Un ormai indifferibile cambio di rotta lavorativo è stata la molla che ha finito per far partire un progetto, quello di Gi. Ga. Composite – 8 milioni di euro di fatturato nel 2023 a fronte di 90 dipendenti –, che, venticinque anni dopo continua a crescere potendo poggiare su solide basi gestionali oltre che su macchinari al passo con i tempi. Nel quartier generale di Atessa, in provincia di Chieti, l’azienda specializzata nella lavorazione di manufatti in vetroresina e in fibra di carbonio, nella costruzione di stampi come anche nelle lavorazioni in autoclave, porta avanti un percorso di sviluppo iniziato nel 1999 in una porzione di capannone concesso da un provvidenziale imprenditore della zona.
“Saputo dell’offerta, assieme alla mia socia Olga Crisci abbiamo immediatamente deciso di trasferirci in questa parte d’Abruzzo per provare a mettere a terra, nel settore dei compositi, le idee che poi ci hanno sorretto e ispirato nel tempo – spiega Gabriele Tammaro (nella foto in alto con Olga Crisci), responsabile tecnico e socio in Gi. Ga. Composite –. In quei primi anni, l’impresa si occupava di produrre in vetroresina le pareti interne delle autoambulanze e la sezione posteriore dei pullman. Successivamente, intorno ai primi anni Duemila, abbiamo acquistato il terreno su cui è posizionato l’attuale capannone, siamo stati in grado di far partire le lavorazioni in fibra di carbonio e di comprare un paio d’autoclavi. Questa progressiva crescita ci ha infine permesso di attirare l’interesse di importanti player industriali, contatti capaci di farci mettere su un conto terzi sicuramente redditizio e d’alto profilo”.
Un impegno declinato seguendo criteri imprenditoriali adeguati all’attuale periodo storico che Gi. Ga. Composite mette a disposizione di una clientela sufficientemente ampia e variegata. “Il nostro cliente tipo è chi ha intenzione di fare qualcosa di leggero, strutturale, ma comunque innovativo e di pregio. Target piuttosto esteso, che riusciamo in ogni caso ad accontentare, qui all’interno del polo industriale della Val di Sangro, utilizzando al meglio il know how messo assieme negli anni dai nostri tecnici e che ci consente di soddisfare anche le richieste dei committenti più esigenti”.
Questa capacità di rispondere nel modo più adeguato alle necessità dei clienti passa per un processo di formazione delle maestranze non certo banale e che, al termine dei corsi, può potenzialmente avere pure delle ricadute non auspicabili. “Abbiamo bisogno di formare a lungo i dipendenti, per la grande maggioranza donne, per il semplice fatto che il nostro è un lavoro principalmente manuale e non vogliamo lasciare nulla al caso – sottolinea Tammaro –. Ci vogliono infatti almeno un paio di mesi per capire come laminare in maniera corretta la vetroresina e, per poter avere in seguito una produzione senza intoppi, il tempo indispensabile per apprendere tutti i segreti del caso è stimabile in sei-otto mesi. Quindi dopo aver formato personale qualificato così lungamente, perderlo sarebbe veramente un grosso problema, quando è ormai pronto per essere inserito in modo stabile in una squadra operativa”.
Nel progetto complessivo di Gi. Ga. Composite continuano ad avere un ruolo primario vetroresina e fibra di carbonio, materiali che, per quanto siano sul mercato globale già da tempo, hanno comunque mantenuto un buon appeal commerciale. “Anche se la vetroresina è un qualcosa di ormai datato, non sono pochi i clienti che ancora ci chiedono di portare a termine lavori per le loro attività. Per quanto riguarda invece la fibra di carbonio, in particolare quella pre impregnata di resina, congelata a meno 18 gradi e mantenuta così nel tempo, credo si possa dire che, sebbene più costosa, sarà il futuro nel nostro settore di competenza. Non è ancora pienamente industrializzata, ma nel momento in cui sarà tutto a regime sono sicuro diventerà un processo produttivo in grado di garantire molti sviluppi”.
Al momento poco propensa all’export, avendo un piccolo bacino di clientela esclusivamente negli Stati Uniti, la Pmi di base ad Atessa ha in programma a breve di spostarsi in un sito produttivo più adatto ai nuovi livelli commerciali e tecnologici raggiunti. “Sarà di circa 3mila metri quadrati coperti e in questa nuova struttura dovremmo essere operativi intorno alla metà del 2025”, chiarisce il responsabile tecnico di Gi. Ga. Composite.
Intanto l’azienda abruzzese si sta preparando anche a fare ulteriori passi avanti in altri campi con l’obiettivo di differenziare l’offerta in cerca di nuove direttrici di crescita. “L’intenzione è quella di certificarci su alcune linee di prodotti per riuscire ad andare oltre i materiali compositi ed essere in grado di produrre pure particolari finiti qui in Val di Sangro. Dovremo fare investimenti per l’acquisto di una nuova fresa, come anche su forni di verniciatura e per un’area climatizzata per gli incollaggi sotto controllo”, conclude Gabriele Tammaro.