
Un momento identitario ad alto impatto, in un territorio dinamico e strategico – quello di Bari, Barletta, Andria, Trani – dove negli ultimi anni decine di piccole e medie imprese, ma anche realtà grandi e più strutturate, hanno intrapreso e accelerato i loro percorsi di crescita.
Le Assise di Piccola Industria hanno offerto un’occasione di incontro a centinaia di brand, consentendo di valorizzare storie imprenditoriali di valore: persone, strategie, visioni, progetti. Ne abbiamo parlato con quattro imprenditori associati alla territoriale ospitante, Confindustria Bari Bat: Lucrezia de Gennaro, responsabile scientifico Lenviros, Elisa Capozzi, amministratore Kimya, Massimo Labruna, amministratore unico Labruna e Angelo La Volpe, amministratore delegato La Lucente.
Le Assise di Piccola Industria sono state un momento identitario di grande rilievo per il Sistema, nel quale le imprese si sono confrontate per elaborare linee d’azione comuni utili a costruire un percorso di sviluppo per le Pmi. Quale contributo o esperienza diretta ha voluto portare ai colleghi? Quanto conta – per lei e per la sua impresa – essere parte del network e contribuire alla definizione delle linee strategiche dell’organizzazione?

LUCREZIA DE GENNARO
LUCREZIA DE GENNARO, LENVIROS: La nostra è un’azienda che si occupa di consulenza in un ambito di nicchia sempre più attenzionato. Il contributo portato ai colleghi di Confindustria è legato all’ascolto del territorio, alle problematiche dei rapporti con gli enti di controllo, all’interpretazione e applicazione di norme e linee guida spesso poco chiare o tecnicamente inapplicabili, alla difficoltà di fare ricerca nelle pieghe del bilancio o sulla scorta dell’esperienza maturata nell’ambito di commesse. Tale fattispecie, ad esempio, esclude la possibilità di fare ricerca avulsa dalle attività quotidiane, precludendo la possibilità di guardare lontano nonostante ci siano idee innovative. Anche i finanziamenti mediante progetti regionali presentano criticità poiché prediligono il sostegno economico alle risorse umane, depotenziando la componente di dotazione strumentale innovativa.
Inoltre, è sempre più sentita la necessità di valorizzare la qualità in un contesto in cui si osserva sempre più uno svilimento della professionalità a vantaggio del mero profitto, perdendo di vista lo scopo ultimo della consulenza che dovrebbe supportare il cliente – che spesso considera le attività di monitoraggio ambientale un mero costo – nel controllo di processo e nel miglioramento delle performance ambientali.
Da sempre per la nostra azienda fare networking è di fondamentale importanza. Unire sinergicamente le forze aiuta a sostenere le idee, confrontarsi e avere un peso decisionale maggiore nei principali tavoli di discussione.

ELISA CAPOZZI
ELISA CAPOZZI, KIMYA: Le Assise di Piccola Industria sono state un’occasione preziosa, fin dai momenti di preliminare confronto fra imprenditori, nei differenti territori d’Italia. Ogni occasione è stata utile per condividere esigenze e per dare spazio a esperienze, in linea con i quattro temi di riferimento. L’evento finale ha consentito di trasformare i contributi in prospettive. Anche la più piccola e periferica delle aziende associate si è sentita protagonista del nuovo disegno che accompagnerà Confindustria nel prossimo futuro.
In occasione delle Assise, ho lanciato una sfida ai colleghi che hanno aderito al gruppo di lavoro su “Sostenibilità e Transizione green”. La sfida, naturalmente, nasce dall’esperienza dell’azienda che rappresento. Non si fa che parlare di obbligo a innovare. Per tutti, ma soprattutto per le piccole imprese.
Non potendo confrontarci ad armi pari con i grandi gruppi multinazionali della chimica fine, noi di Kimya abbiamo basato la strategia di posizionamento su scelte di innovazione di prodotto. Anni di ricerca nata dall’esperienza su grandi impianti industriali hanno consentito il lancio sul mercato di formulati green a basso impatto ambientale e con performance d’eccellenza. I risultati di questo costoso e impegnativo percorso? Meno significativi in Italia, rispetto all’estero. Nel nostro Paese è ancora diffusa la regola del prezzo basso come unica o prevalente variabile nell’acquisto di prodotti per il funzionamento degli impianti.
Nel processo decisionale riferito a queste forniture, interviene quasi esclusivamente la funzione acquisti. E poi interviene, a completare il quadro, una mentalità tendenzialmente conservativa, fatta di consuetudini consolidate e di responsabilità delegate. Perché avviare sperimentazioni innovative con il rischio che si possano verificare imprevisti? Allora, ho suggerito al gruppo, ai fini della transizione verso la green economy, che si sostengano specifiche condizioni in grado di agevolare la “prima prova” e la successiva adozione delle innovazioni. Queste condizioni riguardano regole nazionali, istituzionali e associative che, al di là di incentivi, sviluppino la giusta sensibilità verso l’innovazione e diffondano comportamenti disponibili e sfidanti all’interno delle grandi imprese.

