
Nel suo settore è all’avanguardia e la parola d’ordine è continuare ad esserlo. La Fama Plast ha saputo imporsi, in poco tempo, come una delle aziende più performanti
nella produzione di imballaggi in polietilene, riuscendo a crescere anche in anni molto difficili per il suo territorio, quello della provincia de L’Aquila, dove agli scossoni della crisi mondiale si sono aggiunti quelli del terremoto del 2009.
Gli ingredienti di questo successo si possono sintetizzare in tre espressioni: innovazione, lungimiranza e investimento sulle competenze, come spiega Marco Fracassi,
Amministratore unico.

MARCO FRACASSI
Fondata nel 1979, Fama Plast ha superato in soli sei anni lo status di fornitore conto terzi per sviluppare il prodotto in proprio e raggiungere una clientela sempre più ampia e prestigiosa, che oggi conta, tra gli altri, alcuni tra i più noti brand del settore alimentare. Le tappe principali sono state l’apertura del nuovo opificio ad Avezzano, nel 2001, il nuovo laboratorio di ricerca e sviluppo nel 2013 e, nel 2016, il passaggio alla stampa flessografica in quadricromia.
Una storia in sintonia con la vocazione di un territorio che vanta realtà di eccellenza nell’innovazione tecnologica. “Le facoltà universitarie – osserva Fracassi, che da presidente di Confindustria L’Aquila Abruzzo interno ha una conoscenza approfondita di queste realtà – in particolare quella di ingegneria, sfornano giovani con preparazione molto qualificata, che trovano subito occupazione. Abbiamo il Gran Sasso Science Istitute, che opera in collaborazione con i laboratori del Gran Sasso, recentemente onorato da una visita del Presidente della Repubblica”.
“Quanto è successo dal 2009 in poi – precisa Fracassi – ha generato chiusure aziendali e perdita di posti di lavoro, ma ora si inizia a riprendere quota e si vedono investimenti, o potenziali investimenti. A L’Aquila si sta già sperimentando il 5G, il nuovo standard per la comunicazione mobile che assicura una velocità di download e upload molto elevata e permette di interagire con i dispositivi IoT. Un progetto in corso, che sta generando occupazione ad alta qualifica”.
Con l’investimento nel 2016, l’azienda ha fatto un salto tecnologico che le consente di stampare in quadricromia, ad alta definizione, con una gamma di colori molto ampia e su spessori molto più sottili e performanti.
Non solo l’aumento di produttività è stato eccellente (da un minimo di 120 metri di prodotto al minuto a un massimo di 400 metri al minuto), ma la maggiore qualità della pellicola ha reso gli imballaggi adatti ai marchi più quotati della Grande distribuzione.
Lo stabilimento ora lavora su due turni e l’azienda ha anche ottenuto la Brc, una certificazione inglese per imballaggi a contatto con alimenti. “Vedersi riconoscere una tale certificazione a livello internazionale ci conferma che la nostra scelta di innovazione è andata nella direzione giusta”.
Su questa strada, secondo Fracassi, bisogna proseguire senza perdere un attimo: “È fondamentale intercettare tutte le possibili declinazioni di industria 4.0, sviluppare l’interconnessione nel modo più ampio possibile. L’impresa moderna deve cogliere queste opportunità. Le nuove tecnologie e soprattutto la formazione vanno messe a fattor comune, le risorse umane devono esser formate continuamente e valorizzate”.
Esattamente quello che ha fatto la Fama Plast, dove l’innovazione di prodotto è andata di pari passo con un intervento formativo che ha coinvolto più della metà dei
dipendenti (allora 30) ed è stato finanziato da Fondimpresa, il fondo di Confindustria, Cgil Cisl e Uil.
“Non esiste innovazione se non c’è formazione – si accalora Fracassi –. Si parla tanto di robot ma le risorse umane rappresentano il vero fattore strategico per l’imprenditore, quindi la formazione rappresenta una chiave vincente. Per questo è importante un supporto come Fondimpresa, che consente di fare un investimento sulle
competenze in termini molto superiori a quelli che l’azienda, con le sue sole forze, potrebbe raggiungere, e dove ho trovato professionalità e una certa flessibilità nell’ambito degli strumenti. Contiamo quindi di avvalercene per i nuovi progetti”.
Sì, perché in Fama Plast l’innovazione non dorme mai. Al momento si sta lavorando sulle tecnologie abilitanti per la gestione digitale delle commesse e delle risorse umane e per applicare l’economia circolare alle linee di prodotto. Che vuol dire, da una parte, ridurre l’impatto ambientale, dall’altra creare un circuito a 360 gradi di partecipazione
allo smaltimento.
“Le plastiche, con l’innovazione tecnologica, sono diventate ad altissima performance – spiega ancora Fracassi. – Si può ridurre lo spessore senza diminuire la resistenza,
anzi migliorandola. Poi si creano circuiti di recupero degli imballaggi in cui tutti sono partner, dai clienti alla distribuzione all’utente finale. Noi ci proviamo. Anche su questo ci sarà bisogno di competenze specifiche. Abbiamo bisogno di lavoratori con una nuova vision del mondo, portatori di idee che possano mettere l’azienda in grado di competere”.
Sogni? No, risultati. “Oggi siamo a circa 35 occupati e probabilmente cresceremo ancora nei prossimi mesi”.