Da oltre un decennio in campo per rendere sempre più sicuro e adeguato ai tempi un servizio fondamentale per aziende di tutte le grandezze, Distruzione Documenti – un milione e 400mila euro di fatturato nel 2022 e 15 dipendenti – ha gestito senza problemi il passaggio dall’analogico al digitale, dagli archivi cartacei a quelli più sofisticati di ultima generazione. Di base ad Aprilia, in provincia di Latina, la Pmi laziale ha maturato una grande esperienza in un settore pieno di dati estremamente sensibili e che perciò devono essere trattati con grande attenzione solo da professionisti qualificati come quelli di Distruzione Documenti, che nel settembre scorso ha tra l’altro ottenuto l’importante certificazione Adisa 8.0 per gli asset IT.
“Dopo aver lavorato per venticinque anni in una multinazionale statunitense ho investito i soldi della liquidazione in un’idea, quella legata all’uso degli shredding trucks, camioncini in grado di triturare a domicilio documenti – spiega Roberto Tursini (nella foto in alto), direttore generale della Distruzione Documenti –. Al primo ne abbiamo successivamente aggiunti altri undici, numero necessario per riuscire ad andare incontro alle esigenze di aziende attive in ogni parte d’Italia, isole comprese. Il punto di forza del servizio che offriamo sta nel fatto che la distruzione avviene sul posto: il cliente, potendo assistere direttamente ad ogni fase del processo, è tranquillo e sa che i propri documenti non verranno magari posteggiati in altri posti prima di essere trattati o peggio buttati nei cassonetti con il rischio concreto di causare seri danni economici e d’immagine alle imprese coinvolte”.
Oltre alla carta, come detto, l’azienda pontina è in grado di prendersi cura, attraverso la divisione operativa Data Wipe pure di “contenitori” di dati, cancellando definitivamente i file presenti in computer, smartphone, tablet, stampanti e memorie digitali come, per esempio, le pendrive. E inoltre, da qualche tempo, sono arrivate pure le autorizzazioni per trattare i rifiuti elettronici (RAEE) nel sito di Aprilia. “Per prima cosa, ovviamente, eliminiamo qualsiasi dato c’è al loro interno, mentre poi valutiamo la freschezza della macchina per capire se rivenderla, donarla o, in caso sia vecchia o danneggiata, disassemblarla. Un vantaggio ulteriore per chi si rivolge a noi, in quanto non si trova a dover fare i conti con quantità anche notevoli di spazzatura elettronica”.
Si tratta di un’attività sempre più apprezzata all’interno dei confini nazionali, tanto che Distruzione Documenti ha dovuto dotarsi di altre due sedi per rendere ancora più pronti e capillari gli interventi sul territorio. “Lavorando pure in ambito militare e finanziario, con l’obbligo di assicurare il livello massimo di sicurezza che comunque garantiamo anche a piccole aziende, pensionati, Pubblica amministrazione, ministeri, ospedali, istituti bancari, avevamo la necessità di radicarci stabilmente in zone strategiche della penisola. Quindi abbiamo deciso di aprire gli hub di Fara Gera d’Adda, in provincia di Bergamo e quello di Catania, sedi che ci permettono di avere un approccio logistico più lineare alla domanda che arriva dalle zone limitrofe”, chiarisce Tursini, che poi si sofferma per un attimo sul grado di sensibilità che mostrano le aziende italiane sul problema del trattamento dei dati. “Il livello mi pare sia in crescita, ma di sicuro non siamo sullo stesso piano degli Stati Uniti, dove esistono 10mila realtà simili alla nostra, o del Regno Unito (450), considerato che attualmente in Italia saremo in tre, quattro ad operare nel settore. E credo che alla base ci sia un problema culturale visto che le leggi ci sono, ma si continuano a notare profonde lacune gestionali in casa nostra su questo argomento. Non si tratta perciò soltanto di un semplice rifiuto come qualcuno potrebbe pensare”.
Il Gdpr, il regolamento generale per la protezione dei dati, avrebbe insomma dovuto dare una scossa sul tema alle aziende, ma la realtà dei fatti è un’altra. Distruzione Documenti sta perciò provando a far capire la centralità della questione attraverso un modus operandi al momento unico nel nostro Paese. “Siamo i soli a lavorare con uno schema certificativo approvato dal garante britannico della privacy e della cybersecurity e lo facciamo ai massimi livelli se si pensa che altri competitor europei hanno ottenuto lo stesso certificato ma con un grado di sicurezza più basso”, sottolinea il dg della Pmi con quartier generale ad Aprilia.
“Il passaggio dall’analogico al digitale, poi, non ci ha creato troppi problemi – aggiunge –. Se infatti sono diversi i macchinari con cui arriviamo a casa del cliente, il processo lavorativo, a parte qualche procedura, è rimasto in pratica lo stesso”. In chiave futura, infine, Distruzione Documenti sta pensando a progetti interessanti come quelli legati a brevetti di processo e non solo. “Ci stiamo muovendo per ottenere altre certificazioni, mentre abbiamo in mente di aprire, nel giro di uno, due anni al massimo un centro RAEE anche a Fara Gera d’Adda”, conclude Roberto Tursini.