
Due anni fa abbiamo celebrato su queste pagine un importante anniversario: il diritto delle donne all’elettorato attivo e passivo, che nel 2016 compiva i suoi primi 70 anni. Abbiamo ripercorso le tappe della crescita delle presenza femminile nella politica e nelle istituzioni, ricordando ad esempio Tina Anselmi, prima donna a ottenere un incarico di governo quando nel 1976 divenne ministro del Lavoro e della Previdenza sociale, o Nilde Iotti, che nel 1979 fu eletta Presidente della Camera.

STEFANO ZAPPONINI
A quasi quarant’anni di distanza il cammino prosegue e si aggiunge un’altra tappa importante: Maria Elisabetta Alberti Casellati è la prima donna Presidente del Senato, seconda carica dello Stato. Possiamo ritenerci soddisfatti? Ancora no e per dirla con le parole del Presidente Sergio Mattarella “il percorso delle istituzioni sarà completato quando vi sarà una donna Presidente del Consiglio e un’altra al Quirinale”. Una maggiore presenza femminile, tuttavia, non è auspicabile soltanto nella politica, ma anche nel mondo del lavoro perché come ci ricorda la presidente della Fondazione Marisa Bellisario, Lella Golfo, il tasso di occupazione femminile nel nostro Paese si ferma a meno del 50%, con una grande dispersione in termini di valore e capitale umano.
Molto possono fare le aziende, mettendo in campo politiche organizzative che aiutino a conciliare la vita professionale con quella familiare, ma allo stesso tempo occorre promuovere un cambiamento culturale profondo che, da una parte, incoraggi una più equilibrata redistribuzione del carico familiare e dall’altra assegni maggior valore alla produttività individuale e meno alle ore passate fisicamente sul luogo di lavoro. L’ufficio non è un fortino da presidiare – pena l’arretramento nella carriera – ma grazie alla tecnologia è uno spazio di lavoro che nel caso di molte professioni possiamo ricostruire a casa o altrove avendo a disposizione semplicemente un telefono e il pc. Abbiamo scelto di tornare ad occuparci di questo tema perché riteniamo importante mantenere alta l’attenzione. Guai a considerarlo residuale o un argomento solo femminile. Un tema carico di opportunità da cogliere, che riguarda tutti noi, l’impronta che desideriamo dare alle nostre aziende, il modello di società che vogliamo costruire.