
Come punto di riferimento per 150 aziende che producono latte in un raggio di massimo 90 chilometri dal proprio quartier generale di Grigno, in provincia di Trento, Casearia Monti Trentini – 50 milioni di euro di fatturato a fronte di 110 dipendenti – ha costruito negli anni quel brillante curriculum che l’ha portata ad essere un’impresa di successo. Un rapporto non solo commerciale e consolidato nel tempo con più di un fornitore, che ha permesso alla Pmi trentina di continuare a far uscire dallo stabilimento vari tipi di formaggi di pregio.
“Tra di loro spiccano le tre Dop, Grana Padano, Asiago e Provolone Valpadana, ma anche prodotti della tradizione locale come il Bezzena e il Lagorai, che hanno una storicità più legata al territorio trentino e della Valsugana, mentre siamo presenti sul mercato pure con caciotte semplici, oppure al tartufo, alle erbe e al peperoncino caratterizzate da una stagionatura meno lunga. E infine abbiamo una sezione che si occupa della creazione in modo naturale di paste filate dolci o affumicate”, spiega Maria Vittoria Finco (nella foto in alto), responsabile dell’ufficio marketing di Casearia Monti Trentini.

MUCCHE AL PASCOLO – CASEARIA MONTI TRENTINI
Il latte viene da aziende agricole del Trentino, in Valsugana fino a Pinzolo e nella valle dell’Adige, per quanto riguarda il Veneto invece arriva dalle province di Vicenza e Padova. Una filiera il più possibile corta che l’azienda di base a Grigno cerca sempre più di valorizzare con iniziative di vario genere. “Con i nostri partner ci confrontiamo giornalmente sulla qualità del latte, eventuali problematiche o altro, alimentando dinamiche che vanno molto spesso al di là del semplice rapporto tra committenti e fornitori. In questa ottica il sito web di Casearia Monti Trentini si impegna per far conoscere al consumatore chi produce il latte che viene poi lavorato nel caseificio. Svolge, insomma, un’opera di valorizzazione di tutto quanto c’è dietro una forma di formaggio”.

UNA FASE DELLA PRODUZIONE
Il processo di creazione dei prodotti si è ovviamente evoluto nel tempo, raggiungendo un livello d’eccellenza. “All’inizio di questa storia la raccolta del latte era, come immaginabile, manuale. Ci si affidava ai classici bidoni mentre adesso questa viene portata a termine attraverso l’uso di camion con pompe in grado di velocizzare il tutto. Anche a livello produttivo è cambiato parecchio, con l’innovazione ad aiutarci a migliorare e diversificare l’offerta. Qualcosa, però, è rimasto immutato nel tempo: il Grana Padano Dop, infatti, dovendo seguire fedelmente i precisi disciplinari di produzione, come l’utilizzo di caldaie in rame, incarna il tipico formaggio tradizionale, uguale a sé stesso negli anni”, sottolinea Finco.
Ultimamente, inoltre, i vertici aziendali di Casearia Monti Trentini, per avere ancora di più il polso della situazione su quanto accade all’interno e, soprattutto, all’esterno dello stabilimento produttivo, hanno fatto scelte che vanno verso un accrescimento ulteriore dell’uso della tecnologia nel campo caseario. “L’idea è stata quella di introdurre un controllo da remoto e, attraverso monitor, sulla filiera, con misurazioni in tempo reale capaci di aiutarci a comprendere lo stato del latte di ogni specifica azienda agricola, dando così pure una sicurezza in più al consumatore”.

FORME DI ASIAGO IN STAGIONATURA
Spinta nel fatturato dall’apprezzamento per il proprio formaggio di punta, quel Grana Padano che continua a regalare grosse soddisfazioni alla Pmi trentina, l’offerta del caseificio di Grigno (con il 20% del fatturato che viene dall’export) deve comunque essere a medio-largo raggio per andare incontro ai diversi desiderata di varie zone d’Italia e del mondo. “Dipende dai gusti dei paesi e dei territori in cui siamo presenti – chiarisce la responsabile del marketing –. Nel mercato nordamericano, per esempio, vanno tanto i formaggi aromatizzati, mentre in America Latina, dove hanno una cultura casearia abbastanza simile alla nostra, esportiamo caciotte, provole dolci e affumicate. In quei territori, in particolare Brasile, Messico, Colombia e Perù, praticamente mai presi in considerazione da altri competitor, abbiamo ad un certo punto deciso di far arrivare parte della produzione di Casearia Monti Trentini, scelta ripagata da ottimi ritorni commerciali”. Uno sforzo su base internazionale che ha visto sbarcare i formaggi della Pmi trentina anche in Europa – Francia e Spagna su tutti –, Emirati Arabi, con primi contatti avviati pure con i mercati asiatici.
Servendo la grande distribuzione, l’industria e il food service, Casearia Monti Trentini nel tempo si è costruita un curriculum di tutto rispetto, traiettoria commerciale che la proprietà del marchio ha intenzione di mantenere in crescita attraverso l’ulteriore miglioramento di alcuni aspetti non marginali. “A questo proposito abbiamo attivato un impianto di cogenerazione che utilizza il gas per alimentare motori in grado di produrre energia elettrica e termica e in più possiamo contare su impianti fotovoltaici da 650 kw. Un paio di mesi fa, invece, abbiamo rinnovato il nostro sito web e poi è stato rivisto il packaging, mentre al momento stiamo avviando il percorso per arrivare a breve al primo bilancio di sostenibilità. E per finire ci stiamo preparando a festeggiare, nel 2025, il centenario della storia casearia della famiglia Finco”, conclude Maria Vittoria Finco.