
Nei giorni scorsi la Commissione europea ha presentato una proposta di regolamento che sostituirà l’attuale misura di salvaguardia sull’acciaio, in scadenza il 30 giugno 2026, introducendo un sistema permanente di quote tariffarie per proteggere l’industria siderurgica europea dalla concorrenza legata all’eccesso di capacità produttiva globale.

MAROŠ ŠEFČOVIČ E STÉPHANE SÉJOURNÉ
“Un futuro industriale per l’Europa è impossibile senza un’industria siderurgica dinamica e resiliente – ha spiegato Stéphane Séjourné, vicepresidente esecutivo per la Prosperità e la strategia industriale, durante la presentazione del piano con il collega Maroš Šefčovič, commissario per il Commercio e la sicurezza economica –. Proteggendo il nostro mercato dalla concorrenza globale sleale, stiamo aprendo la strada a un’industria siderurgica europea sovrana e decarbonizzata. Questa proposta è il primo passo per consentire al nostro settore di ritrovare competitività”.
Il testo prevede che le importazioni siano esenti da dazio fino a un volume annuo complessivo di 18,35 milioni di tonnellate, calcolato sulla base della quota di mercato detenuta dalle importazioni nel 2013 (pari al 13%) applicata al consumo dell’Unione nel 2024. Una volta superata la soglia, scatterà un dazio ad valorem del 50%, raddoppiato rispetto all’attuale livello del 25%.
Le quote saranno attribuite per categoria di prodotto in base ai flussi registrati nel periodo 2022-2024 e gestite su base trimestrale, senza possibilità di riportare gli eventuali volumi non utilizzati. Tra le novità figura l’obbligo di certificare il country of melt and pour, ovvero il paese in cui l’acciaio è stato fuso e colato, per rafforzare la tracciabilità ed evitare triangolazioni commerciali. La Commissione potrà inoltre adottare atti di esecuzione per la distribuzione delle quote e atti delegati per modificarne i volumi o integrare le regole tecniche.
Il regolamento introduce anche una clausola che consente alla Commissione di concludere accordi bilaterali o di libero scambio che stabiliscano regimi alternativi equivalenti. È stato aggiunto un criterio specifico per tenere conto delle esigenze di sicurezza di paesi candidati, con particolare riferimento all’Ucraina. La prima valutazione della misura avverrà entro due anni dall’entrata in vigore e successivamente ogni cinque anni.
L’impatto sul bilancio dell’Unione dipenderà dal livello delle importazioni soggette al dazio del 50%. La Commissione non ha fornito stime quantitative, ma prevede possibili entrate aggiuntive.
I prossimi passi
La proposta dovrà ora seguire la procedura legislativa ordinaria. Il testo dovrà essere discusso ed emendato dal Parlamento europeo e dal Consiglio Ue, che adotteranno le rispettive posizioni prima di avviare i negoziati interistituzionali in trilogo. Solo al termine di questo processo il regolamento potrà essere approvato in via definitiva ed entrare nel diritto europeo.
Parallelamente, l’esecutivo europeo ha annunciato che avvierà i negoziati all’Organizzazione mondiale del commercio ai sensi dell’articolo XXVIII dell’Accordo generale sulle tariffe doganali e sul commercio (GATT) per modificare le concessioni tariffarie sui prodotti interessati.

