
Immaginate una tecnologia capace di sanificare continuamente l’aria che respiriamo, anche all’interno di un ambiente sovraffollato e chiuso come un autobus in circolazione e in grado di disgregare a livello molecolare svariate tipologie di virus, tra cui anche quello che causa il Covid-19. Si tratta del brevetto, con tanto di certificazioni e molteplici applicazioni, sviluppato da Ellamp Spa, azienda con cinque sedi produttive nel mondo, in Turchia, Spagna, Cina, Messico e in Italia, più precisamente a Bodio Lomnago, che si occupa dal 1987 di progettazione e produzione di sistemi di interni (di illuminazione, di canalizzazione aria, porta bagagli e servizi a passeggeri) per autobus con applicazioni anche nel settore ferroviario.
Grazie alle competenze nanotecnologiche della startup innovativa Nanohub, Ellamp ha sviluppato un prodotto brevettato che si distingue nel mondo della fotocatalisi per l’utilizzo del semiconduttore WO3, 20-30 volte più efficace del più tradizionale biossido di titanio (TiO2), senza la necessità di raggi UV e senza il rischio indicato dall’Ispra (Istituto superiore per la Protezione e la ricerca ambientale, ndr) sulle polveri del TiO2. Ma facciamo un passo indietro.

MASSIMO OTTINO
“Ci siamo interessati al tema della sanificazione già un paio di anni fa, per provare a trovare soluzioni alle più comuni problematiche degli utenti e non dei costruttori, come ad esempio la presenza di cattivi odori, particolato atmosferico e situazioni allergiche a bordo dei mezzi”, spiega Massimo Ottino, Amministratore delegato di Ellamp. Partendo da queste considerazioni, Ellamp ha pensato di realizzare un dispositivo che avesse tre principali caratteristiche: fosse utilizzabile sui veicoli già in circolazione; funzionasse sempre anche in presenza delle persone; avesse costi accessibili. Purtroppo, però, le tecnologie più comuni presenti sul mercato, come sistemi a base di ozono, raggi UV o perossido di idrogeno, avevano tutte significative limitazioni, a partire dagli alti consumi energetici, passando per la necessità di essere ricaricate spesso, fino al problema dell’incompatibilità di poter essere utilizzate in continuo in presenza delle persone in quanto dannose per le stesse.
E poi l’idea: le applicazioni fotocatalitiche con triossido di tungsteno (WO3) e luce led bianca. “Quello che abbiamo utilizzato è un processo molto simile alla fotosintesi clorofilliana – precisa Ottino –. Il WO3 che ricopre il filtro viene attivato da luce bianca led (energia) rilasciando così, attraverso dei processi ossidativi, specie reattive dell’ossigeno (ROS) in grado di disattivare e distruggere le sostanze patogene. Il tutto sfruttando un semplice principio chimico del tutto naturale: infatti la reazione rilascia solamente vapore acqueo, anidride carbonica e sali minerali, per nulla dannosi per la salute umana. Inoltre, la fotocatalisi è in grado di eliminare non solo virus e batteri, ma anche le particelle PM2,5 e le PM10, così come odori, funghi e muffe”.
Questo sistema integrato di sanificazione dell’aria attraverso la fotocatalisi nei mezzi di trasporto è stato brevettato nell’ottobre 2019 e ha già trovato applicazione sui mezzi di Busitalia, divisione di Trenitalia, Conerobus, Linea Azzurra e molti altri.
“A marzo la nostra capogruppo Fuel ha sottoscritto una partnership esclusiva con la startup innovativa Nanohub che ha sviluppato un nuovo brevetto fotocatalitico a base di triossido di tungsteno, luce led bianca e un filtro con nanocluster di rame – spiega l’Ad di Ellamp –. Ed è per questo che il San Raffaele di Milano e la dottoressa Elisa Vicenzi, capo dell’Unità di Patogenesi virale e biosicurezza dell’Ospedale milanese hanno testato il nuovo brevetto sul virus Sars-Cov-2”. Con risultati molto soddisfacenti: entro dieci minuti la tecnologia fotocatalitica disattiva il 98,2% del virus e in mezz’ora lo rende completamente inattivo.

UNA FASE DELLA PRODUZIONE
“Il sistema di sanificazione dell’aria sui mezzi di trasporto, sia in ricircolo che in mandata, sta incontrando pareri molto positivi, sia tra i costruttori di autobus e treni, che ne prevedono l’installazione come primo equipaggiamento, sia tra i flottisti e le municipalità, che lo stanno installando su veicoli già in circolazione. La versatilità dell’applicazione è stata possibile grazie all’efficacia del processo e alla semplicità e non invasività della soluzione sviluppata. L’utilizzo della fotocatalisi, soprattutto in questo periodo di emergenza, ha dimostrato di essere molto efficace e di fatto l’unica alternativa, per una corretta e soprattutto continua, sanificazione degli ambienti indoor”, commenta di nuovo Massimo Ottino.
Risultati significativi, incrementati a marzo di quest’anno, con nuovi investimenti di Fuel che, ancora una volta insieme a Nanohub, ha deciso di espandersi verso altri segmenti come quello della scuola e degli uffici. Così è nata una mascherina, anch’essa brevettata, dotata di fotocatalisi per la sanificazione dell’aria e di un filtro che disattiva il virus lasciando permeare l’aria. Il tutto anche grazie all’istallazione di una ventolina in grado di evacuare l’anidride carbonica in eccesso prodotta dall’uomo, che se inalata per lunghi periodi, può portare a diversi disturbi.
“Abbiamo impostato un mercato sia italiano che estero per questi sanificatori d’aria contro il Covid, che stanno dando soddisfazioni. Tra le prime istallazioni richieste c’è stato l’Istituto Spallanzani-Gramsci della città Metropolitana di Milano, altre a Venezia e Montebelluna”, conclude Ottino.