Poco meno di dieci anni fa le idee di tre colleghi provenienti dal mondo della consulenza hanno fatto partire il progetto Doit – 5,2 milioni di euro di fatturato nel 2023 a fronte di 56 dipendenti –, azienda che sta crescendo in modo sostanziale occupandosi principalmente di digitalizzazione dei processi e più in generale di tutto quanto gira intorno all’universo IT. Di base a Fabriano, in provincia di Ancona, la Pmi marchigiana ha per la maggior parte clienti del nord Italia o europei ed extraeuropei, in particolare grandi realtà industriali attive in Germania, Francia, Spagna e Stati Uniti, riuscendo comunque a mantenere un rapporto proficuo anche con il territorio che la ospita.
“Siamo di fatto integrator, non facciamo cioè web marketing per le aziende, ma ci interessiamo di tutto ciò che può offrire al cliente una consulenza di alta qualità in un contesto in cui ormai da anni sono entrati un po’ tutti, pure chi, a nostro parere, non aveva una formazione informatica adeguata – spiega Paolo Corna (nella foto in alto), uno dei soci fondatori di Doit –. Diamo loro professionalità, serietà e non accettiamo ogni progetto che ci viene sottoposto, ma solo quelli che riteniamo validi e meritevoli di essere portati avanti”. Un approccio al lavoro che ha funzionato molto bene, generando numeri che, a partire dal 2014, hanno dato sempre maggior impulso al modus operandi dei vertici aziendali. “Oltretutto in Doit non abbiamo un solo profilo commerciale e, di fatto, ci affidiamo al passaparola per far arrivare al cliente le convinzioni che ci hanno fatto crescere così tanto. Non siamo propriamente artigiani del settore, ma facciamo di tutto per cucire i nostri servizi sulle necessità del committente. Questo anche perché sono interlocutori di medio-grande livello bisognosi di sistemi informativi da adattare ai loro processi di business. A loro forniamo vari prodotti che coprono l’ambito enterprise, tutte cose che vanno in ogni caso messe assieme e customizzate per soddisfare i desideri di chi si rivolge a Doit”.
Un universo composito di aziende dal peso specifico consistente, da una clientela che non ha più la necessità o la volontà di affidarsi ad infrastrutture hardware interne per gestire le complessità del proprio lavoro giornaliero. “Per chi non vuole dotarsi o non vuole più dotarsi di certe infrastrutture, Doit ha creato un piano di migrazione verso il cloud, strumento virtuale in direzione del quale stanno ormai andando un po’ tutti – sottolinea Corna –. Li supportiamo, tramite attività varie o anche progettazione di alto profilo, pure studiando strategie per rendere più agevole la migrazione dai sistemi informativi di cui già dispongono. Per alcuni, poi, abbiamo progettato un nuovo sistema cloud per l’e-commerce, necessario per andare verso l’utente finale”. Un lavoro attento e mirato che non si ferma a questo ma varia in ambienti tanto contigui quanto altrettanto importanti. “Ci muoviamo come un architetto quando progetta una casa, impegnati in un lavoro per molti versi analogo a quando qualcuno vuole mettere a punto un sistema informativo di ultima generazione. Facciamo anche qualcosa per imprese più piccole, però solitamente il nostro target sono le multinazionali”.
In questo processo di sviluppo continuo (il fatturato di Doit, tra l’altro, negli ultimi dodici mesi è aumentato di un milione e mezzo di euro), la Pmi di Fabriano ha potuto fare affidamento su un gruppo di professionisti capaci di garantire assistenza qualificata ad una clientela solitamente parecchio esigente. “Non abbiamo un team unico e la composizione dipende, com’è comprensibile dal tipo di progetto che ci viene sottoposto – chiarisce il cofondatore dell’azienda marchigiana –. Noi non vendiamo il prodotto ma l’idea, per cui puntiamo per prima cosa sulle persone che scegliamo per aiutarci a percorrere nel modo migliore la strada commerciale scelta. Per i dipendenti abbiamo messo a punto un interessante programma di welfare aziendale, aspetto che era nei nostri pensieri già all’inizio della storia di Doit. Adesso va pure tenuto nel giusto conto il riuscire a fidelizzare i collaboratori vista la crescente difficoltà nel trovarne di nuovi”. Si tratta di una problematica che è sempre più all’ordine del giorno in altre zone d’Italia, soprattutto al nord dove ormai si assiste a dinamiche probabilmente impensabili fino a qualche tempo fa. “In ambito IT, soprattutto a Milano, le aziende di punta continuano a ‘rubarsi’ ingegneri ed altre figure qualificate, mentre qui da noi la situazione è un minimo più sotto controllo – commenta Corna –. Comunque, ripeto, abbiamo anche noi difficoltà a reperire persone da assumere nonostante venga usata con regolarità una politica di assunzione in cui, tra le altre cose, garantiamo un bonus al dipendente che porta in azienda un conoscente che poi entra a tutti gli effetti in Doit”.
Per quanto riguarda infine il futuro prossimo, la realtà marchigiana ha obiettivi precisi da raggiungere. “Per prima cosa dobbiamo necessariamente ingrandirci oltre ad assumere e formare giovani che escono dalle università. Il mercato ci sta chiedendo questo. Al momento abbiamo quindici posizioni ancora aperte e così è diventato necessario appoggiarsi a consulenti esterni, ma la nostra volontà è quella di poter inserire stabilmente in azienda il personale mancante”, conclude Paolo Corna.