Di strada, da quel 1976 in cui tutto partì da un tornio per la costruzione di pezzi meccanici, la famiglia Tosa ne ha fatta parecchia, passando per i macchinari per le vigne e per quelli capsulatori per vino. Un impegno industriale che Tosa Group – 25 milioni di euro di fatturato nel 2022 a fronte di 180 dipendenti – ha affinato nel tempo fino ad arrivare ad occuparsi ora di macchine avvolgitrici di fine linea, indispensabili per tenere i bancali commerciali assieme durante il loro trasporto, il tutto attraverso l’uso di bobine di film estensibile. Procedimento per cui, tra l’altro, sono richiesti solo 250 grammi di film.
Di casa nelle Langhe e precisamente a Santo Stefano Belbo, in provincia di Cuneo, la Pmi piemontese continua così ad avere rispetto per quanto fatto negli anni precedenti, aggiornando però costantemente i processi tecnologici e gestionali anche tramite l’inserimento nel ciclo produttivo di giovani estremamente motivati.
“È una scelta precisa la nostra, necessaria per metterci nella condizione, quando possibile, di anticipare le richieste di clienti e mercato – spiega Serena Tosa, amministratore delegato come pure il fratello Fabio (nella foto in alto) –. In azienda sono infatti operativi dipendenti giovani, nativi digitali e con idee fresche che ci hanno permesso di abbassare l’età media di Tosa Group a circa 35 anni. Sanno le lingue e quindi riescono ad interfacciarsi facilmente con il mondo, formando un team interfunzionale che dà un valore aggiunto ai progetti in essere”. Uno dei motivi per cui l’impresa del cuneese è in grado di mantenersi ad alti livelli nel suo settore d’elezione. “Il fatto poi di avere da sempre un approccio tailor made qualsiasi sia la domanda posta dal committente è il motivo per cui continuano a cercarci, riconoscendo la nostra competenza sull’argomento macchine avvolgitrici. Siamo, infatti, molto strutturati da un punto di vista ingegneristico, aspetto fortemente apprezzato da chi continua a darci fiducia”.
Nel frattempo, Tosa Group sta provando a fare un ulteriore passo avanti nel campo del know how con l’inserimento nelle dinamiche aziendali di un macchinario capace di rendere ancora più innovativa la proposta commerciale. “I clienti ci chiedono di aumentare l’offerta nel solco della sostenibilità e così stiamo proponendo una macchina che usa bobine di carta. Non c’è ancora al proposito una richiesta specifica della clientela, ma comunque stanno già valutando la possibilità di acquistarlo in futuro. È un progetto a cui teniamo molto e su cui abbiamo investito tantissimi soldi e tempo, idea studiata in collaborazione con il Politecnico di Torino. Una scelta fatta per aumentare le nostre competenze su un materiale, la carta, che noi non produciamo direttamente”, sottolinea Tosa.
Questo sforzo industriale, complessivamente, consente all’azienda di Santo Stefano Belbo di fare uscire dai propri stabilimenti non meno di 300-350 macchine l’anno, ognuna delle quali diversa dall’altra. Unicum che ha permesso a Tosa Group di guadagnare considerazione pure al di là dei confini nazionali, da dove viene la maggior parte del fatturato. “Dai paesi extra Italia, 116 in tutto, arriva il 70% delle nostre entrate. Siamo presenti, per esempio, in Australia, Argentina, in tutt’Europa ma anche in Asia e Africa con tecnici trasfertisti capaci di fornire, con sessioni di aggiornamento professionale in aula, formazione su argomenti pratici e con slide, operando soprattutto nelle sedi delle grandi multinazionali. Hanno competenze elevate ed adeguate alle eventuali problematiche che possono presentarsi nel momento di interagire con culture differenti dalla nostra. In più disponiamo di agenti e collaboratori in giro per i cinque continenti, oltre a due spazi commerciali a Lione, in Francia, e nella città spagnola di Guadalajara, vicino Madrid”.
Per quanto riguarda invece aspetti gestionali legati alla sostenibilità, la Pmi piemontese è quasi pronta per dare ulteriore sostanza al proprio impegno commerciale. “Nell’anno in corso ho partecipato ad un master su questo tipo di argomenti e al momento siamo molto concentrati sulla redazione del nostro primo bilancio di sostenibilità – conferma l’ad di Tosa Group –. L’obiettivo che ci siamo posti è quello di riuscire a presentarlo nel 2024, visto che ora sappiamo bene dove siamo ma anche dove dobbiamo arrivare come azienda”.
Prospettive future che per l’impresa del cuneese saranno incentrate sempre di più sullo sviluppo o il potenziamento delle direttrici geografiche individuate dalla proprietà. “Di sicuro continueremo a viaggiare sulla strada dell’internazionalizzazione, con particolare attenzione a Germania e Stati Uniti dove vorremmo aprire alcune filiali. Inoltre, intorno alla nostra sede, abbiamo recentemente acquistato dei terreni per un ampliamento da concretizzare nel breve periodo. Infine si è deciso di acquisire l’attività di carpenteria di un fornitore storico, scelta fatta per poter disporre di un know how ancora maggiore su una fetta consistente dei nostri macchinari”, conclude Serena Tosa.