MASSIMO LABRUNA
MASSIMO LA BRUNA, AS LABRUNA: I momenti di confronto sono sempre positivi perché permettono di condividere esperienze e idee. Ho partecipato al tavolo tematico “Sostenibilità e Transizione Green” portando una visione precisa su tale argomento. Sostenibilità e transizione non possono essere solo uno slogan. Le imprese sono pronte, hanno messo a punto soluzioni tecniche e tecnologiche che permettono la decarbonizzazione della mobilità. Il problema sono le infrastrutture che vanno chieste a gran voce al governo. Diventa strategico, pertanto, agire come sistema confindustriale per definire un percorso condiviso verso il 2035, che è dopodomani.

ANGELO VOLPE
ANGELO VOLPE, LA LUCENTE SPA: Abbiamo deciso di sostenere e promuovere questa iniziativa perché riteniamo che si sia trattato di un momento di confronto e dialogo estremamente utile per il sistema impresa, in un momento particolare e delicato per il nostro Paese. Il tessuto produttivo delle Pmi è il cuore pulsante e produttivo d’Italia. Per questa ragione anche un’impresa di grandi dimensioni come la nostra ha voluto fare la sua parte, in una modalità partecipativa che è stata quella di pieno appoggio e sostegno anche economico per la buona riuscita di un’iniziativa così importante ospitata nella nostra città d’origine.
Crediamo moltissimo nel confronto, dialogo, ascolto e percorsi di costruzione comune tra aziende. È nel nostro dna. Siamo tra i soci storici di Confindustria, nonché nel board di ANIP Confindustria (Associazione nazionale imprese di pulizia e servizi integrati, ndr). Per questa ragione, oltre ad essere stati sponsor promotori dell’Assise delle Pmi di Bari, questa primavera ci ha visto protagonisti di un’altra importantissima e strategica operazione di networking. Abbiamo infatti portato proprio qui nel capoluogo pugliese all’inizio di giugno l’assemblea europea degli azionisti del consorzio ECS – European Customer Sinergy, società paneuropea con un fatturato di quattro miliardi e oltre 135mila dipendenti mobilitati in tutta Europa.
L’evento ha rappresentato anche una vetrina per il territorio di Bari. Quali sono le sfide per la competitività dell’area e delle imprese locali, in questa fase così complessa?
LUCREZIA DE GENNARO, LENVIROS: La sfida è rappresentata dalla valorizzazione della qualità dei servizi e dei prodotti, la ricerca industriale e l’innovazione, la formazione degli interlocutori (imprenditori, enti di controllo, esperti di finanza innovativa, ecc.), veri motori della competitività.
ELISA CAPOZZI, KIMYA: Spiragli di ripresa e tensioni globali rendono la situazione particolarmente complessa. Ad un positivo fermento sviluppatosi a fine pandemia, è seguito un nuovo periodo di profondo disorientamento. Qualsiasi fenomeno si accentua e diventa insostenibile, se il riferimento è alla piccola impresa.
Secondo il mio parere, al tessuto locale di Piccola Industria occorrono: sostegno consulenziale di tipo manageriale, informazioni dettagliate e aggiornate sulle opportunità nei mercati globali, attività di scouting al fine di contatti utili. In sostanza, servono partner con cui parlare uno stesso linguaggio, condividere percorsi e obiettivi. Le istituzioni del territorio, in particolare, devono appropriarsi di una aggiornata cultura industriale. Solo così possono mettersi realmente al servizio degli operatori economici. E così pure gli organismi di ricerca devono orientare una parte degli investimenti su sperimentazioni che nascono da esigenze insoddisfatte del mondo della produzione industriale. Bisogna smettere di pensare che la piccola impresa abbia bisogno esclusivamente di sostegni economici.
Anche le grandi imprese del territorio hanno un compito importante. Quello di investire nella creazione di filiere a chilometro zero, con riferimento alle forniture industriali di prodotti e servizi. Attraverso indicazioni sugli investimenti da privilegiare, sulle procedure da attivare, sulle regole da rispettare per entrare nelle liste dei fornitori qualificati, le grandi imprese possono contribuire alla crescita delle piccole imprese e dell’intero territorio di riferimento.
MASSIMO LABRUNA, LABRUNA: Il territorio di Bari è pieno di eccellenze a livello nazionale e internazionale. La sfida per il futuro è la digitalizzazione. Per far questo abbiamo bisogno di connessioni a banda larga su tutte le aree industriali dove spesso si viaggia con velocità di pochi MB/sec. L’altra sfida è l’innovazione e Confindustria Bari-Bat si sta muovendo molto bene con l’Università e il Politenico per creare un tessuto di competenze e idee che favoriscano lo sviluppo tecnologico delle aziende locali.
