Scenari tecnologici inediti con cui confrontarsi e una cultura digitale maturata con diversi anni di anticipo rispetto alle pianificazioni portano le aziende a dover rinascere. Non è un processo indolore perché il nuovo scenario impone alle aziende di misurarsi con rinnovati set di valori portati dal nuovo contesto competitivo. Il 2020 è un anno spartiacque: da buon anno zero dividerà le aziende in quelle che hanno saputo interpretare il cambiamento e quelle che ancora cercano nel 2019 modelli probabilmente difficili da riproporre.
Quali sono, quindi, le caratteristiche delle aziende del prossimo decennio? Come saranno strutturate e quali valori dovranno portare nel futuro?
Verso imprese planet centric e rigenerative
Nel 2019 il ceo di Blackrock, una delle principali multinazionali degli investimenti con sede a New York City, ha annunciato il taglio di qualsiasi investimento in aziende che non fossero sostenibili in ogni aspetto economico, sociale e ambientale. Nel 2021 il World Economic Forum ha previsto l’evoluzione di una economia definita “nature-positive” che nel 2030 potrebbe arrivare a valere 10,1 trilioni di dollari.
Secondo Pwc, nel 2020 gli investimenti in Climat Tech sono cresciuti cinque volte più velocemente di tutti gli altri investimenti, compresi quelli legati a mercati strategici come lo sviluppo di Intelligenza Artificiale. Le prime due missioni del nostro Pnrr riguardano digitale ed ecologia.
Questi sono solo alcuni dei segnali, non più deboli, di una economia che si trasforma da customer centric a planet centric e da “impatto zero entro…” a “impatto positivo e rigenerativo”. Prendersi cura del pianeta esce dalle caratteristiche accessorie di ogni business e diventa una condizione indispensabile per il successo.
Il primo passo? Saper misurare gli impatti, non solo quelli diretti – portfolio energetico utilizzato e impatti sul pianeta del proprio sistema produttivo – ma anche quelli secondari in upstream, ovvero misurazione dell’intera catena del valore di approvvigionamento delle materie prime ai semilavorati, dalla logistica ai servizi, e in downstream, cioè misurazione dei prodotti e servizi in opera fino al fine vita.
Il team? Non sarà più quello di una volta
Il futuro sarà fatto di aziende diffuse, multiculturali, con dinamiche cross-funzionali e che sapranno superare la dimensione fisica delle relazioni. Presenziare a una riunione in cui persone dello stesso team, con lo stesso background e presenti fisicamente in azienda diventerà una condizione sempre più rara e obsoleta. I nuovi problemi richiedono team multidimensionali con membri che spesso non apparterranno nemmeno alla stessa azienda, ma saranno composti da fornitori, consulenti e clienti. Non saranno nemmeno nella stessa stanza e forse nemmeno nello stesso meridiano perché le competenze dovranno essere reperite ovunque si generino. Anche se le catene del valore tenderanno ad accorciarsi i perimetri delle aziende tenderanno a globalizzarsi.
Il passaggio più difficile della ripartenza? La gestione delle situazioni ibride sta mettendo in difficoltà tutti, dalle piccole aziende alle grandi multinazionali. La conduzione di un meeting con persone miste tra presenza e remoto o l’organizzazione degli spazi e dei flussi negli headquarter stanno generando diversi dubbi e incertezze.
Alcune aziende, infatti, hanno già optato per la restaurazione del regime 100% in ufficio delle proprie risorse, mentre altre cercano un equilibrio tra le diverse esigenze e aspettative che la pandemia e lo smart working hanno generato. Si vocifera che addirittura le grandi multinazionali tecnologiche, che prima avevano adottato una filosofia senza nessun vincolo di presenza in ufficio, oggi stiano progettando un 50% con tutti dentro e un 50% con tutti fuori.
Un modo per uscire dall’impasse da quell’ibrido che promette grandi benefici ma con il quale non abbiamo ancora preso le misure.
