
Resisi conto che la scuola e i servizi sociali di allora erano visibilmente impreparati per gestire le nuove dinamiche legate a doppio filo alla legge creata per l’integrazione nelle classi dei ragazzi con disabilità e alla successiva legge Basaglia, nel corso della prima parte degli anni ‘80 due giovani psicologi, Dario Ianes e Fabio Folgheraiter, hanno deciso di dare ulteriore sostanza alle proprie idee fondando la casa editrice Erickson – 20 milioni di fatturato nel 2022 a fronte di 100 dipendenti –. Realtà ad alto tasso di innovazione che negli anni a seguire, partendo dal quartier generale di Trento, ha conquistato sempre maggiore spazio nel lavoro giornaliero di insegnanti, educatori, logopedisti, assistenti sociali, psicologi, insomma professionisti impegnati a combattere il disagio sociale e non solo.
“Ad un certo punto, dopo avere iniziato a organizzare corsi di formazione per insegnanti e figure professionali socio-sanitarie che facevano riferimento alla letteratura anglosassone, hanno capito che il modo più efficace per divulgare il tutto avrebbe potuto essere fatto tramite un certo tipo d’editoria – spiega Giorgio Dossi, (nella foto in alto) presidente di Erickson –. Quindi hanno cominciato a tradurre testi provenienti dall’Inghilterra e gli Stati Uniti e a veicolarli attraverso pubblicazioni in grado di supportare il lavoro delle due colonne che reggono Erickson: da una parte il mondo dell’educazione, della formazione e della scuola, mentre dall’altra ci sono i temi dell’inclusione sociale, delle dipendenze e della disabilità”.

UNO SCATTO DAL CONVEGNO DEL 2017 A RIMINI
Da allora l’azienda è cresciuta diventando su queste tematiche punto di riferimento a livello nazionale, riuscendo anche a mantenere intatta la mission stabilita all’avvio di questo assai meritorio percorso editoriale. “Cerchiamo di occuparci di quel che può servire per tornare ad includere socialmente minori, persone, famiglie, nuclei, facendo in modo di fargli trovare la strada all’interno della società. Debbo pure dire che, nel corso degli anni, ci siamo accorti che lo sviluppo di tecniche, metodologie per aiutare bambini e ragazzi in difficoltà in realtà era utilissimo anche per gli altri compagni. Queste facilitavano il lavoro di gruppo all’interno della classe e così, con i nostri testi, abbiano finito per spostarci molto verso questo genere di didattica innovativa, provando in sostanza a migliorare i processi di apprendimento di tutti gli alunni”.
Uscita dalla nicchia didattica da cui era fisiologicamente partita, Erickson ha cominciato ad abbracciare tutto il mondo della scuola con le proprie pubblicazioni. Un lavoro ancora più impegnativo e testante che prosegue nel solco tracciato all’inizio della storia aziendale da due, allora giovani, precursori dei tempi. “Ciò che facciamo è partecipare attivamente alla sfida epocale che è per scuola e società quella relativa all’inclusione – chiarisce Dossi –. Per noi non esistono normali e diversi, ma sono tutti diversi. Qualcuno può anche assomigliarsi, però c’è comunque bisogno di gestire la diversità attraverso un sistema scolastico, didattico che sia adeguato ai tempi. Il vecchio, facente riferimento agli anni ‘70-’80, non ce la fa più. In altre parole, se la realtà sta percorrendo nuove strade, la nostra scuola è ancora ingabbiata da regole ormai passate”.
Un impegno editoriale, quello di Erickson, che si è mantenuto coerente rispetto alle aspirazioni di chi lo ha messo in campo quasi quaranta anni fa e che si basa su un altro principio fondante. “Partita da un atto spontaneo, poi la strada è stata piacevolmente obbligata. Per Erickson è stato da sempre fondamentale l’essere rigorosi nella proposta scientifica che portiamo davanti agli occhi di chi ci sceglie. Poi facciamo una sintesi tra questo approccio divulgativo-informativo e la valorizzazione delle soluzioni empiriche che funzionano: tra i nostri autori di successo ci sono infatti alcuni insegnanti di scuola elementare, come per esempio Bortolato e Scataglini, capaci di sviluppare in prima persona metodologie rivolte a ragazzi con difficoltà di apprendimento, modi di porsi di fronte a queste tematiche che abbiano ritenuto proponibili anche agli altri insegnanti italiani”.

CONVEGNO ERICKSON, RIMINI 14 NOVEMBRE 2015 – PH. MARCO SIMONINI
Per aiutare a migliorare la vita delle persone, Erickson si spende pure sul problema dei diritti umani, argomento centrale se si vogliono depotenziare gli effetti di possibili attriti culturali. “Nessuno dovrebbe essere lasciato indietro visto che, lavorando nel modo giusto, si possono sicuramente ottenere risultati. Ognuno deve poter raggiungere il livello che le capacità gli consentono e questo può, tra l’altro, contribuire a sottrarre benzina agli elementi di conflittualità latenti nell’attuale società”, sottolinea il presidente di Erickson.
Estremamente attenta allo sviluppo di nuove tecnologie per l’apprendimento con l’obiettivo di potenziarne l’utilizzo, Erickson ha anche intercettato l’interesse di altri paesi del mondo – Brasile in primis – per le metodologie didattiche sperimentate con successo in Italia. “Per far comprendere il livello di condivisione raggiunto, quattro anni fa al Palacongressi di Rimini, nel corso dell’appuntamento con cadenza biennale che organizziamo dal titolo ‘La qualità dell’inclusione scolastica’, siamo stati costretti a limitare a 5mila insegnanti, dirigenti, psicologi le iscrizioni ad un evento preso letteralmente d’assalto”, conclude Giorgio Dossi.