Veniamo da mesi impegnativi per il Paese sia sul piano umano che lavorativo. La crescita esponenziale dei contagi ha spazzato via abitudini e certezze, arrivando, nel giro di poche settimane, ad un lockdown quasi totale. Unici esclusi il sistema sanitario, la macchina legata all’emergenza chiamata a dare il massimo per far fronte al Covid-19, e le attività produttive necessarie.
In tale contesto è emersa con forza l’attività del PGE, il Programma Gestione Emergenze di Confindustria, nato a Fermo otto anni fa per rispondere al sisma dell’Emilia e diventato progetto nazionale nel 2016 quando ha dovuto fare fronte ai terremoti del Centro Italia. Sotto il board guidato da Piccola Industria Confindustria – attivo e propositivo h24 – e con il supporto della sua rete diffusa, composta da 140 imprenditori e referenti delle associazioni territoriali e di categoria del sistema, è rimasto sempre a disposizione delle imprese raccogliendone esigenze, criticità, identificando le priorità, coordinando le iniziative e definendo procedure uniformi.
“I riscontri positivi che abbiamo ricevuto sono molti e molte sono le imprese e le comunità che siamo riusciti ad aiutare dando supporto, certezza, soluzioni per affrontare una sfida senza precedenti – conferma Carlo Robiglio, Presidente Piccola Industria Confindustria. – Risultati raggiunti, giorno dopo giorno, che confermano ancora una volta la valenza del PGE, della rete di persone, relazioni e competenze che lo animano e che sono unite da un encomiabile spirito di servizio e da una profonda passione. La valenza di uno spaccato di quell’Italia che funziona, di un grande gioco di squadra che riempie d’orgoglio”.
Già a fine febbraio, con l’avvicinarsi dell’emergenza Covid-19, il PGE ha messo in campo diverse azioni con la finalità di sostenere la continuità produttiva e la massima tutela della salute dei lavoratori e, più in generale, del Paese. Un compito articolato e complesso svolto in contatto con il Dipartimento della Protezione Civile, il Commissario straordinario per l’emergenza Domenico Arcuri, Invitalia, e con i diversi ministeri interessati e sempre in stretto raccordo con le aree tecniche e la “Task force coronavirus” di Confindustria, oltre alle associazioni del sistema maggiormente coinvolte. Tra queste, Confindustria Dispositivi Medici e Assosistema.
“Era il 23 febbraio, domenica, quando abbiamo attivato la nostra task force interna per definire e stabilire le misure che avremmo adottato per fronteggiare quella che poi si sarebbe rivelata una vera tragedia. Con una grande mole di lavoro, senso di responsabilità e capacità organizzativa, il PGE si è attivato e il 24 febbraio veniva previsto, almeno per le zone rosse, in maniera automatica lo smart working e venivano messe in cantiere le necessarie misure preventive e protettive – ricorda Giancarlo Turati, vice presidente Piccola Industria Confindustria e componente della Task Force PGE. – Con il diffondersi della crisi sono poi arrivati nel giro di un mese almeno 150 provvedimenti da parte delle varie istituzioni coinvolte dall’emergenza e questo ha reso ancora più indispensabile l’impegno di tutta la rete del PGE nel fornire informazioni operative alle imprese del Sistema”.
Decisiva è stata, nelle prime fasi della crisi, l’attività svolta per ridurre l’incertezza che, a seguito dell’estendersi della zona rossa, delle numerose ordinanze e della eccessiva discrezionalità presente a livello locale, rischiava di compromettere pesantemente la continuità operativa di molte imprese.
Grazie alle antenne sul territorio e al coordinamento centrale, sono state raccolte le criticità più diffuse, identificati gli aspetti prioritari su cui fare chiarezza per poi condividere questo patrimonio di informazioni con il Dipartimento della Protezione Civile e i ministeri interessati così da sollecitare interpretazioni uniche ad ogni livello.
