Sono 147 i piani formativi in partenza, per oltre 2 milioni di euro (2.049.189 euro), per supportare le strategie di formazione e crescita manageriale messe in campo dalle imprese. Circa il 95% degli interventi presentati sono risultati idonei, a conferma di un trend di miglioramento della qualità complessiva, evidenziato dalla concretezza dei risultati, nonché dalla chiarezza delle motivazioni e personalizzazione dei contenuti rispetto alle specificità aziendali e settoriali. Anche il tema della valutazione dell’impatto mostra un upgrading nelle modalità e nell’identificazione di indicatori specifici strettamente correlati alla crescita aziendale e alle competenze del management.
Proprio in considerazione della qualità complessiva delle proposte, il Cda di Fondirigenti ha deciso di incrementare lo stanziamento inizialmente previsto (1,5 milioni di euro), per approvare tutti i piani idonei, premiando in particolar modo i piani aggregati tematici e di filiera.
A livello territoriale, la regione best performer è la Lombardia, seguita dal Piemonte e dal Veneto. Per quanto riguarda la dimensione aziendale, la partecipazione delle grandi imprese è superiore (con il 57%) rispetto a quella delle medie e, ancora di più, delle piccole.
La principale novità dell’Avviso è rappresentata dai piani aggregati, con iniziative formative comuni alle imprese di un settore, o differenziate nell’ambito della filiera. Sono 15 i piani aggregati finanziati (7 riguardano il settore automotive, 4 la moda, 3 il legno e 1 il turismo), per un totale di 62 imprese coinvolte; ben 8 piani coinvolgono aziende di regioni diverse. La Lombardia e l’Emilia-Romagna risultano al primo posto per numero di imprese coinvolte nei piani aggregati.
LE AREE DI INTERVENTO
La sostenibilità risulta, tra le aree proposte dall’Avviso, al top delle preferenze, con contenuti che non riguardano più solo le performance della singola azienda ma l’intera catena di fornitura e la strutturazione di processi di “green management”. Tra i percorsi formativi si riscontrano, per la prima volta, anche quelli dedicati a nuove professionalità manageriali, come il “sustainability manager”.
L’area della transizione 4.0 trova nei piani presentati una duplice applicazione: da un lato le competenze per la gestione dei dati, dall’altro l’innovazione dei processi produttivi per migliorare il posizionamento delle imprese sui mercati, identificando future opportunità di business e strumenti digitali.
Quanto all’area della supply chain, i piani formativi evidenziano l’esigenza di potenziare le competenze per minimizzare l’impatto dei rischi, mantenere i margini e garantire al meglio la business continuity. Il contesto attuale è, infatti, caratterizzato dai rischi di fornitura, con picchi della domanda e da un complicato controllo dell’instabilità nelle catene di approvvigionamento.
Il lavoro agile, interpretato come cambiamento organizzativo per gestire la “nuova normalità”, riguarda con maggiore frequenza la necessità di potenziare le soft skill manageriali, le capacità di leadership e di responsabilizzazione dei lavoratori. Infine, i piani sulla finanza innovativa rispondono a fabbisogni differenti: dalla gestione di operazioni di M&A, che portano alla definizione di piani di acquisizione, fino all’individuazione di nuove fonti di investimenti e finanziamenti.
Le Linee guida per la gestione e rendicontazione sono disponibili QUI.
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