![Antonio e Fabio Mistichelli_ Sitem](https://www.limprenditore.com/wp-content/uploads/2025/01/Antonio-e-Fabio-Mistichelli_-Sitem-2016x1008.jpg)
Partita nel 1963 sotto la guida di Antonio Mistichelli, la ricca storia aziendale di Sitem – 200mila euro di fatturato nel 2023 e quattro dipendenti – è proseguita negli anni avendo sempre il travertino come elemento portante. Di casa ad Ascoli Piceno, città con un piccolo quanto delizioso centro storico interamente costruito sfruttando proprio le qualità di questa pietra, la Pmi marchigiana si è continuata a distinguere nel panorama nazionale per la sapiente lavorazione dei vari tipi di travertino che vengono trasportati periodicamente nello stabilimento ascolano. Competenza che le ha tra l’altro permesso di essere la prima ad esportare in Germania, paese europeo al tempo di complessa gestione commerciale e che il capostipite visitava ogni due, tre mesi arrivando fino ad Amburgo per un lavoro di marketing ante litteram.
“Mio padre è stato il primo a produrre marmette di travertino di sei millimetri, pavimentazione non certo facile da creare perché, a differenza per esempio del marmo, presenta buchi che vanno gestiti con estrema cura durante la fase di lavorazione – spiega Fabio Mistichelli (nella foto in alto con il padre Antonio), amministratore unico di Sitem –. Un processo abbastanza complicato da portare a termine soprattutto quando l’obiettivo finale è quello di produrre qualcosa per gli interni delle case e non solo”.
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LASTRE DI TRAVERTINO
L’azienda marchigiana prende il travertino che le serve a Siena come anche all’interno del proprio territorio, anche se la gran parte delle forniture arrivano da Tivoli, in provincia di Roma. “Dalla cava laziale parte verso di noi il 90% della pietra necessaria per soddisfare i committenti, anche per il motivo che lì abbiamo la possibilità di campionare in modo più completo il materiale che andiamo a scegliere di persona. Portati i blocchi di maggiore qualità e più idonei per garantire la buona riuscita del lavoro qui ad Ascoli, giunge il momento del taglio delle lastre che poi vengono calibrate e pre levigate. Lo spessore si definisce in questa importante fase, poco prima di mettere tutto ad asciugare in attesa della stuccatura in cemento che darà al travertino la colorazione desiderata. A quel punto non restano che la lucidatura e la rifilatura, passaggio che precede l’imballo. Una sfida di non poco conto, quest’ultima, se si vuole essere sicuri di non fare rompere o solo sbeccare le lastre durante il trasporto verso un cliente che ovviamente non sarebbe contento di vederle arrivare con visibili imperfezioni”.
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IL TRAVERTINO NAVONA È LA SELEZIONE PIÙ CHIARA DEL TRAVERTINO ROMANO TAGLIATO CONTROFALDA
Ma qual è il travertino che al momento incontra maggiormente il gusto dei committenti, quello più richiesto da un mercato che sta prendendo sempre maggiore corpo soprattutto dall’altra parte dell’oceano? “Sicuramente qui in Italia è il Classico romano, mentre negli Stati Uniti, dove qualche tempo fa ci siamo occupati anche di un hotel di New York, si è quasi sempre andati verso il Navona, travertino di color bianco tagliato per tonalità. In particolare, a partire dagli anni ‘90 fino alla crisi globale del 2008 ci capitava spesso di spedire una quarantina di container annui verso il porto di Miami, da dove poi la pietra veniva smistata in tutti gli Usa. L’unico, sostanziale, aspetto cambiato nel corso degli ultimi anni è legato al genere di commesse che vengono studiate dagli architetti o dai privati nel momento di inoltrare l’ordine a Sitem – sottolinea Mistichelli –. Fino ad una quindicina d’anni fa si lavorava infatti sulla qualità, sulla quantità e su formati standard, mentre dopo si è passati a seguire progetti sempre più precisi e vincolanti anche per una questione di costi”.
Eppure, nonostante il successo incontrato da sempre negli Stati Uniti e gli sbocchi che si sono aperti ultimamente verso Cina ed Emirati Arabi, dalle nostre parti il travertino non sembra poter vantare la popolarità conquistata oltreconfine. “Eh sì, purtroppo è così. Si può tranquillamente affermare che sia stato compreso e scelto più all’estero. Qui nella zona intorno ad Ascoli, come più in generale in Italia, questa pietra così bella all’occhio è spesso ritenuta invece materiale commercialmente povero. Eppure è in grado di rendere più gradevoli sia ambienti rustici che altri molto più raffinati, anche se c’è da dire che la sopraggiunta mancanza di disponibilità nelle cave del travertino bianco Navona ha un po’ e forzatamente modificato le scelte di chi continua ad apprezzarlo per quanto è capace di dare a qualsiasi ambiente”.
Per il futuro prossimo, infine, i vertici aziendali di Sitem hanno intenzione di dotare il sito produttivo ascolano di macchinari di ultima generazione che permettano di dare ulteriore dinamicità e precisione al quotidiano della Pmi marchigiana. “Da sempre ho il pallino di riuscire ad integrare in azienda il lavoro dei tecnici con macchine a controllo numerico in grado di portare il giusto grado di innovazione nel nostro mondo. E debbo dire che anche i clienti iniziano a chiedere il loro utilizzo. Sono infatti capaci di lavorare in maniera autonoma su capitelli come pure sulle statue e credo proprio sia arrivata l’ora di aggiornare ulteriormente la visione tecnologica all’interno di Sitem”, conclude Fabio Mistichelli.
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ESPOSIZIONE NELLO SHOW ROOM DI ASCOLI PICENO