
Un quadro in chiaro scuro è quello che viene fuori dall’analisi dei dati della Campania relativi alla digitalizzazione delle imprese. Nel 2021 il mercato digitale ha sì superato i 4,6 miliardi di euro registrando una crescita del 4,6% rispetto al 2020 (fonte: Rapporto Anitec-Assinform “Il Digitale in Italia 2022”), ma la percentuale di imprese campane con almeno un livello base di digitalizzazione è, secondo l’Istat, ancora inferiore alla media nazionale.
Di positivo, però, c’è da evidenziare che il trend testimonia una situazione in recupero, visto che dal 2021 al 2022 la percentuale nella regione è aumentata del 13,3%, con un incremento molto superiore a quello italiano (9,6%): se nel 2021 la differenza tra Campania e Italia era di oltre 5,8 punti percentuali, oggi è solo del 1,1%.
È quanto emerge dai dati presentati in occasione della quarta tappa del Roadshow “Intelligenza artificiale e Pmi: esperienze da un futuro presente”, che si è tenuta a Caserta. L’evento fa parte del ciclo di incontri organizzato da Piccola Industria Confindustria e Anitec-Assinform in collaborazione con Audi e e che ha già fatto tappa a Firenze, Bari e Verona. Obiettivo del roadshow, come è noto, è sensibilizzare le piccole imprese associate al Sistema, stimolandole ad adottare soluzioni basate sull’Intelligenza artificiale.

GIOVANNI BARONI
Come spiega il presidente di Piccola Industria Giovanni Baroni, “il numero di aziende italiane con almeno un livello base di digitalizzazione è in costante aumento anche tra le piccole imprese, che registrano però ancora valori inferiori alle medie e alle grandi. Inoltre, per il comparto dell’intelligenza artificiale il 2022 è stato un anno di crescita record. Questi dati parlano chiaro: la digitalizzazione dell’industria italiana è in corso ma dobbiamo accelerarla se vogliamo cogliere tutte le opportunità di crescita che offre”.
La chiave di tutto, secondo Baroni, risiede in due fattori: investimenti e cultura aziendale. “Da una prima e parziale estrazione dei dati sull’uso delle tecnologie digitali avanzate da parte delle Pmi, tratti dall’indagine che stiamo realizzando in occasione di questo roadshow – spiega – oltre la metà del campione individua la mancanza di competenze interne come un limite all’utilizzo e una percentuale simile ne lamenta la difficoltà di reperimento anche all’esterno. Momenti di contaminazione e confronto come quello di oggi puntano a ridurre proprio questa diffidenza culturale, mettendo in luce i vantaggi e le difficoltà incontrate dagli imprenditori che hanno già integrato l’IA nella loro catena produttiva”.
Sulla stessa lunghezza d’onda è il presidente di Anitec-Assinform Marco Gay: “L’incontro di oggi, qui a Caserta, insieme a colleghi e amici della Piccola Industria, dei Digital Innovatin Hub e di Confindustria Campania è una importante tappa del percorso di condivisione di una cultura sull’intelligenza artificiale che stiamo promuovendo con i territori”. Gay spiega inoltre come questa tecnologia sia capace di “migliorare la produttività delle imprese, ampliare i mercati e creare nuove opportunità di lavoro per i giovani”. “In questo territorio – aggiunge – abbiamo poi un connubio eccezionale di università, industrie, poli innovativi: un contesto ideale per far crescere l’economia e valorizzare le eccellenze del Mezzogiorno sfruttando il digitale e l’intelligenza artificiale. Per questo, dobbiamo investire sulle competenze, sfruttare le risorse del PNRR al meglio e stringere ancora di più la collaborazione pubblico-privata per portare l’innovazione tecnologica nelle aziende”.
Presente all’incontro anche il presidente di Piccola Industria Confindustria Campania Pasquale Lampugnale, che sottolinea come “le Pmi campane dimostrano una sensibilità crescente rispetto al tema e le esperienze di chi ha già investito nel settore dimostrano che è possibile ottenere in tempi brevi grandi miglioramenti in termini di efficienza aziendale. È necessario valorizzare gli investimenti in intelligenza artificiale con una adeguata formazione di risorse umane con le opportune competenze per sfruttare al massimo questi interventi”, conclude Lampugnale.