Introdotto nel gennaio 2014 nell’ambito della Direttiva e del regolamento europei sui requisiti patrimoniali della banche (cosiddetto Pacchetto CRD 4, che ha recepito l’Accordo di Basilea 3), lo strumento consiste in un fattore di ponderazione che permette di ridurre per le pmi e per affidamenti inferiori a 1,5 milioni di euro l’accantonamento di capitale di vigilanza effettuato dalle banche a fronte dei portafogli di crediti erogati per l’appunto alle pmi.
Evitando l’incremento dei requisiti patrimoniali richiesti alle banche, è stato possibile scongiurare il rischio di un ulteriore razionamento dell’offerta di credito. Nella lettera si definisce lo “Sme supporting factor” “uno strumento che può aiutare le pmi a giocare il loro ruolo di guida della crescita economica” e si chiede alla Commissione non solo di mantenerlo, ma anche di applicarlo al fine di “aiutare le piccole e medie imprese a giocare pienamente il loro ruolo nel ridurre il tasso di disoccupazione e sostenere la crescita nell’Unione europea”.
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Più credito alle PMI europee – Il Sole 24 Ore