
Partiamo dall’inizio. Di cosa si occupa la sua impresa?
La nostra azienda progetta, produce e commercializza impianti mobili per la produzione di calcestruzzo, asfalto e altri conglomerati a freddo. Siamo anche specialisti nella realizzazione di progetti su misura per la produzione e il trasporto di conglomerati e inerti che soddisfino le singole esigenze dei clienti. A completamento della nostra gamma prodotti forniamo pure silos orizzontali per lo stoccaggio del cemento.
Lavoriamo con imprese di produzione di calcestruzzo, piccoli costruttori e grandi imprese per la realizzazione di opere importanti; siamo fortemente impegnati nel settore ferroviario e underground. Offriamo soluzioni logistiche per i nostri clienti dal momento della produzione al trasporto fino allo stoccaggio dei materiali.
Com’è strutturata la Blend Plants?
La sede produttiva di Blend è a Rodengo Saiano, in provincia di Brescia, nel cuore della Franciacorta, zona strategica per la produzione industriale grazie alla grande quantità di personale specializzato e alla vicinanza a numerosi fornitori qualificati.
La nostra è un’azienda familiare, con 72 dipendenti, che portiamo avanti con tanta passione e dedizione nella realizzazione dei nostri progetti volti a soddisfare a pieno le esigenze dei clienti.
Con un incremento del 30% di fatturato annuo dal 2015, siamo stati presenti nella lista del FT1000 del Financial Times per diversi anni come azienda a maggiore crescita in Europa e siamo entrati nella lista dei “Leader della crescita” e “campioni dell’export” sul Sole 24 Ore. Nel 2022 abbiamo superato i 15 milioni di euro, con una percentuale export del 65%.
La vostra azienda, con una forte vocazione all’internazionalizzazione, ha una lunga storia. Come è cominciata?
Abbiamo iniziato la nostra internazionalizzazione nel 2010, prima di allora avevamo concluso soltanto qualche vendita spot all’estero. Tutto è cominciato dopo la crisi del 2008 e visto che il mercato italiano, che costituiva per Blend il 95% del fatturato, era completamente fermo, abbiamo dovuto cercare all’estero nuovi mercati. Oggi siamo presenti in 72 paesi attraverso una strutturata rete di distributori e di agenti.
Nonostante l’Italia sia cresciuta molto negli ultimi anni, grazie anche agli incentivi di Industria 4.0 e alle numerose agevolazioni nazionali, altri paesi europei e nordamericani stanno implementando il sistema di incentivi per l’acquisto di nuovi macchinari industriali, aiutando molto il mercato volto al rinnovo del parco macchine circolante.
Così anche gli incentivi nelle basse emissioni di Co2 ci hanno aiutato: i nostri impianti hanno un’impronta green ed emettono meno anidride carbonica rispetto ad altri competitor nel settore.
Come siete arrivati nel continente africano?

LAVORI IN ETIOPIA
La prima vendita in Africa è stata fatta da un’azienda europea che ha acquistato un nostro impianto per la realizzazione di un lavoro in Etiopia. Da questo mio primo viaggio nel continente ho scoperto un mercato molto interessante per il nostro tipo di prodotto. Purtroppo, però, ci siamo dovuti scontrare con problemi legati alla scarsa disponibilità di valuta estera, al limitato supporto delle banche locali e alle difficoltà tecniche e logistiche nella fornitura di pezzi di ricambio.
Ancora oggi l’Africa necessita di molte infrastrutture. Gli impianti mobili di miscelazione Blend permettono di raggiungere anche le aree più complesse. In quali paesi siete presenti?

LAVORI IN GHANA
I nostri impianti sono estremamente adatti all’utilizzo in aree remote o lontane dalle città più importanti, dove sono richiesti lavori per la realizzazione di infrastrutture e di costruzioni in generale. Siamo presenti in Etiopia, Marocco, Uganda, Egitto, Repubblica Democratica del Congo, Sudafrica, Ghana, Kenya, Libia e altri paesi africani.
Il nostro vero problema è che siamo ancora poco conosciuti come soluzione o alternativa ai sistemi convenzionali che i clienti usano in Europa, per questo è ancora più complicato esportare la nostra tecnologia in altri paesi e soprattutto in Africa. Però, quando i clienti comprendono a pieno il sistema dei nostri impianti lo tengono come “arma segreta” e alla necessità ne acquistano anche più di uno per essere innovativi nel loro settore.
Avete sviluppato un tipo di asfalto che strizza l’occhio all’ambiente e si colloca nell’economia circolare. Quanto viene apprezzata e riconosciuta in questi paesi l’innovazione e la tecnologia del Made in Italy?
Incredibilmente tanti imprenditori africani sono interessati ad un’economia circolare basata su prodotti “green”: credo che l’Italia sia uno dei principali partner tecnologici per il continente africano nell’ambito delle costruzioni.
Abbiamo eseguito importanti lavori nella Repubblica Democratica del Congo, con l’uso dell’asfalto a freddo. Anche il Sudafrica è molto sensibile a questo materiale, però, come detto prima, dobbiamo ancora percorrere tanta strada per farci conoscere.
Grazie alle fiere, alle associazioni e altri enti possiamo esportare la tecnologia del made in Italy: solo usando tutti gli strumenti a nostra disposizione potremo sviluppare nuovi mercati e crescere nel continente africano.
Che progetti avete per il futuro?
L’idea è di consolidare i mercati esistenti attraverso i nostri dealer, conquistare nuovi mercati e crescere nel mercato statunitense con la nostra filiale locale che abbiamo aperto qualche anno fa.
Sicuramente Africa e Medio Oriente sono nel mirino principale e grazie all’aiuto di Confindustria Africa & Mediterraneo siamo certi che potremo crescere ancora di più localmente. Chiaramente il lavoro da fare è tanto, ma noi siamo sempre pronti con “la valigia in mano” per affrontare nuove sfide e farci conoscere a livello globale.
Quali suggerimenti dareste ad un’impresa che vuole approcciare i mercati di Africa e Medio Oriente?
Non aver paura di viaggiare perché in queste aree non si riesce a vendere stando dietro ad una scrivania in Italia: i clienti hanno bisogno di vedere e credono nei prodotti italiani. L’Africa sarà il futuro dell’Europa perché è il continente più vicino e il luogo dove dovremo andare per continuare a crescere. Un giorno saremo noi gli emigranti verso l’Africa perché loro possiedono un vasto territorio, innumerevoli risorse naturali e una popolazione che cresce, con il bisogno di nuove idee e tecnologie.
Siamo grati a Confindustria Assafrica & Mediterraneo che ci ha aiutato ad aprire tante porte nel continente e ancora continua a farlo. Una squadra motivata e dedita al supporto degli associati che ci ha consentito di avviare tanti contatti e di fare tante missioni. È il giusto ponte di collegamento per l’imprenditore italiano con l’Africa e il Medio Oriente.
(Prossima uscita: 28 aprile)
Articoli precedenti:
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Cesarini (Aviogei): “La nostra presenza in Africa è capillare”
Dal Pozzo (Sodimax): “Lavorare in Africa significa andare in Africa”
Martini (Studio Martini Ingegneria): “In Africa e Medio Oriente il mercato c’è”
D’Alessandro (Eemaxx Innovation): “In Africa l’Italia sia paese capofila per l’energia”
Chelli (Trusty): “Con la blockchain valorizziamo le filiere in Africa”
Pagliuca (PB): “Pronti a investire in Costa d’Avorio”
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