Secondo il Global AI Talent Tracker del Think Tank Marco Polo (Paulson Institute), gli Stati Uniti rappresentano la destinazione principale per i talenti di alto livello nell’Intelligenza artificiale, mentre negli ultimi anni la Cina ha ampliato il proprio bacino di talenti nazionali legati all’IA, formando una parte considerevole dei migliori ricercatori mondiali nel campo; in particolare è passata dal 29% del 2019 al 47% nel 2022, di cui oltre il 90% rimane nel Paese. L’Europa rimane indietro sia come numero di talenti (12% del totale nel 2022), sia come capacità di trattenerli: solo il 70% circa resta nel continente, contro più dell’80% degli Stati Uniti.
Sono alcuni dei dati che sono stati illustrati il 28 maggio a Catania, in occasione dell’undicesima tappa del ciclo di incontri “Intelligenza artificiale e Pmi: esperienze da un futuro presente”, organizzato da Piccola Industria Confindustria e Anitec-Assinform, in collaborazione con la rete dei Digital Innovation Hub e con la media partnership dell’Imprenditore. L’iniziativa ha visto in campo il Comitato regionale Piccola Industria di Confindustria Sicilia e Confindustria Catania.
Il progetto si è rivelato come uno dei più apprezzati dalle Pmi del sistema in quanto sono state le stesse imprese a raccontare le proprie esperienze, a completamento degli interventi istituzionali. Un format che si è rivelato vincente, come dimostrano le oltre 1.000 imprese che complessivamente, nel corso di un anno e mezzo, hanno assistito agli incontri tra Verona, Bari, Firenze, Caserta, Torino, Cesenatico, Brescia, Genova e Castellanza, Cosenza.
Tra i dati più importanti emersi durante l’incontro, per quanto riguarda la Sicilia l’Istat certifica che le imprese con almeno un livello base di digitalizzazione sono il 61,3%, secondo i nuovi criteri del Digital Intensity Index (DII). Nell’isola il mercato del digitale nel 2022 ha raggiunto i 2,6 miliardi di euro, attestandosi al terzo posto dopo la Campania e la Puglia (dati Anitec-Assinform).
Per quanto riguarda il mercato dell’IA, la stessa associazione, che in Confindustria raggruppa le aziende Ict, specifica che in Italia nel 2022 ha raggiunto un volume di circa 435 milioni di euro (+32,4%) ed è previsto che raggiunga i 1.200 milioni nel 2026, con un tasso di crescita medio annuo del 28,9% (cfr. Rapporto Anitec-Assinform “Il Digitale in Italia 2023”).
Tuttavia, nonostante le prospettive positive “in Italia il mercato dell’IA resta meno sviluppato rispetto agli altri Paesi più industrializzati – si legge nella nota stampa –. Per questo è fondamentale avere una visione strategica che consenta di accelerare e potenziare gli investimenti delle imprese, rafforzare le competenze digitali dalla scuola al mondo del lavoro e acquisire maggiore consapevolezza e conoscenza delle potenzialità dell’IA”.
Tra gli ostacoli maggiori individuati dalle imprese vi è sicuramente la carenza di competenze adeguate. È quindi fondamentale approfondire la conoscenza degli strumenti a disposizione e comprendere meglio quale siano le ragioni alla base di uno scarso utilizzo di queste tecnologie.
“Come ho sottolineato al Forum annuale di Piccola Industria di poche settimane fa, l’IA per le Pmi rappresenta una fondamentale leva di competitività e produttività – afferma Giovanni Baroni, presidente di Piccola Industria Confindustria –. Conosciamo le potenzialità e le eccellenze delle nostre aziende e sappiamo cosa potrebbero fare rafforzando gli investimenti in beni immateriali, attrezzature e competenze Ict. Non ci sottraiamo quindi alle sfide che abbiamo davanti, ma è anche utile ricordare le condizioni in cui operiamo: l’assenza di una politica industriale europea ha di fatto creato dei buchi sulle tecnologie. Lo vediamo sull’IA così come sul 5.0. Entrambi daranno vita a una nuova economia e i governi dovranno accompagnare le imprese in questo viaggio tecnologico che richiederà anche la formazione di specifici talenti e competenze”.
Per il neoeletto presidente di Anitec-Assinform Massimo Dal Checco, “la Sicilia è una regione che sta dimostrando un notevole dinamismo nel settore Ict. L’IA sta emergendo come un fattore chiave di innovazione e sviluppo. Le aziende siciliane stanno iniziando a integrare soluzioni di IA nei loro processi”. Una novità che “non solo ottimizza le attività già esistenti, ma apre le porte a nuovi scenari che promettono di rivoluzionare settori strategici dell’economia locale come l’agricoltura e il turismo”. Per questo motivo, conclude Dal Checco “la Sicilia, valorizzando il talento locale e investendo su infrastrutture tecnologiche all’avanguardia, potrà affermarsi come un vero e proprio hub di innovazione digitale nel Mediterraneo”.
Nel convegno è intervenuto anche il presidente del Comitato Regionale Piccola Industria Confindustria Sicilia Sebastiano Bongiovanni: “Siamo oramai consapevoli dell’importanza dell’IA nei processi delle imprese. Oggi più che mai la sfida per migliorare continuamente l’innovazione e le opportunità di sviluppo delle attività impongono la conoscenza e l’uso degli strumenti digitali e tecnologici alla base dei processi informatici”.
Infine, “in fatto di tecnologie innovative partiamo da posizioni di vantaggio – spiega la presidente di Confindustria Catania Cristina Busi –. Il mondo hi-tech conta nella nostra provincia oltre 2.000 imprese e la presenza di un grande player globale come STMicroelectronics che sta sviluppando avanzatissimi modelli di intelligenza artificiale. Il ruolo della nostra associazione come facilitatore nella diffusione di tecnologie emergenti è un forte punto saldo. Ma per compiere il salto di qualità – aggiunge – occorre un’adeguata formazione specialistica. Per questo puntiamo a rafforzare l’eccellente collaborazione già in essere con il nostro ateneo e sui servizi offerti dal nostro Dih, il cui obiettivo è proprio quello di accompagnare le imprese nei percorsi di innovazione e transizione digitale”.