
La pandemia ha spinto la digitalizzazione delle imprese e la Toscana non fa eccezione a questo fenomeno. È quanto emerge dall’analisi condotta dal Centro Studi dell’associazione regionale, secondo la quale oltre 13% delle imprese ha incrementato la quota di addetti con accesso a distanza alla posta elettronica, più di un’impresa su cinque ha aumentato le vendite su Internet oppure ha cominciato a usufruire di questo canale e oltre un quarto delle imprese toscane ha iniziato a usare almeno un dispositivo o un sistema intelligente per raccogliere e scambiare dati. Inoltre, secondo l’ultimo Rapporto Anitec-Assinform “Il Digitale in Italia 2022”, nel 2021 il mercato digitale in Toscana ha superato i 4,7 miliardi di euro con una crescita del 5,1% rispetto al 2020.
Da questo scenario prende le mosse l’incontro “Intelligenza artificiale e Pmi: esperienze da un futuro presente”, ospitato il 18 aprile a Firenze e terza tappa del ciclo di appuntamenti organizzato da Piccola Industria e Anitec-Assinform, in collaborazione con la Rete dei Digital Innovation Hub e con la partnership di Audi.
Il roadshow toccherà in due anni tutte le regioni italiane e si prefigge lo scopo di sensibilizzare le Pmi associate sulle opportunità offerte dall’intelligenza artificiale.
A livello nazionale il quadro presenta ampi margini di miglioramento visto che, secondo quanto registra l’Istat, solo il 6,2% delle imprese con almeno dieci dipendenti ha dichiarato di utilizzare sistemi di Intelligenza artificiale, contro una media dell’8% nell’Unione europea; in particolare, la percentuale di piccole imprese si attesta al 5,3%, contro il 24,3% delle grandi imprese.
Leggermente migliore la situazione nell’industria, dove nel 2021 la percentuale di imprese più avanzate nell’uso dell’intelligenza artificiale era superiore alla media europea (1,4% contro 1,3%). Rimane però ancora lontana dai paesi capofila: Danimarca al 5,3% e Paesi Bassi al 3%.
In Toscana, come riporta il Centro Studi dell’associazione regionale, l’uso dei dispositivi di intelligenza artificiale è legato soprattutto all’automazione dei flussi di lavoro. Per questo il presidente di Confindustria Toscana Maurizio Bigazzi sottolinea che occorre fare di più. “C’è bisogno di maggior impegno da parte di tutti, come c’è bisogno di investire di più sull’innovazione, anche sostenendo maggiormente le aziende nei loro investimenti. E dobbiamo lavorare speditamente anche sulla formazione perché la transizione tecnologica, per essere attuata, ha bisogno di nuove competenze che il mercato del lavoro non sta offrendo”.
Il presidente del Dih Toscana Fabrizio Bernini, da parte sua, ribadisce il sostegno alle aziende della regione: “Dopo cinque anni di operatività sul territorio il Dih Toscana sta consolidando le relazioni con importanti network nazionali ed europei e il proprio ruolo di punto di riferimento per la trasformazione digitale dell’industria toscana, in particolare manifatturiera, come dimostrano la partecipazione attiva a Tuscany X.0, ARTES 5.0 e DAMAS, tre poli europei ai quali l’Europa affida la transizione digitale delle PmI in Italia, e la recente partnership con le università toscane e i principali centri di ricerca nell’Ecosistema dell’Innovazione Tecnologie per le Scienze della Vita selezionato dal Pnrr”.
Che la regione possa contare su un ecosistema favorevole all’innovazione lo sottolinea anche Marco Gay, presidente di Anitec-Assinform: “La Toscana è ricca di eccellenze industriali, che investendo nell’intelligenza artificiale possono diventare ancora più competitive e produttive. Un solido alleato è la presenza di università altamente specializzate e di centri di ricerca, che alimentano la conoscenza e le competenze fondamentali proprio in questo campo a beneficio delle imprese Ict e di tutte le Pmi”.
Ottimismo anche da parte di Paolo Errico, vice presidente Piccola Industria per Innovazione e transizione digitale, che parlando della situazione nazionale cita i dati del 2023 del Readiness for Frontier Technologies Index delle Nazioni Unite. “L’Italia è in una buona posizione per cogliere le opportunità di tecnologie avanzate, come l’IA. Si è collocata, infatti, 25esima su 166 paesi analizzati – spiega –. In particolare, ha registrato ottimi risultati nella ricerca (10°posizione) e nell’industria (25°posizione), ma deve fare di più su skill e lavoratori Ict. È, quindi, indispensabile fare informazione e formazione, perché è una sfida alla nostra portata e possiamo vincerla”.
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