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Innovazione è una delle parole più di moda negli ultimi anni. Tanto inflazionata quanto a volte difficile da realizzare in una realtà fortemente competitiva e globalizzata come quella che viviamo.
Il primo a trattare il tema in modo sistematico e da un punto di vista strategico fu Joseph Schumpeter, economista austriaco, nel suo “Theory of economic development” del 1912. Nella sua convinzione che i sistemi economici fossero dinamici, definì lo sviluppo economico come un processo che porta, attraverso l’innovazione, ad un cambiamento qualitativo e a una nuova combinazione delle risorse esistenti. E l’innovazione era per lui “una risposta creativa che si verifica ogni volta che l’economia, un settore o le aziende di un settore, offrono qualcosa di diverso, qualcosa che è al di fuori della pratica esistente”.
Aveva ragione. I mercati sono fortemente dinamici, oggi più che mai, e la concorrenza tra le aziende non si limita più ai prezzi, ma riguarda la loro capacità di innovare in vari ambiti, creando così il proprio vantaggio competitivo.
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WALTER ROMANO
Innovare può essere un rischio, ma ormai è una vera necessità per imprenditori e aziende che altrimenti resterebbero ferme in un contesto in continua evoluzione e rapido cambiamento. Sempre secondo Schumpeter, l’innovazione può assumere varie forme e riguardare il prodotto, i processi, le modifiche organizzative e gestionali, le fonti di approvvigionamento o nuovi mercati.
Tutto molto attuale. Basti pensare, ad esempio, allo sviluppo tecnologico che fornisce continuamente nuove opportunità alle aziende, ma le costringe anche a doversi adattare velocemente per non restare indietro rispetto alla concorrenza: tool aziendali più performanti, utilizzo dei social media per spingere il brand sul mercato, time-to-market sempre più stretti, necessità di prodotti migliori e innovativi per conquistare o difendere la propria fetta di mercato.
Le necessità e gli obiettivi possono essere molteplici. Ma una volta individuata l’idea e definita la strategia, ecco la complessità della gestione di un percorso di innovazione e cambiamento nel quale il project management può fare la differenza. Perché il processo di innovazione per risultare efficace ed efficiente dovrà essere realizzato tramite progetti e programmi.
La strada è nuova e sconnessa, ma gli strumenti di gestione dei progetti vengono in supporto delle aziende: dalla pianificazione al risk management, dall’identificazione di opportunità e obiettivi chiari al coinvolgimento degli stakeholder.
I Project manager dovranno essere gli agenti del cambiamento e influenzare le organizzazioni nel percorso verso l’innovazione, nel processo di trasformazione e realizzazione della nuova strategia. Il team di progetto dovrà superare le difficoltà legate alla resistenza al cambiamento, battere la nuova strada e renderla praticabile per tutta l’organizzazione. E continuare fino a farla diventare la via maestra, la più agevole verso i risultati che l’azienda si è posta per il proprio futuro.
L’innovazione deve ormai entrare a far parte dei processi stabili di qualunque azienda. E il Project management è uno strumento indispensabile per realizzarla, renderla sistematica e solida al cospetto di mercati aggressivi, che richiedono prodotti in tempi sempre più stretti e a costi sempre più bassi.