I numeri del Pmi Day, la manifestazione promossa da Piccola Industria su tutto il territorio nazionale e non solo con l’apertura delle aziende alle scuole e ai docenti, è stata un successo incredibile: mille imprese, seicento scuole e quarantottomila partecipanti. A distanza di 13 anni un successo insperato, ma credo che il tema individuato dal nostro comitato per l’iniziativa, e cioè la bellezza, sia stata la vera chiave di volta perché ha agito sui nostri ragazzi come una calamita, suscitandone la curiosità.
Il tema del bello fa parte della cultura d’impresa italiana da sempre e bello non è solo il mondo della moda e del lusso ma la bellezza è un tema trasversale a tanti settori industriali, anche a quelli che sembrano lontani da questo concetto: l’industria del legno e dei nostri splendidi arredi, la chimica farmaceutica con i prodotti di cosmesi, il settore automotive con le nostre auto ma anche le nostre meravigliose moto e molto altro ancora.
Nella mia lunga esperienza associativa, come rappresentante di altri imprenditori ho visitato tantissime aziende e l’attenzione agli ambienti di lavoro e al benessere di chi ci lavora è notevole ed è cresciuta parecchio negli ultimi dieci anni. Perché allora è importante parlare di bellezza? Perché i nostri ragazzi vivono il mondo del lavoro in modo molto diverso dalle generazioni che li hanno preceduti e bellezza e difesa dell’ambiente sono i fattori che orientano le loro scelte; soltanto facendo nostri questi temi saremo attrattivi.
Attraverso il tema della bellezza e della tutela dell’ambiente il Paese deve trovare una sintonia con l’Europa, che spesso con provvedimenti come la normativa sugli imballaggi punisce chi più e meglio degli altri ha fatto finora. Ricordiamo infatti che le imprese italiane sono al primo posto nel riutilizzo dei materiali per gli imballaggi e questo vantaggio competitivo, frutto di importanti investimenti, rischia di essere vanificato da normative che possono e debbono essere contrastate nei luoghi opportuni, mediante un’azione decisa del governo e dei nostri rappresentanti europei.
Siamo alla fine di un anno pieno di difficoltà per le imprese e i lavoratori: dopo due anni di epidemia, una guerra alle porte dell’Europa e la peggiore crisi energetica mai vista ricorderemo il 2022 come un anno difficilissimo. Il Comitato di direzione ed io auguriamo a tutti voi colleghi, alle vostre famiglie e ai vostri lavoratori un buon Natale e un 2023 pieno di successi e all’insegna del cambiamento.
(Articolo pubblicato sul numero di dicembre dell’Imprenditore)