ANGELO VOLPE, LA LUCENTE: La Lucente nasce a Bari nel 1922. Stiamo celebrando cent’anni di ininterrotta attività. Partiamo cent’anni fa come impresa locale per divenire oggi leader a livello nazionale nei servizi di cleaning e facility management. Le sfide per la competitività riguardano per il nostro settore la capacità di adattamento ad un mercato in rapidissima evoluzione e il saper integrare l’economicità e la sostenibilità dei servizi offerti.
A partire dall’anno 2020 la nostra società si è impegnata ad implementare una strategia per la gestione della sostenibilità con un particolare focus sui temi ambientali ed energetici. All’inizio di quest’anno abbiamo ottenuto la certificazione ISO 50001 “Standard internazionale per il miglioramento dell’efficienza energetica, il consumo e l’uso dell’energia” e siamo inoltre in procinto di pubblicare il nostro primo rapporto integrato “anno zero”, proprio a sottolineare l’impegno concreto e proattivo su questi temi.
Lo sviluppo delle nostre attività, la qualità dei nostri processi e servizi, la salute e sicurezza dei lavoratori, la tutela ambientale, la tutela dei diritti delle persone, il rispetto delle normative sono gli elementi della nostra strategia. Il miglior utilizzo dei vettori energetici – siano essi il combustibile per i nostri automezzi o l’energia elettrica per le nostre strutture – è uno dei temi sui quali stiamo lavorando attivamente.
L’altra sfida del mercato è senz’altro quella relativa alla digitalizzazione e informatizzazione, con l’obiettivo di una sempre maggiore condivisione delle informazioni. Da questo punto di vista la pandemia ha rappresentato un acceleratore potente. Ad esempio, abbiamo progettato insieme ad Expriva SpA, anch’essa sponsor partner di questa Assise, nonché società leader nella fornitura di servizi digitali quotata in borsa, una piattaforma informatica che garantisce in tutti i nostri appalti una puntuale tracciabilità dei flussi informativi per l’esecuzione delle commesse, oltre a facilitare e ottimizzare l’archiviazione documentale legata alla commessa. Il software si chiama CENTO, poiché dopo una fase sperimentale è stato lanciato parallelamente alle celebrazioni legate all’anniversario aziendale, proprio a voler indicare che La Lucente cuce storicità e innovazione per offrire ai propri clienti uno dei migliori approcci in tema facility management sul mercato.
Due ragioni-chiave che evidenzierebbe ad un’azienda non associata, per entrare in Confindustria.
LUCREZIA DE GENNARO, LENVIROS: La possibilità di sinergia con il network e la condivisione di esperienze, obiettivi, criticità.
ELISA CAPOZZI, KIMYA: Se rifletto un attimo sulle ragioni per cui la mia azienda ha aderito a Confindustria, è facile capire le ragioni per cui è bene associarsi. Confindustria eroga servizi ai soci e fa rete tra gli associati e con gli interlocutori esterni. Questo mi ha consentito di vedere risolti molti problemi legati alla gestione. Ma mi ha soprattutto permesso di apprendere, confrontarmi, crescere. Confindustria esercita un potere di rappresentanza presso interlocutori politici e istituzionali, operatori finanziari, stampa, investitori. Questo mi ha consentito di vedere tutelate le istanze della mia e di tante altre aziende, ha contribuito alla diffusione di cultura industriale sul territorio, ha garantito la giusta attenzione da parte degli interlocutori strategici per la crescita.
MASSIMO LABRUNA, LABRUNA: Il successo di un’ impresa dipende dalla molteplicità di occasioni di crescita che riesce a generare, costruire e intercettare. Confindustria rappresenta il luogo perfetto dove poter confrontarsi con altri imprenditori, stimolando nuove visioni e conoscenze, espandendo a grappolo le possibilità di crescita e avendo la possibilità unica di progettare il futuro economico italiano. Entrare in Confindustria significa anche avere a disposizione un pool di esperti di altissimo livello, che possono affiancare e accompagnare le strutture aziendali nello sviluppo dell’attività imprenditoriale.
ANGELO VOLPE, LA LUCENTE: Sicuramente il networking e l’accelerazione di percorsi di progettazione e sviluppo congiunto. Per noi una delle esperienze maggiormente edificanti in tale ambito è rappresentata dalle comunità energetiche. Il 18 febbraio scorso, grazie al protocollo siglato tra Confindustria Bari-Bat, Consorzio Asi di Bari e 13 imprese del territorio, è nata la prima Comunità Energetica del Sud.
La Lucente, nel solco della responsabilità sociale d’impresa e dei valori che animano l’azienda sin dalla propria nascita, un secolo fa, è tra le imprese aderenti al progetto per affrontare in squadra il serissimo problema dell’energia. Per un’azienda come la nostra le comunità energetiche rappresentano una straordinaria occasione per costruire un futuro più sostenibile a partire dalla concretezza di una rete territoriale. Un’idea vincente per approcciare un tema strategico a livello globale e che La Lucente pone al centro del proprio disegno. Questo a conferma di come per noi la sostenibilità non sia un optional, ma strategia integrata al business.