Dopo una sfida lunga quarantotto ore e resa ancora più interessante dalla qualità delle presentazioni e dei pitch che hanno illustrato il lavoro svolto dai vari concorrenti, lo scorso 2 dicembre la giuria ha decretato i vincitori del Premio nazionale per l’innovazione 2022. E così, nella sua ventesima edizione, ospitata dall’Università degli studi dell’Aquila, il riconoscimento più ambito è andato alla startup lombarda Archygram, capace di imporsi anche nella categoria Ict dedicata alle tecnologie dell’informazione e dei nuovi media (nella foto in alto i componenti del team).
Archygram ha meritato di portare a casa il primo premio assoluto per aver fondato la propria mission sul riuscire a rivoluzionare il lavoro di ingegneri, architetti e geometri attraverso l’uso di un software basato sull’intelligenza artificiale. Quest’ultima consente di automatizzare il processo più oneroso di un progetto, quello del rilievo e della classificazione elettronica, semplicemente scattando foto di un edificio con un telefono ed in questo modo, dopo averle caricate sulla piattaforma, per il progettista c’è solo da attendere poche ore prima di ottenerne il disegno completo di misure e altre informazioni utili.
“Archygram è fortemente innovativa perché permette di aumentare la qualità dei progetti architettonici, ma riducendo tempi e costi – ha spiegato Francesca Condorelli, amministratore delegato della startup nata all’interno di Polihub Milano – Il nostro team è giovane e internazionale, e possiede tutte le competenze necessarie per portare avanti il progetto: fotogrammetria, intelligenza artificiale e sviluppo software”.
Il premio Industrial per la produzione industriale innovativa è invece andato a BiStems, startup partita dall’esperienza di ricerca portata a termine da tre PhD della Libera Università di Bolzano che hanno ideato una tecnologia di gassificazione ad ossigeno-vapore per la produzione di biocarburanti avanzati adatti alla piccola scala. Alla pugliese AraBat, in grado di riciclare batterie al litio esauste, recuperandone i metalli preziosi con l’uso delle bucce delle arance, è stato poi assegnato il premio Iren Cleantech & Energy per il miglioramento della sostenibilità ambientale. A mettere le mani sul premio Life Sciences-Medtech è stata infine Iriant, piccola molecola di nuova generazione sviluppata dalla startup campana Iridea per contrastare gli effetti della retinopatia diabetica.
“Negli anni il PNI ha selezionato e accompagnato al mercato 964 startup, circa 50 l’anno, mettendo in rete network locali quali enti pubblici, investitori, imprese dei territori, e le università aderenti al circuito – ha commentato Alessandro Grandi, presidente di PNICube –. Oggi più che mai la ricerca si dimostra una leva competitiva fondamentale per il sistema Paese e i progetti presentati al PNI dimostrano, ancora una volta, di essere in grado di fornire un contributo determinante ai grandi temi del nostro tempo, in primis quello della sostenibilità ambientale”.
Al PNI hanno concorso, in questa ventesima edizione, i migliori progetti d’impresa hi-tech vincitori delle 15 competizioni regionali (StartCup), che hanno coinvolto 53 atenei, incubatori ed enti di ricerca in 16 regioni d’Italia. Selezioni a cui nel 2022 hanno preso parte oltre 3mila neo-imprenditori con quasi mille idee di impresa e oltre 400 business plan.
I vincitori sono stati selezionati tra le 65 startup finaliste da una giuria composta da esponenti del mondo imprenditoriale, della ricerca e del venture capital sulla base di criteri come valore del contenuto tecnologico o di conoscenza, realizzabilità tecnica e potenzialità di sviluppo, adeguatezza delle competenze del team, attrattività per il mercato.