
Specializzata in componentistica in metallo per il settore calzaturiero, Metallinea – 10 milioni di euro di fatturato nel 2022 a fronte di 50 dipendenti – è sul mercato dal 2000, ma, in termini di tempo, può contare su un’esperienza nel campo molto più ampia e variegata. La famiglia Polvani, che è alla guida dell’azienda di base a Bagno a Ripoli, in provincia di Firenze, ha infatti maturato negli anni un know how tale da essere entrata a tutti gli effetti nei salotti buoni d’Europa, proponendo un’estesa gamma di lavorazioni per la produzione di accessori per calzature e pelletteria.

ESEMPIO DI ACCESSORI PER CALZATURE REALIZZATI DA METALLINEA
“È partito tutto dalle ceneri di un’altra impresa e, a seguire, il nostro progetto commerciale si è sviluppato anche nella direzione di grandi firme come Chanel, Jimmy Choo ed altre – spiega Giacomo Polvani (nella foto in alto), socio ed amministratore delegato di Metallinea –. Noi ci occupiamo in principal modo del metallo che vedete sulle scarpe, di quegli accessori che vanno ad abbellire le calzature di lusso da donna”. Un impegno lavorativo, per molti versi, ancora artigianale e che necessita di massima attenzione per garantire sempre la qualità pretesa dai committenti, ma che si seve pure di tecnologia al passo con i tempi per non rischiare di perdere colpi rispetto alla concorrenza.
“Siamo dotati all’interno dell’azienda di personale e strumentazioni in grado di fare fronte alle esigenze dei clienti. Abbiamo stampanti 3D, macchine a controllo numerico e proprio adesso ci stiamo dotando di attrezzature per il bagno galvanico, mentre a breve potremo averne a disposizione altre per la microfusione in cera persa. Per la creazione di prototipi, poi, i macchinari fondamentali restano la stampante a polvere di bronzo, due unità per non rischiare di dover bloccare la produzione in caso di guasto, e le già citate macchine a controllo numerico”.
Essere interlocutori privilegiati di importanti maison della moda implica pure un sostanziale obbligo di conformarsi alle loro tempistiche e dinamiche produttive, una flessibilità che non è sempre possibile assicurare. “Qui in Metallinea proviamo costantemente a modularci rispetto alle richieste di qualsiasi cliente. La maggior parte delle volte ce la facciamo, come in quella occasione in cui siamo volati in aereo ad Alicante assieme alle trenta fibbie in ottone per i campionari che ci avevano commissionato non più di due giorni e mezzo prima, ma è anche capitato di non farcela. Da questo si può intuire come ci si possa sentire ogni giorno in trincea in questo genere di lavoro, anche se l’amore per ciò che facciamo ci aiuta di sicuro. Sappiamo perfettamente che sono i brand del lusso ad avere il coltello dalla parte del manico soprattutto quando si parla di prezzi, ma la qualità che siamo capaci di mettere sul piatto della bilancia solitamente contribuisce a ristabilire quegli equilibri commerciali indispensabili per proseguire sulla stessa lunghezza d’onda senza problemi”, chiarisce l’ad della Pmi di Bagno a Ripoli.
Per mandare avanti produzioni che devono necessariamente abbinare precisione e raffinatezza c’è bisogno di personale che abbia alte competenze oltre che grande passione. “I nostri dipendenti sono persone innamorate di questo lavoro, magari qualcuno un po’ in là con gli anni, e comunque capaci di formare un team affiatatissimo – sottolinea Polvani –. Il problema del ricambio generazionale lo abbiamo anche in Metallinea visto che, in particolare nell’ultimo periodo, stiamo facendo parecchia fatica ad individuare collaboratori adatti a venirci a dare una mano. A fare i colloqui sono io stesso e spesso mi devo rassegnare al non riuscire a trovare neanche autisti per i veicoli aziendali. E non sono barzellette, perché purtroppo è tutto vero”.
Per quanto riguarda invece gli scenari futuri, Metallinea, dopo aver conseguito ben 13 certificazioni negli ambiti della gestione aziendale, ambientale e non solo, si propone di continuare a muoversi nel solco della sostenibilità e di un rapporto corretto con quella burocrazia che nel quartier generale dell’impresa toscana viene gestita in modo più che conforme. “Ho sempre voluto essere lineare e inattaccabile nel confrontarmi con i principi che regolano il settore e l’aver raggiunto un tale grado di riconoscimento nel campo delle certificazioni non può che farci piacere. Sotto l’aspetto della sostenibilità ambientale ci stiamo organizzando per avere ancora di più, anche sfruttando i rapporti che ormai abbiamo con vari marchi europei. Per esempio, stiamo facendo alcune prove per rendere ecosostenibile il packaging e così poter andare di pari passo verso obiettivi di un certo peso specifico assieme ai brand con cui collaboriamo. Siamo dove siamo, insomma, perché non ci fermiamo mai davanti ad un problema, cercando di essere flessibili pur coscienti degli sforzi che servono per andare continuamente incontro ai desideri della nostra clientela”, conclude Giacomo Polvani.