Sono le nuove generazioni il tema al centro dell’assemblea di Confindustria Salerno, intitolata “Il nodo delle competenze. Strumenti e strategie per un’occupabilità sostenibile e responsabile”, che si è svolta il 10 marzo presso il Teatro Municipale Giuseppe Verdi raccogliendo un pubblico di circa 400 persone. La comunità imprenditoriale locale si è ritrovata per fare il punto sulla situazione post Covid e sulle opportunità offerte dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), che vede il rafforzamento delle competenze percorrere trasversalmente le diverse missioni.
Un incontro nel quale non si è potuto fare a meno di esprimere forte preoccupazione per il conflitto in corso nell’Ucraina. Lo stesso presidente di Confindustria Carlo Bonomi, in una dichiarazione a margine dell’assemblea, ha affermato che “siamo nella tempesta perfetta. Stavamo uscendo e ci stavamo riprendendo con un rimbalzo molto importante in quanto c’era stato il periodo di lockdown e il Covid, purtroppo ci siamo trovati con una guerra”.
Bonomi ha spiegato che un rallentamento dell’economia era già in corso: “Da settembre dicevamo che avremmo avuto un periodo difficile, i dati della produzione indicavano un segno meno. È ovvio che il rincaro dell’energia – anche questo iniziato prima della guerra – e il caro materie prime stanno incidendo in maniera molto forte. Purtroppo, questa settimana abbiamo già avuto le prime sospensioni di attività”.
Il complesso scenario geopolitico e il rialzo dei prezzi delle commodity sono stati toccati anche dal presidente di Confindustria Salerno Antonio Ferraioli (nella foto in alto) all’inizio della sua relazione. “Se la minaccia sanitaria sembra piano piano affievolirsi – ha affermato –, altri rischi di rilevante entità si profilano all’orizzonte. Scarsità di componenti e di semi-lavorati, nonché un considerevole rincaro dei prezzi delle materie prime, molti a doppia cifra, mettono a repentaglio nel nostro Paese intere filiere e produzioni. Tale scenario è diventato ancora peggiore, più nebuloso e imprevedibile a seguito dell’attacco bellico della Russia all’Ucraina e delle conseguenti sanzioni imposte dai paesi occidentali alla Russia”.
Allo stesso tempo Ferraioli ha aggiunto che “Se qualcosa di proficuo si può ‘generare’ dall’incubo che stiamo vivendo è la speranza che l’Ue acquisisca finalmente piena consapevolezza che politica energetica, difesa e politica estera comune sono temi imprescindibili per la nostra sicurezza non solo economica e hanno bisogno di una regia comune a livello sovrannazionale”.
Il presidente è poi entrato nell’argomento dell’assemblea richiamando un fenomeno ricorrente tra le imprese, in particolare le più piccole, ovvero la difficoltà a reperire i profili adatti all’offerta del lavoro. Come si produce questo scollamento? Secondo Ferraioli “una prima spiegazione a questo gap può essere rintracciata nell’impatto impresso dalla pandemia che ha diversificato la fisionomia dei posti a disposizione, aprendo nuove posizioni in linea con opportunità lavorative fin qui poco manifeste. Un’altra ipotesi è che l’inasprirsi della concorrenza internazionale, l’esponenziale diffusione della digitalizzazione e l’automazione abbiano trasformato di molto le esigenze e, di rimando, le competenze richieste dalle aziende, senza che il sistema dell’istruzione abbia avuto il tempo necessario per adeguarvisi”.
Il tema deve quindi restare alla massima attenzione delle istituzioni. “Sbaglia chi pensa che la carenza di competenze sia solo un danno economico – ha precisato Ferraioli –. La mancata corrispondenza tra le competenze richieste dalle imprese e quelle disponibili sul mercato è un problema anche sociale che determina un autentico spreco di talento della forza lavoro più capace (si veda a questo proposito l’intervista al direttore di RPE Stefano Manzocchi, ndr)”.
Quali le soluzioni? Secondo il presidente di Confindustria Salerno “per risolvere il problema dello skill mismatch è indifferibile insistere sulla qualità del sistema scolastico, una delle determinanti più importanti della crescita perché è a partire dalla scuola che si possono riscattare i destini non solo delle nuove generazioni, ma della società intera”.
Grazie al Pnrr le risorse ci sono – Ferraioli cita i 33,81 miliardi di euro della Missione 4 – e al contempo anche le imprese sono pronte a fare la loro parte. Confindustria Salerno, per esempio, già da qualche anno ha scelto di investire negli ITS, dapprima entrando come partner nella fondazione dell’ITS Antonio Bruno e, negli ultimi mesi, ha lavorato per attivare un corso di meccatronica partito lo scorso gennaio e per costituire un istituto nell’area Nuove tecnologie per il Made in Italy – Sistema agro-alimentare, partecipando a un bando emesso dalla Regione Campania.
“In questo entusiasmante progetto – conclude Ferraioli – saremo direttamente coinvolti sia nella didattica, lavorando alla definizione dei piani formativi, sia nella governance, insieme ad altre istituzioni pubbliche e private, aziende, atenei e a istituti di istruzione secondaria superiore. L’obiettivo è accompagnare le aziende nei percorsi di transizione tecnologica e digitale diretti all’adozione di prassi e modelli di produzione, logistica e distribuzione sostenibili, attraverso la formazione di giovani under 35 che acquisiranno lungo il percorso formativo le competenze necessarie”.
All’assemblea degli industriali di Salerno, alla quale ha partecipato anche il primo cittadino Vincenzo Napoli, sono intervenuti anche Andrea Prete, presidente Unioncamere, Vincenzo Loia, rettore dell’ateneo salernitano, Danilo Iervolino, presidente dell’Università Pegaso e Università Mercatorum e Vincenzo Boccia, presidente della Luiss Guido Carli. Gli interventi conclusivi sono stati affidati al presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca e al presidente di Confindustria, Carlo Bonomi.