
Passata da momenti di grande successo ad altri sicuramente meno belli da ricordare, la storia aziendale di PMP (Produzioni meccaniche di precisione) – 10,2 milioni di euro di fatturato nel 2022 a fronte di 79 dipendenti – è partita quarantaquattro anni fa dall’idea imprenditoriale di Bruno Pedretti (nella foto in alto), che ancora oggi è alla guida della Pmi con quartier generale a Curnasco di Treviolo, in provincia di Bergamo. Specializzata in lavorazioni meccaniche conto terzi e che si basano sui disegni forniti dai clienti, l’impresa lombarda è riuscita con determinazione a fare fronte alle difficoltà che, nel periodo 2009-11, hanno invece costretto alla chiusura molte altre attività”.
“I milioni di debito accumulati in quel frangente storico, che non fatico a definire per noi tragico, sono stati quasi del tutto riassorbiti continuando a lavorare senza sosta per rimettere in sesto l’azienda – spiega Pedretti –. Non ci siamo fermati un attimo, insomma, decidendo di investire in macchinari all’avanguardia, nella tecnologia, in migliorie per il capannone, sforzi che hanno poi dato gli effetti sperati e sono stati supportati anche dall’impegno giornaliero di un ufficio tecnico e commerciale tanto preparato da riuscire a risolvere con puntualità i problemi che ci presentano i clienti. Che sono, per quanto riguarda i primari, grandi realtà presenti nei settori dell’energia e, nell’automobilismo, nella Formula 1”.
Il recupero progressivo della propria riconoscibilità sul mercato ha così consentito all’azienda del bergamasco di tornare a fare la differenza in un mondo, quello delle macchine utensili (il 50% del fatturato) che PMP conosce nel profondo. “Il segreto della rinascita è principalmente legato alla decisione di differenziare il nostro impegno, preoccupandoci di essere attivi a 360 gradi in tutti i settori commerciali – sottolinea il titolare e amministratore delegato dell’impresa di Curnasco di Treviolo –. Aspetto che ci fa un grande comodo soprattutto in questo frangente storico, in cui, per esempio, aziende di riferimento per noi hanno subito tracolli di fatturato impensabili solo qualche anno fa. Situazione assai poco stabile che ci impone di pensare, di pianificare le strategie solo mese per mese, anche se non ci possiamo certo lamentare considerato che il lavoro bene o male lo abbiamo”.
Nel frattempo, PMP è stata capace di meritare l’importante certificazione ISO 9100 che in campo aerospaziale premia le aziende con i giusti requisiti qualitativi per operare in un settore così delicato e sensibile. “Un passaggio fondamentale che si è concretizzato nel 2020, ma che si è sviluppato nel corso del tempo venendo a contatto e collaborando con grandi player di valore internazionale. Un acceleratore pure della nostra organizzazione interna, salita necessariamente di livello in conseguenza delle necessità prospettate da tali importanti committenti. Questa certificazione ha inoltre significato un’ulteriore crescita in termini di immagine pure nei confronti degli altri clienti che hanno rapporti con PMP”.

IMPIANTI PER LA TORNITURA
Per quanto riguarda invece la presenza della Pmi lombarda sui mercati esteri, questa è assicurata in parte dai committenti che si fidano da sempre della qualità tecnologica dei lavorati di PMP, ma anche dal notevole apprezzamento dimostrato per i suoi macchinari utensili in alcuni paesi europei. “Nel mondo, grazie al leader mondiale degli impianti frenanti e disco, arrivano in Messico, Cina, Repubblica Ceca e Polonia, mentre le macchine utensili hanno come mercati principali Svizzera e Germania – chiarisce Pedretti –. Raggiungiamo così il 35% di export, un risultato commerciale complessivo conseguito anche con il supporto di un ufficio tecnico di Brescia che ci ha già portato tre nuovi clienti”.
Contoterzista per scelta, ad inizio anni Novanta PMP ha anche iniziato a fare particolari per biciclette d’alta gamma come selle e ruote per marchi italiani e statunitensi. “Ma poi, ad un certo punto, siamo rimasti spiazzati dall’entrata in gioco dei cinesi e a inizio 2017 mi sono trovato nella situazione di dover mollare e chiudere il reparto. Il problema è stato che in precedenza una moda durava quattro, cinque anni, mentre dopo ce n’era una nuova ogni sei mesi. Non ce la facevamo ad inseguire certe dinamiche e di conseguenza faticavamo immensamente a restare competitivi. Quindi non ho avuto altra scelta e ho deciso di fare un passo indietro”.
Supportato nelle attività giornaliere da sua figlia Valentina, impegnata nel complesso campo dell’alta precisione, Bruno Pedretti quest’anno ha istituito un premio fedeltà destinato a più della metà dei dipendenti di PMP. “Si, perché dei 79 che attualmente lavorano con noi, ben 42 sono in azienda da più di quindici anni. Persone competenti e affezionate che meritano questo riconoscimento”. E per rifare un po’ il trucco alla propria impresa, visto che il vecchio capannone pare ormai troppo piccolo per soddisfare le necessità industriali della Pmi del bergamasco, Pedretti è intenzionato a mettere mano ad ulteriori investimenti. “Un progetto in parte rallentato dagli strascichi del superbonus del 110%, ma che avvieremo a breve. Intanto, nel solo 2022, abbiamo investito ben un milione e mezzo di euro in macchinari, decisione, lo voglio sottolineare, presa in un momento di difficoltà del mercato e non certo in un periodo di grandi entrate”, conclude il titolare della PMP.