Da qui è poi proseguito il lavoro rivolto a dare certezza alle imprese, specie se piccole e meno informate, sui corretti comportamenti da adottare per poter continuare in sicurezza la propria attività. Un percorso che ha portato al “Protocollo di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus negli ambienti di lavoro”, condiviso dalle parti sociali il 14 marzo e aggiornato, successivamente, per tenere conto della Fase 2.
Sono state anche molte le soluzioni normative proposte dal PGE e recepite, grazie alla forte azione di Confindustria, nei provvedimenti adottati nei giorni più difficili della crisi, nell’interesse delle imprese e delle comunità.
Con il diffondersi del contagio sia in Italia che negli altri paesi europei, le azioni del PGE si sono concentrate sugli approvvigionamenti di Dpi (Dispositivi di protezione individuale, ndr) cercando di rendere meno complesso il reperimento sul mercato di mascherine certificate da parte delle imprese italiane.
ln risposta all’esigenza del Paese di liberalizzarne l’importazione, si è definita l’intesa con il Commissario per l’emergenza, che di fatto ha velocizzato le procedure di sdoganamento di Dpi e mascherine chirurgiche ordinate dalle imprese associate a Confindustria tramite specifici “accordi quadro” siglati da Piccola Industria. In pochi mesi sono state messe a disposizione del sistema più di 12 milioni di mascherine, tra chirurgiche e FFP2, a prezzi competitivi e togliendo alle Pmi associate tutte le complessità gestionali e logistiche collegate all’approvvigionamento di questi beni.
Ma non solo. Il PGE ha fornito il suo sostegno al sistema di Protezione Civile con donazioni provenienti da queste importazioni e fornendo, al contempo, contatti diretti con aziende, anche all’estero, produttrici di Dpi e di altri beni necessari per rispondere all’emergenza che, proprio su richiesta della Protezione Civile, hanno aumentato la loro capacità produttiva. Con l’obiettivo di contribuire a mettere in sicurezza il Paese, potenziandone la capacità produttiva di beni “Anti Covid-19”, il PGE ha mappato le imprese interessate a riconvertirsi mettendole poi in contatto con Invitalia e con il ministero dello Sviluppo economico per i successivi approfondimenti tecnici, richiedendo inoltre l’introduzione di agevolazioni ad hoc.
Tra l’altro, sono state raccolte informazioni su disponibilità di macchinari, spazi produttivi, potenziali rami di aziende da attivare segnalandole alle istituzioni competenti, così da creare nuove possibili filiere e sostenere una riconversione produttiva di qualità. Questo anche in risposta a molte imprese associate in possesso di capacità produttiva e know how adeguato a produrre Dpi e Dm (dispositivi medici, ndr), che però scontavano la carenza di materie prime adeguate (TNT e melt-blown) indispensabili per la loro riconversione.
Ultimo, ma non per importanza, è lo spazio web dedicato alle aziende che producono materiali e forniscono servizi “Anti Covid-19”. A pochi giorni dal lancio, i fornitori presenti nel data base accessibile dalla homepage di Confindustria sono più di 350, un numero in costante crescita e sono già molti i contatti creati grazie a questo nuovo spazio virtuale. Una conferma di come questo servizio strategico rappresenti una grande opportunità per imprese, enti e utilizzatori che in un unico hub possono entrare in contatto con i partner per produrre in continuità e in sicurezza.
“La difesa della continuità produttiva – spiega Diego Mingarelli, vice presidente Piccola Industria Confindustria con delega alla Resilienza e PGE – è un obiettivo del PGE e rappresenta un valore per l’intero sistema Italia; è una componente fondamentale per la coesione sociale della comunità e una base indispensabile per il futuro che andremo a riscrivere e ricostruire. Per questo stiamo lavorando grazie al PGE per favorire nel Paese il passaggio dalla cultura dell’emergenza a quella della resilienza, per rendere le nostre imprese e le nostre comunità capaci di reagire ma anche di agire in termini di prevenzione”. L’emergenza ha fatto capire chiaramente che non è possibile abbassare la guardia perché nuove e impegnative sfide saranno sempre dietro l’angolo. Un messaggio chiaro per il PGE che, superata questa fase, riprenderà a lavorare anche su prevenzione e resilienza.