Quest’anno ricorre il bicentenario della Fondazione dell’Arma dei Carabinieri. Cosa rappresenta per il nostro paese questo anniversario?
Sono trascorsi 200 anni da quando, a Torino, nasceva il Corpo dei Carabinieri.
Era il 13 luglio 1814 e l’obiettivo di Vittorio Emanuele I era quello di creare un reparto di militari “per buona condotta e saviezza distinti”, incaricato di “contribuire alla difesa dello Stato in tempo di guerra e di vigilare alla conservazione della pubblica e privata sicurezza” in tempo di pace. Un atto di straordinaria lungimiranza che continua a segnare l’identità dell’Arma. Ritengo che celebrare il bicentenario dei Carabinieri significhi, in realtà, ripercorrere due secoli della storia dell’Italia, tanto è radicato il legame della Benemerita con il paese. Non c’è vicenda della nostra storia, dall’epoca preunitaria alle cronache dei nostri giorni, che non veda l’Arma a difesa del bene comune e dei valori fondanti della nazione, attraverso atti di straordinario eroismo e, ancor più spesso, attraverso innumerevoli, piccole, grandi azioni quotidiane, testimonianze di quell’impegno umile e silenzioso che dei Carabinieri è cifra distintiva.
Quali le sfide per l’ordine pubblico in Italia?
Sono diverse le sfide da affrontare costantemente per garantire l’ordine pubblico del nostro paese. Tra le altre, quelle connesse con la criminalità diffusa e con l’insidia costante rappresentata dalla criminalità organizzata.
Un primo fondamentale sforzo è costituito dalla prevenzione, dal controllo del territorio, in sintesi dalla presenza rassicurante dello Stato a fianco dei cittadini, in ogni area del paese, dalla grande città al piccolo borgo. Il secondo piano di azione è quello del contrasto e poche cifre rendono la misura dell’opera svolta dall’Arma.
Nel 2013 i Carabinieri hanno denunciato all’Autorità giudiziaria quasi 428.000 persone ed eseguito più di 79.000 arresti.
Sul fronte della lotta alla criminalità organizzata, nello scorso anno, i Reparti dell’Arma hanno catturato 5 latitanti pericolosi, arrestato 877 soggetti per associazione mafiosa, nonché sequestrato e confiscato beni per un valore complessivo, rispettivamente, di oltre 1.399 e 244 miliardi di euro.
I Carabinieri vivono un vero legame con il territorio al fine di renderlo più tutelato. Come pensa si possano favorire le sinergie e i rapporti tra le forze dell’ordine?
L’Arma assolve la propria missione attraverso un modello consolidato ed altamente flessibile che si fonda su una struttura composta da 4.590 Stazioni e 65 Tenenze, funzionale al territorio. Reparti che compongono il tessuto vivo della sicurezza del paese e rappresentano per quasi 35 milioni di italiani, pari ad oltre il 57% dell’intera popolazione, l’unico presidio di polizia nel territorio di residenza. La loro valenza strategica non si esaurisce nella funzione di prevenzione e contrasto dei fenomeni criminali, ma risiede anche nella capacità di essere parte integrante della rete di protezione e di solidarietà sociale, contribuendo in modo decisivo alla tranquillità della popolazione, la cui insicurezza è alimentata, prima ancora che dalle statistiche dei delitti, dalla solitudine e dall’indifferenza.
Per quanto concerne le sinergie, devo dire che l’Italia è l’unico paese a disporre, da oltre 33 anni, di una legge di coordinamento delle Forze di polizia che realizza un buon modello di sicurezza, certamente migliorabile, ma oggi efficace affidato alla responsabilità del ministro dell’Interno. Parliamo di un impianto normativo di assoluta attualità, fondato sul ruolo delle Autorità di Pubblica Sicurezza e sulla pluralità delle Forze di polizia. Un impianto che peraltro recepisce e valorizza anche il contributo delle polizie locali.
Oltre che in Italia, i Carabinieri negli ultimi anni hanno svolto diverse missioni internazionali per la pace e la sicurezza nel mondo. Cosa ne pensa?
I Carabinieri, unitamente alle altre Forze Armate, partecipano sotto egida Onu, Ue, Nato o in forza di accordi multinazionali, a numerose missioni internazionali.
Attualmente l’Arma è presente in 11 diversi teatri di crisi con circa 350 Carabinieri.
Si tratta di un impegno che ai tradizionali compiti di polizia militare affianca la delicata funzione di osservazione sul rispetto dei diritti umani e l’attività di formazione a favore delle >
Forze di Polizia locali. L’Arma ha addestrato in Iraq oltre 10.500 unità della polizia federale e della oil police (dedicata al controllo delle installazioni petrolifere) e sta conducendo la formazione di 21.500 agenti delle forze di polizia afgane.
