
C’è una donna dinamica ed appassionata del proprio lavoro alla guida del salumificio Coccia Sesto, da settantacinque anni consolidata realtà imprenditoriale della Tuscia. Nello stabilimento dell’azienda con base a Viterbo – 2,4 milioni di euro di fatturato nel 2021 a fronte di 19 dipendenti – vengono prodotti giornalmente salumi e insaccati che hanno una caratteristica precisa e distintiva, come spiega l’amministratore unico Simonetta Coccia (nella foto in alto): “Il nostro punto di forza è sicuramente quello di utilizzare esclusivamente carne fresca certificata. Per scelta, infatti, non abbiamo celle per il congelamento. Ci arrivano due lotti a settimana e, in quella successiva, ne lavoriamo uno, seguendo i principi che da sempre caratterizzano la nostra azienda”.

I PRODOTTI COCCIA SESTO
Partendo dall’idea di nonno Nazareno, che per alcuni anni, all’inizio del secolo scorso, era prima emigrato a New York e successivamente tornato in Italia per trasferire al figlio Sesto i segreti della norcineria, il progetto si è a poco a poco evoluto fino alla costruzione dello stabilimento che, nel 1968, ha fatto fare il primo, deciso salto di qualità all’impresa viterbese. Salumificio che poi, causa la prematura scomparsa di Sesto, ha dovuto mandare avanti la figlia Simonetta, trovatasi a gestire un impegno così gravoso all’età di soli sedici anni. “È stato un peso enorme – non fa fatica ad ammettere Coccia –, ma in quel momento pareva non esserci alternativa. Papà mi aveva di fatto affidato le chiavi dell’impresa e ho continuato ad andare a scuola avendo comunque il permesso del preside per poter uscire un po’ prima. Non è stata insomma una passeggiata e, anche se al tempo l’azienda non era grande come è adesso, quegli anni mi hanno veramente messa alla prova”.
Esperienza sul campo che però ora torna utile a chi sta cercando di far arrivare i prodotti della Pmi laziale anche sulle tavole dell’America del nord. “I nostri principali clienti sono nell’Horeca, settore che contribuisce al 60% del fatturato della Coccia Sesto, distributori che portano a ristoranti di alto livello di Roma, Milano, Napoli, Londra e Hong Kong guanciale in primis, prosciutti e le specialità che vanno sui taglieri – chiarisce l’amministratore unico dell’azienda della Tuscia –. In modo diretto e senza intermediari, inoltre, forniamo la ristorazione in Germania e a Dubai, mentre, dopo l’autorizzazione ottenuta per esportare in Canada, siamo in attesa di quella per il mercato statunitense”.
Nel frattempo nel quartier generale della Pmi viterbese c’è da fare i conti con i temuti aumenti del costo dell’energia e non solo. “Da bollette da 7mila euro siamo passati alle attuali che hanno anche toccato quota 18mila euro. E non è neanche tanto se si pensa che qui intorno a noi molte aziende che producono ceramiche, pur avendo commesse, hanno preferito spegnere i forni per non pagare cifre fuori dall’ipotizzabile. Altro problema è legato ai cogeneratori: anche noi scegliemmo questa via nell’ottica di abbassare i costi energetici, ma aumentando il gas, nonostante i forti investimenti fatti, ci troviamo ad aver speso parecchio di più rispetto a prima. Una dinamica negativa che non potevamo certo prevedere, purtroppo”.
Situazioni sicuramente complicate da gestire, che in ogni caso non impediscono ai vertici dell’impresa di continuare a promuovere le proprie creazioni, ma anche il territorio nel quale è da tanto tempo ospitata e progressivamente cresciuta la Coccia Sesto. “In questo processo possiamo contare sui brevetti che proteggono due dei nostri prodotti di punta, il Guanciamia, guanciale arrotondato senza cotenna che può contare su una concia particolare e il prosciutto sgambato taglio Coccia. Ottimi ed innovativi prodotti che per questo motivo hanno meritato il brevetto”.
“L’essere attivi nella zona della Tuscia – aggiunge l’imprenditrice – ha poi fatto crescere in noi la voglia di far conoscere questi luoghi bellissimi, sfruttando pure il seguito ottenuto dai salumi che produciamo. Tanto che posso tranquillamente affermare di promuovere più il territorio rispetto al nostro lavoro: nel sito web del salumificio ci sono infatti le foto delle eccellenze artistico-naturalistiche del viterbese. In più abbiamo messo su un gruppo di lavoro con altri imprenditori per dare una spinta ulteriore alla scelta di prodotti genuini da parte degli agriturismi, collaborazione che ti fa sentire più forte anche nei periodi incerti come quello attuale”, conclude Simonetta Coccia.

UN GRUPPO DI COLLABORATORI DELL’AZIENDA COCCIA SESTO