Nonostante le profezie negative di molti, gli attacchi in rete di Anonymous e le violente proteste dei No-Expo l’Esposizione Universale di Milano ha finalmente tagliato i nastri di partenza e dato il via a un semestre che potrà rappresentare un’occasione di crescita e di rilancio, a livello globale, dell’immagine del nostro paese.
“Oggi comincia il domani dell’Italia”. Con questo augurio, dopo un minuto di silenzio a favore delle popolazioni del Nepal colpite dal terremoto, il premier Renzi ha accompagnato l’alzabandiera a Expo.
I primi numeri della tanto attesa kermesse sembrano già far presagire un successo: record di paesi aderenti, record di padiglioni self built e record di biglietti venduti prima dell’apertura della manifestazione, con un milione di acquisti nei soli due giorni antecedenti l’apertura.
Un primo maggio quello di Rho Pero in cui si è respirato un clima di entusiasmo e frenesia, un insieme di immagini, colori, emozioni, in equilibrio tra la voglia di stupire e la paura di qualche disordine. Un’atmosfera intensa accompagnata da un leitmotiv di ottimismo che ha riecheggiato tutto il giorno tra i padiglioni, una variazione inaspettata dell’inno nazionale di Mameli: “Siam pronti alla vita”.
Un po’ di pioggia – definita “fortunata” da Diana Bracco, presidente di Expo Spa e Commissario Generale di Padiglione Italia – ha fatto da cornice al ricco palinsesto dell’Open Air Theatre che per la cerimonia di apertura di Expo ha accolto numerose personalità, nazionali e internazionali, imprenditori, una rappresentanza di ambassador che hanno contribuito a promuovere l’esposizione nel mondo e una grossa fetta dell’emisfero vip milanese.
Papa Francesco ha seguito l’evento in diretta, in collegamento da Città del Vaticano. Nelle sue parole, come sempre di grande intensità, ha auspicato che l’Esposizione Universale possa “globalizzare la solidarietà”.
Il volo spettacolare delle Frecce Tricolori ha chiuso la presentazione celebrando l’orgoglio italiano e la consegna della bandiera nazionale all’Arma dei Carabinieri da parte di cinque lavoratori del sito ha suscitato forte emozione. Una piccola squadra di diverse nazionalità in rappresentanza di tutti gli operai che in questi mesi si sono impegnati con dedizione per permettere a Expo di aprire nei tempi previsti, sebbene con qualche rifinitura ancora da completare.
Il maestoso Palazzo Italia, bianco candido per il suo cemento biodinamico, è stato teatro di una colazione istituzionale con 26 Capi di Stato oltre che della firma della Carta di Milano, vero messaggio morale di Expo. Il decalogo – frutto di un lavoro collettivo internazionale a cui hanno contribuito esperti in vari campi del sapere, dell’economia e della politica – affronta i nodi principali della sicurezza alimentare e del diritto al cibo equiparandoli ai diritti umani.
Palazzo Italia, “casa di tutti gli italiani”, ha inoltre ospitato la presentazione dei primi quattro progetti elaborati da altrettante classi scolastiche che hanno preso parte a Progetto Scuola, il programma di Expo Milano 2015 destinato a bambini e ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado, italiane e straniere.
Il Vietnam ha optato per una foresta tropicale con una piccola jungla di bambù, mentre il Regno Unito ha scelto “Hive”, una struttura ispirata ad un grosso alveare metallico che pulsa e ronza con il suono di una vera colonia di api.
La Germania e la Cina, tra i padiglioni più grandi del sito dopo Palazzo Italia, si sono presentati con strutture dedicate al rapporto con la natura: la prima con un tappeto di fiori gialli che ricorda il tipico paesaggio rurale tedesco e la seconda con un soffitto ispirato alle pagode orientali e al soffio del vento nei campi di grano.
Luci, odori, sapori da tutte le parti del mondo, tecnologia e cultura, innovazione e storia si respirano lungo tutto il Decumano, la lunga promenade che attraversa Expo e dalla quale si accede, a destra e a sinistra, ai vari padiglioni. Ma la festa per Milano è iniziata già dalla sera prima dell’apertura ufficiale con il concerto-esibizione a Piazza Duomo del tenore Andrea Bocelli, le performance del pianista cinese Lang Lang e l’accensione dell’Albero della Vita, simbolo di Expo, che sarà il maggiore protagonista degli scatti fotografici dei visitatori nei prossimi sei mesi. La città ha vissuto questo evento con grande partecipazione e coinvolgimento. Una Milano definita da molti concreta, laboriosa e solidale e da cui, secondo il sindaco Pisapia, dovrà partire un messaggio: “Non è più accettabile che ci siano persone nel mondo che soffrono la fame mentre altre muoiono di obesità, così come non è più accettabile un mondo in cui foreste e mari vengano sfruttati in maniera indiscriminata”. L’intento, quindi, è che Expo non sia semplicemente una manifestazione internazionale sull’alimentazione, ma un punto di partenza dal quale gettare le basi per l’adozione di scelte responsabili nella produzione e nel consumo di cibo e per la diffusione della conoscenza sui temi della sostenibilità ambientale e della riduzione degli sprechi. Se il primo giorno del semestre è partito con il piede giusto, il secondo è già boom di visitatori: centinaia di migliaia gli ingressi, tra cui molti studenti, famiglie e tantissimi stranieri. D’altra parte, come è ormai noto, il mondo è qui!