
Sono numeri assolutamente confortanti quelli che stanno dando sostanza al 2022 del Royal Hotel Sanremo (nella foto in alto), storico albergo della Riviera dei Fiori che dimostra di avere gli strumenti architettonici e gestionali per poter uscire, in modo definitivo, dalla morsa economica generata da pandemia e guerra in Ucraina. Riposizionamento sul mercato a cui la direzione dell’hotel extralusso – sette milioni di euro di fatturato nel 2021 a fronte di 160 dipendenti, e che quest’anno festeggia i suoi primi 150 anni di vita – ha affidato presente e futuro scegliendo la strada del turismo leisure, tipo di vacanza molto apprezzato soprattutto dalla clientela internazionale.

MARCO SARLO
“Devo dire che sta procedendo tutto molto bene e già ora siamo oltre le medie del 2019, anno splendido per noi – sottolinea Marco Sarlo, consulente dell’amministratore delegato del Royal Hotel Sanremo –. Abbiamo sfruttato al meglio il web marketing e rioccupato gli spazi vuoti lasciati dalla clientela russa e ucraina, che prima del conflitto incideva intorno al 10% nel nostro fatturato. Stranieri che, a differenza del passato, costituiscono l’85% degli ospiti dell’hotel: tra loro spiccano in particolare i francesi, seguiti da tedeschi, svizzeri e inglesi, mentre siamo particolarmente contenti di aver registrato una maggior presenza di nordeuropei e, ancora di più, il ritorno dopo due anni di assenza dei nordamericani”.
Risultati tangibili, spiegabili anche con l’attenzione posta dai vertici dell’hotel sanremese sulla cura dei dettagli oltre che su una maniera di agire pronta. “Capito che la situazione andava gestita in un certo modo, siamo semplicemente partiti prima degli altri. Quando molti alberghi delle città d’arte, e non solo, erano ancora chiusi e il settore congressuale non si era rimesso in moto, lo scorso anno noi eravamo già in grado di offrire vacanze adatte a chi vuole passare il tempo libero in un contesto alberghiero d’alto livello – chiarisce Sarlo –. E così a luglio e agosto, nonostante l’apertura forzatamente in ritardo rispetto al recente passato, siamo riusciti ad andare veramente bene”.
In parecchi arrivano in Liguria per godere anche della piscina, unica nel suo genere, pensata dall’architetto Gio Ponti nel 1948, come pure della straordinaria vista che offre il parco subtropicale o della spiaggia esclusiva. “I nostri ospiti hanno a disposizione un hotel che ha il suo interno quella che è considerata una vera propria opera d’arte: la piscina simil laghetto alpino profonda quattro metri, riempita d’acqua di mare rigenerata e mantenuta a 27 gradi di temperatura, disegnata dal maestro Ponti quando a Sanremo l’alta stagione non era quella estiva come ora, ma andava da dicembre a marzo – spiega Sarlo –. Oltre a questo, il Royal Hotel Sanremo può offrire ai propri clienti l’esperienza indimenticabile della partecipazione al Festival della canzone, i circa 200 eventi che ogni anno propone la città, ma pure i 1.200 chilometri di percorsi outdoor da scoprire sulle colline alle nostre spalle”.
Ma quello che negli ultimi tempi ha catturato maggiormente l’interesse degli amanti di questa parte d’Italia è il whale watching, passione che Sanremo è in grado di facilitare con diverse proposte. “Venire a vedere da vicino le balene nel Santuario Pelagos, il triangolo marino che unisce Toscana, la penisola di Giens in Provenza e la Sardegna, è diventato l’obiettivo di molti. Sono infatti quasi 800 i cetacei che frequentano quest’area marina specialmente d’estate”.
Per quanto riguarda, invece, l’aumento dei prezzi energetici e delle materie prime, il Royal Hotel Sanremo ha dovuto fare alcuni passi per non farsi trovare impreparato nell’ipotesi peggiore. “Ho dovuto prevedere nel bilancio il raddoppio del budget dei costi del 2019, arrivando a 1,1 milioni di euro, con la speranza che non si vada oltre – auspica Sarlo –. Abbiamo problemi pure in cucina, con l’olio di girasole che sta scarseggiando tra i nostri fornitori, ma sono importanti a tavola nel trattamento delle intolleranze alimentari. Inoltre, dobbiamo fare i conti con l’ormai cronica difficoltà di reperimento di figure lavorative stagionali e in particolare con la carenza di cuochi e camerieri”.

ALLESTIMENTO SERALE ALL’APERTO