
Specializzata nel packaging ortofrutticolo, Cartarredo – nove milioni di euro di fatturato nel 2024 e 22 dipendenti – è un’azienda che negli anni ha affinato la propria proposta commerciale passando dall’iniziale attività legata al lavoro di ferramenta a un qualcosa di ancora più strutturato che potesse supportare i tanti commercianti di ortofrutta presenti nella zona di Polignano, in provincia di Bari. E così i fratelli Nicola e Domenico Centrone hanno deciso di mettersi in gioco in un settore, quello dell’imballaggio di qualità, che li ha portati in relativamente breve tempo ad occuparsi di soluzioni anche per il mondo allargato del food, forti di un’offerta capace di essere declinata in maniera capillare quanto puntuale.

LA SEDE DI CARTARREDO
“Siamo in grado di fare tutto quanto è possibile a corredo dell’impegno delle varie realtà del territorio che si occupano di ortofrutta – spiega il contitolare di Cartarredo Nicola Centrone (nella foto in alto) –. Abbiamo due macchine per la stampa, oltre ad altre che servono per creare buste il polietilene o veline per incartare gli agrumi. Inoltre possiamo fornire alla clientela buste capaci di allungare la conservazione o ridurre il calo di peso della frutta, aspetti non trascurabili nelle specifiche dinamiche di questo ambito commerciale. Siamo pure in possesso della tecnologia indispensabile per lo stoccaggio dei prodotti all’interno degli aerei cargo, compreso il controllo temperatura e umidità, e per la logistica collegata”.
Convinto che noi italiani si debba obbligatoriamente tornare ad essere creativi anche nel campo del packaging ortofrutticolo, Centrone lamenta il fatto che, nonostante i nostri prodotti siano ancora il top di gamma, il mercato purtroppo pare volere altro e tra poco potremmo essere costretti ad abdicare dal ruolo di paese leader di settore. “Se non ci svegliamo, a breve, potremmo essere superati dall’Austria e nello specifico dalla Carinzia come produttori di insalata. Parallelamente a questo problema c’è pure quello, non meno sostanziale, relativo ad un packaging italiano che deve tornare a parlare al consumatore. Qui da noi in troppi fanno fatica all’idea di spendere qualche euro in più per migliorare l’impatto visivo di ciò che esce dai terreni coltivati, un errore strategico che stiamo continuando a pagare a carissimo prezzo. Debbo dire per fortuna che una nota positiva inizia a venire dagli imprenditori più giovani, desiderosi di dotarsi di confezioni maggiormente innovative e belle all’occhio per l’uva ed altri prodotti ortofrutticoli”.
E mentre, sempre secondo Centrone, la plastica rimarrà difficilmente sostituibile nel futuro prossimo, il sistema di confezionamento più utilizzato negli anni a venire sarà il flowpack. “È in fibra di cellulosa e ha il pregio di essere compostabile. In ogni caso dovremo imparare ad usare pure materiali alternativi, come la fibra di carta e l’erba, finora distanti dal nostro modo di intendere il packaging. Questo perché non solo fanno bene all’ambiente, ma sono anche sostenibili”, chiarisce il contitolare di Cartarredo, che poi si sofferma sulle problematiche relative all’attuale carenza di vocazioni in molti ambiti lavorativi. “Per prima cosa debbo dire che non è certo agevole trovare personale specializzato in meccatronica. Nel nostro settore, per svariati aspetti in rapido cambiamento, abbiamo soprattutto bisogno di persone che sappiano indirizzare la clientela verso i servizi offerti e al contempo fornirgli pure informazioni qualificate. Insomma, vogliamo trasferire al cliente indicazioni che possano permettergli di essere ancora più visibile e competitivo nel mercato dell’ortofrutta”.

IL REPARTO SALDATRICI
Tornando a parlare anche in ottica futura, infine, Nicola Centrone pone l’accento su un altro prodotto capace di far evolvere ulteriormente i processi di conservazione di frutta e verdura. “Sono le buste NIDoTECH®, brand di Cartarredo, prodotto in grado di garantire un allungamento della vita delle merci. Per fare un esempio la shelf life della rucola, sfruttando questa soluzione di packaging, è passata da due a dieci giorni attraverso l’utilizzo di additivi completamente naturali, considerato che dal processo di creazione delle nostre buste è stato bandito il metabisolfito. Aiutano gli imprenditori di settore a non avere più le perdite di prodotto registrate nel passato, in particolare quando si parla di fragole nel loro periodo di massima maturazione”.
In più Cartarredo si propone di riuscire a tracciare la frutta che viene venduta nel mondo per poterla seguire finché non supera il bancone del supermercato. Progetto che permetterebbe di gestire tutte le fasi della logistica conseguente, potendo contare su una piattaforma digitale già usata in altri settori, tra cui quello legato al trasporto dei container sulle navi.

IL REPARTO STAMPA