
Il primo appuntamento con la Commissione europea, forse il più importante della comune storia, è stato centrato: il 22 giugno scorso il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) ha ricevuto la prima bollinatura. Era attesa, ma non scontata.
Il presidente Carlo Bonomi non solo non nasconde la soddisfazione del mondo industriale, anzi, mentre esprime il legittimo orgoglio per l’approvazione ottenuta, fa sentire il peso e la responsabilità di “un grande traguardo che non possiamo fallire”. È in quel “non possiamo” che troviamo la cifra dell’offerta di coinvolgimento del settore privato, di quel mondo delle imprese senza il quale “non ci potrà essere una stabile solida crescita”.
Forte e chiaro gli fa eco il vice presidente per le Filiere e le medie imprese Maurizio Marchesini: “L’industria sta andando a velocità più alta rispetto alla fase pre-pandemica” e, ancora, “sento un’energia positiva percorrere il Paese”.
Insomma, il motore Pnrr è acceso e la macchina della ripresa può partire. Con essa, gli oltre cento progetti e le 48 riforme. Riforme e progetti che sono la nostra risposta alle diseguaglianze di genere e generazionali, di territori e competenze, che ci trasciniamo addosso da decenni; un freno tirato oramai divenuto insopportabile ed ingiustificabile al tempo stesso.
Parliamo di riforme dagli effetti permanenti, che non considerino straordinaria e occasionale la realizzazione di investimenti innovativi in partnership pubblico-privato, bensì li favoriscano. Parliamo di infrastrutture materiali e immateriali, che facciano davvero la differenza.
Certo, lo sforzo richiesto è enorme, ma il processo riformatore appare stavolta avviato e seriamente voluto. Serve un forte segnale di coinvolgimento delle istituzioni a tutti i livelli amministrativi e dei corpi intermedi.
I tempi, ma soprattutto il loro rispetto, saranno il nostro banco di prova: se avremo effettuato tutti i passaggi previsti, già alla fine dell’estate potremo contare sulla prima tranche di fondi. Dal 2022, verificato l’avanzamento nella implementazione del piano e previo esame da parte della Commissione approvato da tutti gli Stati membri, i fondi verranno erogati a rate. Per la serie, “estote parati!”.
(Articolo pubblicato sul numero di luglio dell’Imprenditore)