coesione sociale;
- completare il mercato unico in tutte le sue dimensioni, in particolare digitale e dei servizi;
- creare mercati finanziari europei più integrati, attraenti e competitivi, approfondendo l’Unione dei mercati dei capitali e completando l’Unione bancaria.
Nella dichiarazione sottolineano la necessità di mobilitare fondi europei e nazionali per migliorare l’accesso al capitale di rischio, superare i fallimenti di mercato, sfruttare gli investimenti privati e incoraggiare progetti innovativi. Si impegnano a fare il miglior uso delle risorse dell’Ue e a utilizzare il bilancio e il potenziale del gruppo BEI per catalizzare gli investimenti privati.
Infine, secondo i leader, le politiche fiscali nazionali dovranno tenere conto delle esigenze complessive di investimento e riflettere la nuova situazione geopolitica. Le politiche di bilancio dovranno garantire la sostenibilità del debito e, allo stesso tempo, incentivare gli investimenti per favorire la crescita e il raggiungimento degli obiettivi climatici per il 2030. Contestualmente, le riforme nazionali dovranno favorire la creazione dei posti di lavoro e sviluppare il potenziale di crescita nell’Unione europea.
Al prossimo Consiglio europeo del 24-25 marzo si continuerà a parlare della risposta economica dell’Ue per contrastare le conseguenze negative del conflitto in Ucraina. Il presidente Draghi ha, infatti, dichiarato che occorre una risposta europea per la politica di bilancio per rispondere all’incertezza economica, le ripercussioni delle sanzioni, le turbolenze dei mercati finanziari e del commercio internazionale. I bilanci nazionali non hanno le risorse per affrontare le sfide relative alla difesa e alla transizione climatica, ha affermato Draghi. Sulla stessa linea dell’Italia anche la Francia, più scettiche le reazioni dei Paesi del Nord Europa. Nelle prossime settimane la Commissione europea presenterà una proposta dettagliata su questo punto.
(Hanno collaborato Pietro Bertaggia per la parte sulle sanzioni,
Eleonora Fanfoni per la parte sul Patto di Stabilità e Crescita
e Gianluca Pischedda per la parte su Energia)