Mancano pochissimi giorni alla ripresa delle lezioni. Fra misure di distanziamento, nuovo assetto delle classi e orari ridotti spesso dovuti a cattedre non ancora assegnate, la ripartenza avviene tra molte difficoltà e la consapevolezza che, specialmente nelle prime settimane, sarà necessario monitorare la situazione e rendersi pronti ad aggiustare il tiro. Anche la didattica risentirà delle nuove procedure, così come l’insieme delle attività extrascolastiche organizzate durante l’anno.
Per capire meglio come sta andando, abbiamo parlato con i dirigenti scolastici di tre istituti della provincia bergamasca, zona duramente colpita dalla pandemia. Tre scuole tradizionalmente vicine al mondo delle imprese, con le quali organizzano da molti anni diverse attività, fra cui il Pmi Day che anche quest’anno – ci hanno raccontato – cercheranno di mantenere.
A GORLAGO SI AFFRONTA IL NODO SOSTITUZIONI DOCENTI
L’Istituto Comprensivo Aldo Moro del comune di Gorlago include tre scuole medie e tre elementari dislocate anche nei vicini centri di Montello e Carobbio degli Angeli. Ha una popolazione di circa 970 alunni, che il 14 settembre riprenderanno le lezioni con orario ridotto e senza il servizio di refezione scolastica.
Il dirigente dell’istituto Marco Remigi spiega che al momento risultano scoperte quattro cattedre di matematica alle scuole medie, ma resta fiducioso sul fatto che l’impasse si possa sciogliere già la prima settimana. “Quest’anno il problema più grosso sarà la gestione delle sostituzioni – racconta. – Fino a prima del Covid-19, in questi casi, potevamo smistare gli alunni nelle altre classi. Ora non si potrà più fare e dovrò utilizzare altri docenti, 4 delle elementari e 2 delle medie, che finora avevano dato supporto sull’integrazione degli studenti”.
Il 35% degli allievi, infatti, è di origine straniera, a volte anche con situazioni di fragilità familiare alle spalle; in questo modo verranno meno per la didattica dei professori ai quali saranno assegnati meri compiti di sorveglianza, che per legge deve essere sempre effettuata da un insegnante.
L’aspetto logistico preoccupa meno il dirigente scolastico, che a fine luglio aveva già verificato un rientro in tranquillità nei medesimi spazi per il 90% dei ragazzi: solo in 3 o 4 casi saranno adoperati, al posto delle aule, alcuni laboratori. Nelle sei sedi sono stati previsti circa 15 punti di ingresso per favorire il distanziamento. “Certo, la didattica ne risentirà – aggiunge. – Attività come il canto non potranno essere svolte senza mascherina e quest’ultima si potrà togliere in classe solo garantendo la distanza”. Servirà una grande collaborazione con le famiglie, che avranno il compito di misurare la temperatura corporea a casa, e che dovranno essere sensibilizzate a cooperare al meglio.
Sulla ripresa delle attività extrascolastiche Remigi è fiducioso: “Sono momenti di valore e necessari per inculcare nei ragazzi l’importanza di avere un progetto di vita – afferma – toccando con mano quello che succede nel loro territorio. Quanto al Pmi Day, vorrei naturalmente portarlo avanti per gli allievi delle medie con tutte le cautele necessarie”.
VERDELLINO, LA SFIDA DI CONCILIARE LA DIDATTICA CON LE NUOVE PROCEDURE
Anche all’Istituto Comprensivo di Verdellino si condivide la preoccupazione per un organico completo solo sulla carta. Manca il 30% degli insegnanti ma qui il Covid-19 non c’entra e come spiega il dirigente scolastico Eugenio Mora è un problema che si ripropone ogni anno e che dipende dai meccanismi di reclutamento. “Sono assunzioni a tempo determinato – afferma – le cosiddette ‘nomine annuali’. La nostra non è una sede ambita. Siamo in un contesto territoriale complesso dal punto di vista economico e sociale. Il 45% degli studenti è straniero e molti di loro vivono a casa situazioni delicate”. L’istituto comprende due scuole per l’infanzia, due scuole primarie (elementari, ndr) e una scuola media per un totale di circa 900 alunni. Una popolazione nutrita a fronte di un comune, quello di Verdellino, tutto sommato piccolo che non raggiunge nemmeno gli ottomila abitanti.
Anche qui le lezioni cominceranno con orario ridotto e senza la mensa scolastica, che partirà a fine settembre. Il primo lavoro al quale Mora insieme al proprio corpo docente si prepara sarà quello di monitorare il buon funzionamento delle procedure previste nei protocolli di sicurezza. Uno sforzo enorme, partito già a fine giugno quando è stata effettuata la verifica degli spazi di tutte le classi. “Non si è trattato soltanto di costruire una griglia, un metro per un metro, che tenesse conto del distanziamento – racconta – ma di controllare e prevedere vie di fuga, esaminare l’apertura delle finestre e la collocazione dei termosifoni. Sono state necessarie verifiche sul campo di ogni singola aula per cinque edifici diversi”.
