
Negli ultimi vent’anni, malgrado gettonatissimi slogan quali “Africa Rising”, “Aspiring Africa”, “The scramble for Africa”, nessuna campagna di comunicazione ha intaccato le basse aspettative internazionali sul futuro dell’Africa. Poi è arrivato il Covid-19: ogni paese, ogni macroarea ha imparato qualcosa sulle sue fragilità e persino l’Europa si è scoperta improvvisamente vulnerabile, sia dal punto di vista sanitario che da quello economico. Ma che fosse fragile sotto molti punti di vista (infrastrutture, sistemi sanitari, finanze, debito pubblico) l’Africa invece lo sapeva già. E mentre l’opinione pubblica internazionale nei primi mesi del 2020 si interrogava sul perché in Africa i numeri della pandemia, benché alti, fossero al di sotto delle previsioni e di minor impatto rispetto al suo 1,3 miliardi di abitanti, il continente africano ha continuato a costruire il proprio futuro.
Il 1° gennaio 2021 è infatti entrata in vigore l’AfCFTA, l’Area di libero scambio continentale africana più grande del mondo. Un accordo “rivoluzionario” per la creazione un mercato unico africano per i beni e servizi e la circolazione dei capitali, che segna l’inizio di una nuova era in tutte le questioni commerciali nel continente africano.
Il suo tratto distintivo, rispetto ad altri accordi dello stesso tipo è il basso livello di commercio intra-continentale dell’Africa, ad oggi attestato a meno del 20% (in Europa è pari a circa il 70%, in Asia il 50%). Un dato che dà anche la misura del potenziale di crescita ancora inesplorato per le economie nazionali africane.
Come primo effetto l’accordo consentirà alle aziende africane di negoziare più facilmente sul continente e soddisfare direttamente le richieste del mercato africano con conseguente effetto leva su industrializzazione e integrazione tra le economie del continente. E porterà anche ad una vera rivoluzione delle infrastrutture, che non dovranno più fare arrivare prevalentemente ai porti le materie prime, bensì interconnettere commercialmente paesi dello stesso continente, sganciandolo in modo progressivo dalla dipendenza dalle catene di approvvigionamento estere.
Superata la fase di approvazione politica, la Free Trade africana entra ora in fase di attuazione, aprendo prospettive di opportunità di enorme rilievo per le imprese italiane, spesso finora frenate dalle limitate dimensioni dei singoli mercati nazionali. Ma ci sono ancora complessi negoziati da portare a termine su argomenti nevralgici, quali l’armonizzazione di regolamenti e standard, la riduzione dei costi di trasporto, il progressivo allentamento dei controlli alle frontiere e, infine, lo sviluppo delle infrastrutture, vitale per l’Africa.
Argomenti complessi e apparentemente lontani dalla quotidianità delle imprese italiane. Per questo l’Ambasciata d’Italia in Sudafrica organizza il prossimo 11 marzo il webinar “The African Continental Free Trade Area (AfCFTA): opportunities, constraints and way ahead” per fare il punto sull’avanzamento dell’accordo e dei negoziati in alcuni campi specifici e, in particolare, sui vantaggi per la business community italiana, con un focus sul Sudafrica, il paese più avanzato del continente per infrastrutture e diversificazione dell’economia. In sintesi: Africa come grande opportunità per il made in Italy.
Ne approfondiranno gli aspetti, tra gli altri, l’Ambasciatore d’Italia in Sudafrica Paolo Cuculi, il presidente di Confindustria Assafrica & Mediterraneo Massimo Dal Checco e per la prima volta il Rappresentante del Segretariato della AfCFTA, la “Cabina di Regia” della Free trade africana, insediatosi nella sede di Accra ad agosto 2020.
Informazioni e iscrizioni a questo link.