Si dice che l’invenzione del cappello risalga all’antico Egitto come strumento con funzione essenziale di copricapo, di riparo. Nei secoli, passando dall’Asia, è giunto in Europa per diventare, nell’Ottocento, l’accessorio per antonomasia: il cilindro per l’uomo, la paglia toscana per la donna. Di feltro o di stoffa, il cappello è riuscito a mantenere il suo fascino inalterato come segno distintivo e personale di un’eleganza senza tempo.
Una tradizione che ha trovato grande espressione in Piemonte e nel biellese, in Valle Cervo. Il Cappellificio Biellese è stato fondato da un gruppo di amici nel 1935 nel paese di Andorno Micca in un periodo in cui l’arte del cappello era importante.
Ora, come allora, un gruppo di amici si è messo in gioco per valorizzare con passione un accessorio di moda sinonimo di eleganza. Nel 2017 i giovani imprenditori Filippo Fiamma, Alessandro Boggio Merlo, Stefano Aglietta e Luca Murta G. Cardoso hanno deciso di intraprendere questa nuova avventura: una compagine che si è ampliata, nel 2019, grazie all’ingresso nella società di Marco Bardelle, Alessandra Barocelli, Dino Masso e Francesco Ferraris. A dare la spinta giusta al nuovo progetto è stato dunque l’assetto societario ampio: giovane ma con esperienza alle spalle, energico ma con i piedi ben piantati per terra.
“La soddisfazione più grande è vedere l’entusiasmo di così tanti imprenditori fra i 30 e i 40 anni nei confronti di un marchio storico e di un accessorio che non si può certo annoverare tra i più innovativi – commenta l’Ad, Luca Murta –. Il fascino del nostro heritage, un prodotto 100% made in Italy e un mercato principalmente estero ben posizionato, però, sono fattori che fortunatamente hanno ancora le capacità di valorizzare una grande eccellenza manifatturiera del nostro territorio”.
L’obiettivo di Cappellificio Biellese 1935 Srl è sempre stato la difficile ma affascinante sfida di far brillare un marchio storico biellese attraverso un prodotto come il cappello, che ha tutte le carte in regola per tornare ad essere venduto nelle più esclusive boutique del mondo. Da una parte il savoir faire del gentleman inglese, dall’altra l’ecletticità dello stile italiano e un’unica volontà: la realizzazione di un copricapo che sappia fondere e mantenere le tradizioni dello stile di questi due mondi, creando un accessorio che sia al passo con i tempi e che riesca addirittura a guardare al futuro dello stile maschile. Il risultato è un prodotto unico: ogni cliente ha la possibilità di fondere come meglio crede modelli e tessuti, con la certezza che il risultato sia sempre di classe.
Sicuramente il 2020 è stato un anno complesso e difficile sotto molti punti di vista: nonostante questo, Cappellificio Biellese 1935 cresce più che raddoppiando i numeri del 2019, segnale tangibile che la strada di sviluppo intrapresa sta portando l’azienda nella direzione giusta. I cappelli venduti nel 2020 sono stati circa 2.600, esportati in paesi come Australia, Hong Kong, Corea, Svezia, Regno Unito, Stati Uniti, Spagna, Belgio, Singapore, Taiwan e Giappone. “Grazie ad un modello di business che poggia sul valore dei tessuti utilizzati e su un modello di vendita digitale, la nostra strategia punta a consolidare questi mercati e crescere in altri, dove l’abbigliamento di altissima gamma è ricercato da grosse fette di mercato, affiancando in futuro, oltre al cappello, anche altri accessori che mantengano intatto lo stile di CB1935”, spiega Murta.
In questo senso, negli ultimi mesi Cappellificio Biellese 1935 è cresciuto ancora, ringiovanendo e abbracciando il mondo della donna. Per la prima volta, per la stagione autunno-inverno 2021 verrà presentata una collezione dedicata tutta al mondo femminile, senza snaturare lo stile che definisce la linea CB1935.
A sviluppare la collezione donna è stata Martina Poletti, giovanissima ventiduenne neo-diplomata all’ITS Tessile Abbigliamento Moda (Tam) di Biella entrata a far parte nella squadra da settembre. “Per me questa opportunità è stata preziosa – spiega la giovane – perché mi ha permesso di mettermi alla prova realizzando qualcosa capace di unire tradizione e innovazione. Sono contenta di aver avuto carta bianca per esprimere la mia creatività, all’interno di binari ben definiti dalla brand identity del nostro marchio”.
Soddisfatto l’Ad Murta sottolinea: “Se il nostro obiettivo è quello di ringiovanire il più possibile il cappello, per farlo non possiamo che dare spazio ai giovani, anzi, giovanissimi. Per il 2021 è difficile fare previsioni, per cui saremmo contenti di bissare quanto fatto nel 2020, aggiungendo qualche soddisfazione come l’ingresso negli store Rinascente già da questo Natale”.