Mi faccia anche ricordare la missione addestrativa in Palestina, avviata su richiesta dell’Autorità Nazionale Palestinese a beneficio delle forze di polizia locali, nonché la Missione Militare Italiana in Libia, che vede impegnati 32 militari dell’Arma per l’addestramento delle forze di sicurezza locali.
Sono l’Arma per antonomasia, talmente radicati nella storia e nell’iconografia dell’Italia da essere semplicemente citati, appunto, così. Sono il corpo dei Carabinieri che quest’anno festeggia il bicentenario di una vita straordinaria caratterizzata da un invidiabile medagliere di atti eroici, ma anche da gesti semplici, di alto valore quotidiano.
I Carabinieri hanno molto investito in nuove tecnologie. In che modo l’utilizzo di questi moderni strumenti può favorire la lotta alla criminalità?
L’Arma ha saputo investire molto nelle tecnologie e lo ha fatto su più fronti. Da un lato, è stata perseguita una razionalizzazione dell’attività gestionale, mediante strumenti di governo elettronico, sintesi di un progetto di informatizzazione che oggi colloca l’istituzione in posizione di riconosciuta avanguardia. L’automazione dei processi di lavoro nei settori amministrativo e logistico ha peraltro consentito il recupero di ben 10.680 militari, reimpiegati nel controllo del territorio.
Particolare rilievo riveste il potenziamento tecnologico sia del Raggruppamento Operativo Speciale (ROS), struttura dell’Arma dedicata al contrasto della criminalità organizzata, del terrorismo e dell’eversione, ma anche dei cosiddetti crimini violenti, sia del Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche (Ra.C.I.S.) deputato alle indagini tecnico-scientifiche. Si tratta di un reparto che costituisce un polo di eccellenza riconosciuto a livello internazionale per la dotazione di sofisticate tecnologie e la particolare competenza del personale.
Mi preme tuttavia sottolineare che questi avanzatissimi sistemi, pur rivestendo un’importanza strategica, non intaccano la centralità della risorsa umana. Proprio per questo motivo l’Arma investe ogni possibile risorsa nella formazione dei propri militari per elevarne la professionalità e per educarli ai valori etici della responsabilità e della solidarietà.
La spending review ha inciso anche sulle risorse destinate alla difesa in particolare alle forze dell’ordine. Se va bene razionalizzare non si corre però il rischio di rendere meno sicura la vita dei cittadini?
L’Arma dei Carabinieri sta da tempo perseguendo un rigoroso piano di riduzione delle spese, che costituisce una concreta attuazione degli indirizzi di spending review indicati dal Governo. Con un obiettivo irrinunciabile: coniugare il contenimento della spesa con il mantenimento dell’efficienza e della qualità del servizio quotidianamente offerto alla collettività. Si inquadra in tale contesto un rigoroso e continuo processo di riorganizzazione delle strutture e di aggiornamento delle procedure, finalizzato in particolare a razionalizzare i costi di esercizio nei settori logistici e gestionali per indirizzare ogni risorsa finanziaria pubblica sui servizi operativi. Tra i provvedimenti tuttora in corso d’adozione, segnalo la significativa riduzione della spesa per le locazioni delle caserme, attraverso l’acquisizione di immobili demaniali e l’utilizzo di edifici confiscati alla criminalità organizzata, mentre tra le economie già realizzate rilevano la riduzione del 30% del parco veicoli e i consistenti ridimensionamenti delle dotazioni di elicotteri e motovedette.
Come vede il futuro dell’Arma?
Il futuro dell’Arma sarà certamente nel segno della continuità della storia bicentenaria che ci apprestiamo a celebrare e che ha fatto dell’Arma una delle istituzioni più apprezzate nell’ambito del più ampio consenso accordato a tutte le Forze Armate e di polizia. Un credito di fiducia che gli italiani accordano ai Carabinieri in ragione della loro abnegazione, virtù indissolubilmente ancorata allo status militare e ai valori che esso esprime.
Mi pare particolarmente significativo richiamare le autorevoli parole del Presidente della Repubblica che, in occasione del 162° Anniversario della fondazione della Polizia di Stato, ha ancora una volta ribadito come dato caratteristico e insopprimibile del nostro paese “la pluralità delle Forze di polizia, una a ordinamento militare e una a ordinamento civile, come grandi forze a competenza generale, così come accade anche in Francia e Spagna … . Queste grandi forze di polizia, nel loro insieme, come anche nella loro distinzione e nella loro collaborazione, sono il presidio più prezioso di cui … dispone lo Stato e di cui dispongono i cittadini per la loro sicurezza e per il libero esercizio dei loro diritti”.