Macinare dati per anticipare i trend
Il nuovo contesto tecnologico porterà ad un abbassamento dei costi della capacità previsionale delle imprese. Machine learning, 5G, grandi disponibilità di dati e capacità computazionale porteranno le aziende ad utilizzare tecnologie previsionali per gestire ogni parte della catena del valore: dalla capacità di dimensionare e programmare gli acquisti di materie prime fino alla scelta dei canali di distribuzione. Le aziende vivranno accompagnate da emulatori digitali, i Digital Twins, che ne monitoreranno ogni aspetto permettendo al management di pianificare, innovare e testare soluzioni in sicurezza.
La capacità di operare sui mercati non sarà più reattiva ma basata su anticipazioni in tempo reale delle condizioni migliori in cui operare, modificando non solo le logiche di marketing e vendita ma anche quelle produttive.
Da dove iniziare oggi? La raccolta dei dati non solo all’interno del proprio sistema-azienda ma in tutta la catena di fornitura e distribuzione diventa il punto di accesso minimo per costruire capacità previsionale. Catene del valore integrate e trasparenti dove i dati possano essere condivisi in tempo reale, in modo trasparente ma soprattutto garantito diventa la condizione abilitante essenziale.
Ad oggi le aziende hanno ancora molte delle loro informazioni divise in silos, disaggregate, ridondanti e spesso discordanti. Serve agire subito per organizzare “the single source of truth” delle informazioni, preparando già la strada all’apertura al resto della catena del valore.
Il successo dei clienti al primo posto
Il nuovo scenario tecnologico è destinato ad appiattire i vantaggi competitivi tradizionali che diventano sempre più difficili da difendere. Se le aziende non sapranno coniugare digitalizzazione e gestione dei dati ad una strategia orientata a proteggere il successo dei propri clienti, rischiano l’estinzione nel prossimo decennio. Una buona gestione della customer experience da sola non basta più, conta il risultato che il cliente è in grado di ottenere attraverso i prodotti e i servizi che acquista.
Come reagire? La risposta nasce dai modelli Anything as a service (XaaS) e dalla subscription economy, grazie al quale tutti i dipartimenti dell’azienda, lavorando in modo integrato, generano maggior valore per sé stessi e per i clienti. Che l’impresa si occupi di software, retail, assicurazioni o macchinari industriali, il customer success è il punto di partenza per la gestione delle relazioni future.
Competitive? No! “Coopetitive”
In piena prima ondata pandemica Ibm, Amazon, Microsoft e Google hanno unito le loro forze per supportare la ricerca condividendo capacità computazionale e servizi di Intelligenza Artificiale. Grandi competitor nel mondo dei servizi cloud e partner in una sfida collettiva in cui lo sforzo comune ha saputo fare la differenza.
Le aziende digitali nel tempo hanno saputo sfidarsi e contemporaneamente collaborare per permettere alle loro industrie di crescere. Da sempre, infatti, la tecnologia lavora con principi contrari a quello dei mercati basati su beni: non è la scarsità ad aumentarne il valore ma la disponibilità, la diffusione e l’utilizzo.
Le aziende del prossimo decennio dovranno imparare a lavorare in modo “coopetitivo”. Le sfide legate alla salvaguardia del pianeta e la complessità crescente delle soluzioni che vengono portate nei mercati richiederanno sempre di più collaborazione e coordinamento di tutti i player. Le catene del valore saranno molto più integrate digitalmente, corte e allo stesso tempo diffuse. I mercati saranno divisi in ecosistemi di business in cui molti player collaboreranno con relazioni tracciate, chiare e trasparenti. Tecnologie come la Blockchain e i Digital Twin diventeranno strategiche per la strutturazione delle infrastrutture che governeranno queste collaborazioni e tutte le competizioni.
(Articolo tratto dal numero di luglio dell’Imprenditore –
L’autore è componente del Comitato Scientifico Consultivo di Piccola Industria)