Nata nel 1999 come azienda operante nel settore dell’edilizia industriale, in seguito Icaro Ecology – cinque milioni di euro di fatturato nel 2022 a fronte di 70 dipendenti – si è specializzata nel campo ambientale occupandosi di innovazione e sostenibilità in chiave futura. “A quei tempi non c’era ancora l’attenzione attuale per le tematiche legate alla cura dell’ambiente, ma poi, sette anni fa, iniziato un lavoro assieme ad un partner belga, Haemers Technologies, abbiamo fatto il primo esperimento di bonifica di terreni contaminati da idrocarburi attraverso la tecnologia del desorbimento termico – spiega il fondatore e direttore generale di Icaro Ecology Gianfranco Caccamo (nella foto in alto) –. Questa permette di bonificare il suolo tramite delle punte scaldanti che rimuovono gli inquinanti vaporizzandoli e aspirandoli. Una tecnica molto interessante”.
Un primo passo fatto a Gela, in provincia di Caltanissetta, quartier generale della Pmi siciliana, che ha dato anche certezze lavorative visto che soddisfaceva tutti i principi dell’economia circolare. “Aveva il vantaggio, tra le altre cose, di evitare gli scavi tradizionali, la proliferazione di discariche, la riduzione di materiali vergini da cava. Insomma, rispettava l’ambiente a 360 gradi. Ultimamente abbiamo avviato pure un dottorato industriale in collaborazione con l’università Kore di Enna: l’obiettivo sarà la sostituzione del gas metano che serve per alimentare i bruciatori necessari per riscaldare il terreno con l’idrogeno. In modo tale da aumentare l’efficacia della tecnica che usiamo con un’ulteriore diminuzione dell’impatto ambientale”.
Sempre a Gela, negli ultimi mesi del 2022, Icaro Ecology ha acquisito un contratto per lavori all’interno della raffineria locale. “Al momento ci stiamo occupando delle fondazioni per il costruendo impianto Bio Jet, che servirà per creare, da biomasse, il combustibile usato nel settore dell’aviazione”. Con il fatturato in crescita da almeno quattro, cinque anni, l’azienda siciliana resta impegnata nell’intercettare le necessità tecnologiche in particolare delle oil companies con base in Italia, ma allo stesso tempo sta cercando di farsi conoscere anche oltreconfine. “All’estero abbiamo provato a fare offerte per interventi ma, almeno per adesso, nessuna di queste è andata in porto. Il nostro partner belga, invece, esattamente con lo stesso metodo lavora in tutto il mondo. Il motivo? Sono da più tempo sul mercato rispetto a noi e ciò gli ha consentito di aprire alcuni canali”, chiarisce Caccamo.
Intanto Icaro Ecology ha messo in cantiere un altro progetto, accordandosi con un’impresa indonesiana, con la stipula di un contratto in esclusiva per l’Europa, per sviluppare un’idea piuttosto innovativa. “Vogliamo sperimentare assieme a loro l’utilizzo di una piantagione che servirà per produrre olio, ma non per la filiera alimentare. Servirà invece per l’alimentazione di quella per la realizzazione del green fuel e, comunque, l’olio non sarà più di palma. Al momento, per esempio, la raffineria di Gela produce gasolio da grassi animali, vegetali e da scarti di lavorazione. Noi stiamo provando a formare una filiera ulteriore”.
Con rapporti commerciali che per la maggior parte sono legati ad un grande player come Eni, la realtà industriale fondata da Gianfranco Caccamo si propone, nel futuro prossimo, di cercare di rendere meno forti i rischi economici derivanti da committenze provenienti, in pratica, da un unico soggetto, per quanto di notevole spessore. “Eh sì, vorremmo proprio differenziare l’impegno industriale guardando anche in altre direzioni, per evitare le problematiche che possono sempre venire dalle mono committenze – sottolinea il direttore generale di Icaro Ecology –. Al proposito ci piacerebbe lavorare nel progetto di bonifica delle discariche abusive avviato dal governo”.
Nel frattempo, la Pmi gelese sta rispettando la tabella di marcia che si era data negli anni precedenti, sforzi ripagati dall’aver già raggiunto gli obiettivi inseriti nel piano industriale 2022. “Ora ci stiamo dedicando a redigere pure quello relativo al triennio 2023-25 in modo tale da creare nuovi traguardi da raggiungere. Un trend positivo che contiamo di alimentare ulteriormente nei prossimi anni”.
Con un occhio al futuro prossimo, l’azienda siciliana si prepara a lanciarsi anche nel settore del trattamento acque. “In particolare di quelle contaminanti e attraverso tecnologie che non producono fanghi. Inoltre, come dicevo in precedenza, intendiamo occuparci di far partire una filiera agricola che possa implementare l’uso di un’interessante pianta proveniente dall’Indonesia”, conclude Gianfranco Caccamo. Molto attiva nel campo del sociale dimostrando una grande attenzione per le necessità del territorio, Icaro Ecology si è anche spesa per valorizzare i beni di interesse culturale e turistico presenti a Gela.