Gli ottimi risultati industriali ottenuti a partire dal 2016, da quando ha rilevato un’azienda storica del territorio qual era Remosa Service, hanno conseguentemente generato una costante crescita del tesoretto aziendale di Entusa – 9,5 milioni di euro di fatturato nel 2023 e 110 dipendenti –, continuando ad essere il prodotto di una gestione molto attenta a far acquisire al proprio personale competenze sempre maggiori. In particolare, nei tecnologici settori dell’oil&gas e della power generation, campi in cui l’azienda di base a Sarroch, in provincia di Cagliari, opera nel ruolo di qualificato manutentore per importanti player nazionali ed esteri.
“Non è difficile intuire quanto sia decisiva, per i successi di una realtà come la nostra, la formazione delle persone poi chiamate a viaggiare in giro per il mondo per prendere anche decisioni di un certo peso specifico – sottolinea Andrea Scroccu (nella foto in alto), amministratore delegato di Entusa –. Formazione che è principalmente fatta sul campo, con il necessario affiancamento a tecnici con grande esperienza sul funzionamento di questi tipi di turbomacchine, strumenti complessi con cui abbiamo a che fare pure nei cantieri all’interno delle sedi operative dei committenti”. Tra di loro hanno un ruolo centrale tecnici con variegate competenze, come macchinisti e meccanici altamente specializzati, coordinati da una struttura ingegneristica interna oltre che da un pool di persone, guidate da Scroccu, con un’estrazione più manageriale che imprenditoriale.
“Rispetto all’operaio, il tecnico è chiamato a fare scelte in autonomia e il suo è un ruolo che può essere considerato un punto d’arrivo per le aspettative professionali di ogni persona impegnata nel settore. C’è chi ci mette cinque oppure venti anni a raggiungere il know how indispensabile per diventare tecnico, ma può anche succedere che non si riesca mai, considerati gli impegnativi step da portare a termine durante il percorso conoscitivo”.
Specializzata nella manutenzione di macchine rotanti, di turbine a vapore e a gas, di compressori e pompe sia nel chimico che nel settore della raffinazione metallurgica, Entusa è parecchio concentrata anche sul raggiungimento e il successivo consolidamento di quegli standard Esg che richiede in modo sempre più stringente la clientela di alto profilo presente nel portafoglio della dinamica Pmi sarda. “Per noi non è mai stato un grande problema il doverci allineare alle loro richieste – spiega l’ad dell’azienda con quartier generale nel cagliaritano –. Questo perché ciò che ci domandano è già applicato quotidianamente nella nostra impresa e, a quel punto, l’unica cosa rimasta da fare è dimostraglielo. In più in Entusa abbiamo una gestione del welfare molto sviluppata come del resto la parte legata alla governance, tutte cose capaci di costruire quel bel tessuto relazionale che ci riconoscono pure all’esterno”.
Ancora in attesa di ricevere notizie su quel cambio di passo industriale da tempo promesso, Scroccu è comunque intenzionato a restare alla finestra per capire quale possa essere il futuro prossimo del comparto, ma anche di zone della Sardegna che non se la passano sicuramente bene in termini lavorativi. “Il problema è che si può facilmente constatare come Industria 4.0, che tanto aveva fatto per Pmi come Entusa, sia ormai al lumicino e con una potenza parecchio ridotta rispetto al recente passato. Nel frattempo, stiamo studiando il modo di integrare nei meccanismi dell’azienda strumenti, quali Zes e Transizione 5.0. Le preoccupazioni di molti vengono pure dai problemi che continuano a persistere per quanto riguarda il trasporto aereo, mentre in ambito marittimo sono molto aumentati i costi della logistica a causa di motivi normativo-fiscali. Debbo dire che è triste vedere come il territorio sardo, dove esistono realtà che sono in grado di offrire notevoli competenze, sia di fatto scollegato dal resto del Paese finendo perciò per peggiorare una situazione già di per sé complicata”.
Nonostante gli ostacoli che le si presentano lungo la strada commerciale scelta, Entusa riesce comunque a mantenere la barra diritta, ad essere un progetto solido e sano poggiando il proprio modus operandi su una progettualità, in termini di servizi al cliente, che consiglia alla realtà industriale con quartier generale a Sarroch di proseguire a fare investimenti, ma sempre secondo le reali possibilità dell’azienda.
“Più che di un fatturato export parlerei di servizi svolti in questi anni al di fuori dei confini nazionali e, con maggiore frequenza, nel centro-nord Europa assieme a partner italiani. In questo modo, piano piano riusciamo a crescere anche senza avere una forte ambizione di ulteriore sviluppo del nostro raggio d’azione industriale. In altre parole, sto dicendo che, non avendo al momento la capacità per soddisfare le richieste che continuano ad arrivare, la nostra crescita potenziale va ben oltre quella reale. Il motivo? Sono dinamiche impossibili da affrontare diversamente e causate dalla necessaria lentezza dei processi formativi del personale di cui parlavamo in precedenza”, conclude l’amministratore delegato di Entusa, Andrea Scroccu.