
È cambiato un po’ tutto nell’ultimo anno alla Anicrin, azienda che si è reinventata dopo il passaggio di proprietà che ha determinato un cambio di rotta sostanziale nel modo di gestire soprattutto le dinamiche all’interno degli stabilimenti di Scorzè, in provincia di Venezia. La Pmi veneta – 3 milioni di euro di fatturato nel 2020 e 15 dipendenti – si occupa dello stampaggio di articoli in plastica, prediligendo la loro applicazione nel mondo della batteriologia oltre che in quello della diagnostica chimico clinica e farmaceutica.

ENZO BONATO
Rilevata nel luglio del 2020 dal gruppo iMilani, Anicrin era nata, a metà anni ‘80 del secolo scorso, come impresa specializzata nella lavorazione dei crini di cavallo, per poi virare verso la plastica compreso che non ci sarebbe più stato spazio in un mercato invaso da prodotti cinesi.
Da quel momento in avanti l’azienda ha assunto un profilo ancor più internazionale, fino alla rivoluzione voluta dai nuovi proprietari. “Abbiamo da subito puntato ad implementare i concetti fondanti dell’Industry 4.0, ma anche a far capire ai nostri addetti l’importanza di riuscire a fare squadra attraverso anche il potenziamento di pratiche di welfare aziendale a cui teniamo molto e che vengono applicate anche nelle altre due imprese del gruppo. E siamo stati parecchio contenti, inoltre, di aver sentito parole del tipo ‘ho un lavoro diverso senza aver dovuto cambiare azienda’ pronunciate da una nostra dipendente dopo i tanti cambiamenti apportati”, spiega l’amministratore delegato di Anicrin, Enzo Bonato.
L’idea è quella di far partecipare il personale, con sempre maggiore frequenza, a momenti della giornata dedicati alla cura del corpo. Obiettivo, quello di un coinvolgimento a trecentosessanta gradi nella tutela della salute, diventato un vero e proprio cavallo di battaglia per il gruppo iMilani. “Siamo partiti, tra la curiosità generale con queste giornate in cui è centrale la ricerca del benessere fisico – chiarisce l’ad dell’azienda di Verzè –. Tra le altre cose abbiamo diviso i lavoratori in gruppi e, con l’aiuto di personale sanitario specializzato, abbiamo cominciato a parlare di prevenzione oncologica. In altre occasioni il discorso si è spostato, per chi voleva, sulla forma fisica, con screening generale gratuito propedeutico alla seconda fase del progetto. Da fine agosto, infatti, partirà in azienda un servizio personalizzato di fisioterapia, con la presenza fissa di specialisti all’interno di un camper attrezzato”.
Uno step ulteriore che permetterà di migliorare lo stato fisico di chi è interessato a questo innovativo approccio al welfare. “I nostri dipendenti, oltre alle quattro sessioni di fisioterapia di 45-50 minuti loro dedicate, potranno poi richiedere anche un programma di esercizi da fare in autonomia a casa. E credo proprio abbiano compreso lo sforzo fatto per metterli nella condizione di poter contare su queste attività di salvaguardia della persona”, conferma Bonato.
Nel frattempo, il core business di Anicrin si conferma quello legato al settore medicale, diagnostico e, più in generale, della prevenzione. “Tra le altre cose ci occupiamo di fornire i nostri clienti di contenitori per prelevamento di sangue, feci e facciamo i tamponi rapidi per il rilevamento del Covid-19. Abbiamo richieste sia dall’Italia che dall’estero, con il fatturato proveniente da commesse oltre confine stimabile intorno al 30%. In Germania siamo presenti abbastanza capillarmente, ma pure in Inghilterra il brand Anicrin ha parecchi estimatori. Tutto questo è il frutto anche degli investimenti pari a 4,5 milioni di euro in macchinari all’avanguardia e cablaggio che pensiamo ci consentiranno di far crescere ulteriormente l’impresa”, sottolinea l’amministratore dell’azienda con sede nel veneziano.
Anche con la gente e le istituzioni del territorio il rapporto è diventato via via sempre più stretto, considerata la volontà della nuova proprietà di Anicrin di non spostare il quartier generale dell’azienda in altra zona. “Hanno capito subito che non avevamo alcuna intenzione di delocalizzare e, quando è stato possibile, abbiamo cercato di confermare i fornitori locali per garantire un senso di continuità con il passato. Tutto questo si è potuto fare anche per la collaborazione che ci ha dato con continuità Confindustria Venezia, sempre coinvolta da noi nei processi seguiti al passaggio di testimone dell’estate passata”.