
Qual è l’etimologia della parola assise? Sedersi insieme per discutere e decidere. Quando a novembre Giovanni Baroni, all’indomani della sua elezione a presidente nazionale, decise di organizzare le Assise della Piccola Industria, lo spirito era proprio quello: discutere ed elaborare proposte dedicate al mondo che rappresentiamo passando attraverso una fase di ascolto dei territori.
Gli incontri organizzati in preparazione delle Assise sono stati straordinari per numero di persone intervenute e per temi trattati. Si è partiti dalla Sardegna per volare in Sicilia e poi percorrere tutto il Paese, con l’obiettivo di non dimenticare o trascurare nessuno. È emersa, in un modo per certi versi sorprendente, la trasversalità dei problemi. Uno su tutti: la mancanza di personale specializzato e l’inadeguatezza della formazione.
Se si pensa al tasso di disoccupazione nel nostro Paese, soprattutto a quanto risultino penalizzate le componenti femminile e giovanile, il problema richiederà un’analisi approfondita durante i lavori delle Assise. Al Sud comincia la stagione turistica, eppure una norma come il reddito di cittadinanza – che doveva servire a sostenere i meno abbienti – senza le opportune verifiche sull’impatto che avrebbe avuto ha prodotto l’effetto perverso di mantenere fuori dal mercato del lavoro proprio quei fruitori di sussidio che oggi preferiscono percepire il reddito senza accettare gli impieghi proposti. È evidente che dal dibattito interno dovrà venir fuori una proposta che corregga tale stortura.
Ancora sulla formazione: il Piano nazionale di ripresa e resilienza ha in dotazione ingenti risorse sugli ITS, che non dovranno andare sprecate. Allo stesso modo, è emersa in modo prepotente la necessità di ridare vita ad un sistema di scuole professionali con insegnanti preparati che formino quei tecnici di cui le aziende hanno estremo bisogno.
Negli incontri, soprattutto del Centro Sud, il deficit infrastrutturale si è posto come problema cruciale: Alta Velocità sulla dorsale adriatica, autostrade e collegamenti veloci da est a ovest, il superamento una volta per tutte della debolezza della compagnia di bandiera affrontando il tema del trasporto aereo anche da e per l’Europa. E ancora: peso del fisco, burocrazia inefficiente, mancata digitalizzazione in molte parti del Paese. Tutti nodi che possono essere risolti soprattutto attraverso i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, augurandoci che non si tratti ancora una volta di un’occasione sprecata.
La sfida a Bari sarà non disperdere le tante energie in campo, ma provare a costruire un’agenda di interventi che diventi la vera agenda del Paese, nella quale gli interessi degli imprenditori coincidano con l’interesse di tutti i cittadini.
(Articolo pubblicato sul numero di maggio dell’Imprenditore)