I finanziamenti arrivati dal ministero dell’Istruzione sono stati utilizzati per la formazione degli insegnanti e del personale non docente, nonché per l’acquisto di dispositivi di protezione individuale e di materiale di consumo. Per questi ultimi, l’auspicio è che arrivi tutto nei prossimi giorni.
“Sa qual è la criticità vera? – aggiunge Mora – Molte di queste procedure mal si adattano alla missione della scuola, che è formare lavorando sugli aspetti educativi e relazionali. Il distanziamento fisico fa a pugni con qualsiasi relazione, che è la leva dell’apprendimento non solo nel rapporto fra alunni e insegnante ma anche tra gli studenti stessi.
E il Pmi Day, al quale da molti anni l’Istituto Comprensivo di Verdellino partecipa, si farà? “Lo spero – conclude il dirigente scolastico –. Ci sono tante realtà imprenditoriali e molte eccellenze internazionali sul territorio. Poter continuare è fondamentale. Siamo attrezzati per organizzarlo da remoto e credo che anche modificando le modalità avrebbe il suo significato”.
ALL’ISTITUTO NATTA INGRESSO SU TURNI E FORMAZIONE INTEGRATIVA EXTRASCOLASTICA
Procedure già rodate e clima sereno all’Istituto Superiore Natta di Bergamo, diretto dalla professoressa Maria Amodeo. Certamente influisce l’età degli studenti, dai 14 ai 18 anni, più consapevoli rispetto ai bambini del primo ciclo dell’eccezionalità del momento e delle nuove misure da adottare nella vita di tutti i giorni.
La popolazione studentesca comprende 1.600 allievi suddivisi tra Liceo scientifico delle Scienze applicate (740) e Istituto tecnico in chimica, materiali e biotecnologie (860), cui si aggiungono 220 studenti della Fondazione Its Nuove tecnologie. La scuola ha riaperto i battenti il primo settembre per i corsi di recupero (ma aveva tenuto regolarmente anche gli esami di Stato a luglio, ndr) erogati a circa 550 studenti. Dal 14 settembre ragazze e ragazzi entreranno in classe su tre turni scaglionati alle 8, alle 10 e un quarto e a mezzogiorno e mezzo; ciò per consentire l’igienizzazione della struttura ad ogni ingresso. “Se c’è un ambiente sicuro e controllato quello è la scuola. – afferma la dirigente scolastica – Abbiamo obblighi di prevenzione e sicurezza di altissimo livello e stiamo formando i ragazzi all’adozione delle nuove procedure”.
Nessuna preoccupazione, quindi? “Non possiamo avere altrettanta sicurezza sui comportamenti dei ragazzi quando si trovano fuori dalla scuola. – sottolinea la docente – Quello deve essere frutto di un’educazione familiare e ai genitori che mostrano qualche perplessità, dal momento che chiediamo agli studenti di tenere la mascherina anche in classe, rispondiamo che si tratta di un’abitudine: più tempo la indossano, più si abituano”. D’altra parte, si tratta di un piccolo sacrificio richiesto a giovani che per prassi vengono già abituati, nell’uso dei laboratori, a una scrupolosa pulizia della postazione e degli strumenti una volta conclusa l’esercitazione (in copertina, una foto d’archivio dell’interno di un laboratorio).
Sul lato della didattica la riorganizzazione su turni ha imposto la riduzione dell’ora di lezione da 60 a 45 minuti. Per legge il curricolo dello studente deve raggiungere un totale di ore di formazione ricevute (1.056 per il triennio degli Its, 999 per il liceo). Con la nuova modalità, spiega ancora Amodeo, potranno essere garantiti attraverso didattica in presenza solo i 3 quarti, il resto avverrà al di fuori. La scuola pertanto sta lavorando per consolidare le convenzioni con centri di ricerca e aziende che possano offrire periodi di formazione didattica integrata.
Amodeo resta ottimista anche sulla ripresa di attività come il Pmi Day, uno dei numerosi filoni di collaborazione con Confindustria Bergamo nell’ambito education (dalla revisione dei curricola alle Borse di studio Gruppo chimici, per fare qualche esempio). “Siamo disponibili e a tale scopo sarà importante condividere le procedure – conclude – Questo territorio ha subìto uno shock enorme e non sarà facile ripristinare le stesse attività di prima, ma devo dire che durante il lockdown i ragazzi non si sono mai lasciati andare”.