Dietro la crescita generata negli ultimi sedici anni dall’idea imprenditoriale responsabile dei successi de “Il Dolce Canavese” – 400mila euro di fatturato nel 2023 e 5 dipendenti – c’è una donna, una famiglia che ha fatto della passione per biscotti e affini il proprio impegno giornaliero. Nel dolcissimo quartier generale di Chivasso, in provincia di Torino, Bruna Milanesio, il figlio Francesco Masera e la nipote Giovanna Bonfante, che gestisce la produzione dopo aver studiato alla scuola del maestro pasticciere Iginio Massari, fanno di tutto per dare sostanza alle ricette che contribuiscono a portare poi, principalmente sulle tavole piemontesi, gli apprezzati dolci della tradizione.
“La storia parte dai problemi avuti da mia madre dopo trentadue anni da impiegata in una assicurazione e che infine la portarono a decidere di licenziarsi – chiarisce Francesco Masera (nella foto in alto), direttore commerciale de “Il Dolce Canavese” –. Cambiamento di rotta che poco dopo la convinse ad aprire un negozietto in cui produceva e vendeva i dolci del territorio e quando, nel 2015, siamo entrati in gioco anche mia cugina ed io, il negozio ha assunto i contorni di un laboratorio tanto da spingerci a provare ad aprire altri punti vendita. Non sempre questi progetti hanno avuto il successo sperato: non essendo una famiglia con un Dna da imprenditori è capitato di fare errori di valutazione, ma tutto questo ci ha comunque aiutati ad aggiustare il tiro in corso d’opera e a comprendere quale fosse la strada da seguire”.
Tra i prodotti di punta dell’offerta della Pmi piemontese ci sono sicuramente i Chivassini, quei nocciolini di Chivasso che sono i dolci più piccoli al mondo oltre che croccanti e golosi. Assieme a loro fa bella mostra nel “menù” la Torta chivassina, altro best seller che sta rendendo sempre più appetitosa la proposta de Il dolce canavese. “Oltre ai classici Nocciolini, che continuano a darci grandi soddisfazioni, abbiamo ottimi ritorni in termini commerciali anche dalla Torta chivassina, di cui ne riusciamo a vendere 40mila unità l’anno. Un dolce che ha la caratteristica di essere senza glutine e viene ricordato dalla nostra clientela come Torta rosa, visto il particolare packaging di quel colore”. Proposte principalmente sui canali della Gdo (che assorbono il 90% della produzione), le creazioni dell’impresa familiare di base a Chivasso vengono vendute pure attraverso botteghe e negozietti specializzati, mentre i ristoranti, tra cui un paio stellati, sono soliti acquistare i nocciolini sfusi per guarnire con un tocco croccante dolci classici o al cucchiaio.
“Per provare ad aumentare i ritmi produttivi abbiamo poi registrato un modello d’utilità, più che un brevetto, che ci ha permesso di far stare il 40% in più di nocciolini nella teglia nello stesso momento – spiega Masera –. Questa soluzione ci consentirà di avere un po’ più di margine per poter competere con i player maggiormente strutturati presenti sul mercato. Il nostro raggio d’azione si limita sostanzialmente al Piemonte, considerato che facciamo parecchia fatica ad uscire dai confini regionali. L’idea di farlo c’è, ma per ora si limita a qualcosa in Svizzera e in piccoli negozi al confine con la Francia, anche se abbiamo iniziato a fare accordi per la distribuzione della Torta chivassina con l’obiettivo di farla arrivare in altre parti d’Italia”.
Una smisurata passione per i dolci, quella che ha convinto Bruna Milanesio a fare di un hobby il proprio lavoro, che non può non passare per l’accurata ricerca delle materie prime in grado di dare soddisfazione alla manualità dimostrata ogni giorno dai protagonisti di questa storia italiana. “Ciò che ci consente di fare felici i nostri clienti lo andiamo a cercare il più possibile vicino a Chivasso – sottolinea il direttore commerciale de Il dolce canavese –. Un po’ per il prezzo degli ingredienti, ma soprattutto in considerazione della qualità della materia prima che ci viene offerta. A parte lo zucchero, che viene dalla vicina Francia, tutto il resto è piemontese al 100%”.
Nel frattempo, i vertici aziendali della Pmi chivassina continuano a valutare quali possano essere le scelte più adatte per mettere “Il Dolce Canavese” nella condizione di poter sfruttare nel modo più proficuo il proprio, indubbio potenziale. “Al momento stiamo studiando la possibilità di creare nuovi prodotti, strumenti necessari per non restare troppo territoriali e così riuscire ad allargare i nostri orizzonti sia in Italia che all’estero. In più, nel corso del 2025, inizieremo ad essere presenti alle più importanti fiere di settore, traguardo da centrare mentre saremo intenti a sviluppare quell’e-commerce in cui crediamo molto e che sappiamo essere un campo nel quale siamo ancora un pochino indietro. Il tutto collegato ad una campagna di investimenti che ci permetterà, con l’acquisto di nuovi macchinari, di aumentare pure i numeri della produzione”, conclude Francesco Masera.