Marco Lombardi (nella foto in alto) è ambasciatore d’Italia a Dar es Salaam, in Tanzania, dal marzo 2021. Nato a Torino e laureato in Scienze politiche presso l’ateneo del capoluogo piemontese, dopo alcune esperienze in ambito militare ha iniziato la carriera diplomatica alla fine degli anni Novanta, prestando servizio dal 1998 al 2002 come Segretario di Legazione presso la Direzione generale degli Affari politici del ministero degli Affari esteri.
Tra i suoi principali incarichi, è stato Primo Segretario presso l’ambasciata d’Italia a Tokyo dal 2002 al 2006, vicario del Capo Missione dell’ambasciata d’Italia a Dublino dal 2006 al 2010 e Console generale d’Italia a Osaka tra il 2013 e il 2017. Con lui abbiamo approfondito i rapporti fra la Tanzania e l’Italia, nonché le opportunità di investimento per le nostre Pmi.
Ambasciatore, può farci un quadro generale dei rapporti diplomatici tra Italia e Tanzania? Come si sono evoluti negli ultimi anni?
Italia e Tanzania intrattengono un lungo e fruttuoso rapporto di amicizia. Si pensi che i primi contatti risalgono addirittura all’arrivo qui dei primi missionari italiani alla fine della Prima guerra mondiale. Siamo stati tra i primissimi ad avviare relazioni diplomatiche con la Tanzania in seguito all’indipendenza. L’Italia è qui ammirata e rispettata.
La relazione è rafforzata dal flusso annuale di turisti italiani, circa 200mila presenze all’anno. Il rapporto è florido, tuttavia c’è ancora spazio per un suo ulteriore rafforzamento: la Tanzania sta crescendo in maniera robusta, con tassi di crescita annui del Pil superiori al 5%. Sussistono tutti i presupposti perché la Tanzania diventi un partner importante per l’Italia.
Il prossimo completamento dei lavori infrastrutturali dovrebbe portare qui ad un rafforzamento dei trasporti e alla piena elettrificazione. Ciò dovrebbe contribuire ad un ulteriore balzo in avanti in termini di sviluppo economico, con conseguenti opportunità per le imprese italiane.
Alla luce di ciò, quali sono le maggiori opportunità per le Pmi italiana interessate ad operare nel paese?
Le opportunità sono tante, perché la Tanzania ha un sottosuolo molto ricco di materie prime e, soprattutto, di acqua. In merito a quest’ultimo punto, vorrei sottolineare l’enorme importanza del settore agricolo, che rappresenta il 60% del Pil. Si registra qui un crescente interesse verso l’agri-tech e la meccanizzazione dei processi agroindustriali. La nostra imprenditoria, legata al settore agricolo, potrebbe beneficiare qui di grandissime opportunità.
In Tanzania, inoltre, c’è una presenza importante dello Stato nell’economia e l’amministrazione Hassan sta lavorando per lo sviluppo del settore manifatturiero. Anche in questo settore, le Pmi italiane possono giocare un ruolo importante.
Bisogna anche tenere in considerazione che, in un paese che ha 61 milioni di abitanti, l’età media della popolazione è di 17 anni e il tasso annuo di crescita demografica è del 3%. Quindi il settore della formazione, nel quale l’Italia è riconosciuta un’eccellenza a livello mondiale, potrebbe rappresentare una rilevante leva di cooperazione economica.
Qual è il supporto messo a disposizione dall’ambasciata a supporto delle imprese che operano nel mercato tanzaniano?
Il prossimo dicembre organizzeremo la quarta edizione del Business Forum Italia-Tanzania, che avrà luogo a Dar es Salaam. Un evento molto importante, in continuità con la visita del Primo Ministro Kassim Majaliwa, in Italia, lo scorso ottobre. In questo contesto, organizzeremo una serie di incontri B2B e B2G (business to government, ndr) affinché le imprese italiane possano avere contatti diretti con i partner locali, sia governativi che privati.
Il nostro obiettivo è quello di facilitare le aziende italiane nel loro accesso al mercato della Tanzania. Inoltre, desidero ricordare che l’Italia ha un accordo bilaterale con la Tanzania per la protezione degli investimenti, nonché un accordo sulle doppie imposizioni, entrambi volti a facilitare l’attività della nostra imprenditoria sul mercato tanzaniano.
Altri elementi che è utile sottolineare?
Sono certo del fatto che, anche nell’ambito della nuova azione del governo italiano verso l’Africa, la Tanzania possa rappresentare un mercato interessante per le nostre imprese. La Tanzania, collocata in una posizione geografica strategica, è stabile e in pace – consideri che nella sua storia non ha mai presentato una dichiarazione di guerra –. Può quindi offrire sicurezza a un imprenditore interessato ad avviare qui attività economiche (qui alcune testimonianze).
Tanzania, uno sguardo d’insieme
Con un Pil in costante crescita e una popolazione giovane e in rapida espansione, la Tanzania rappresenta la seconda economia e il secondo paese più popoloso all’interno della Comunità dell’Africa Orientale.
Grazie allo sviluppo economico e i tassi di crescita notevoli sostenuti negli ultimi due decenni, nel 2020 la Tanzania ha ottenuto lo status di paese a basso-medio reddito secondo i parametri di Banca Mondiale, superando dunque lo status di paese a basso reddito.
Grazie alla propria conformazione geografica, strategicamente situata tra la regione dei Grandi Laghi e l’Oceano Indiano, il paese punta sempre di più a divenire la porta d’accesso naturale ai mercati dell’intera Africa orientale e centrale, in particolar modo come snodo fondamentale nel traffico di merci da e verso i paesi limitrofi senza sbocco sul mare. Per tale motivo, il governo tanzaniano sta investendo nella realizzazione e nell’espansione di infrastrutture logistiche e connettive, quali il porto di Dar es Salaam.
Il paese si caratterizza per enormi risorse naturali, in particolar modo nel settore delle energie rinnovabili, nonché per una forte vocazione agricola e una rapida crescita del settore turistico.
Dal punto di vista politico, la Tanzania è stata storicamente caratterizzata da una relativa stabilità, con elezioni regolari e un sistema politico multipartitico. Samia Suluhu Hassan è la prima donna presidente nella storia del Paese, divenuta capo dello stato il 19 marzo 2021, a seguito della morte improvvisa del presidente John Magufuli.
Nel 2023, il paese ha ottenuto l’indice più alto all’interno dell’Economist Democracy Index tra tutti i paesi della Comunità dell’Africa Orientale.
(Box a cura di Alfredo Sagona)