La normativa antiriciclaggio rappresenta un tema sensibile per il mondo produttivo e le categorie professionali. Nel primo semestre dello scorso anno, l’Unità di Informazione finanziaria per l’Italia ha ricevuto 74.233 segnalazioni di operazioni sospette, in aumento rispetto a quelle pervenute nel periodo corrispondente del 2021 (+5,9%), come si legge nel documento di aggiornamento predisposto semestralmente dalla Banca d’Italia.
“L’incremento – prosegue il rapporto – segna un ritorno all’andamento rilevato nel triennio 2018-20, dopo l’eccezionale crescita registrata nel 2021 (+32,4% nel primo semestre). Il maggiore contributo all’incremento delle segnalazioni è riferibile agli operatori bancari e postali che, dopo due anni di continua riduzione, hanno aumentato l’incidenza al 58,1% (56,0% nel primo semestre 2021); il comparto finanziario non bancario ha invece registrato una contrazione del numero di segnalazioni inoltrate (da 23.434 nel primo semestre del 2021 a 21.690 nel periodo esaminato)”.
Per approfondire il tema con riferimento alla situazione della Calabria, dove nel primo semestre del 2022 le operazioni sospette segnalate sono state 1.789 (dato in diminuzione rispetto alle 2.033 dello stesso periodo del 2021), il Comitato Piccola Industria di Confindustria Vibo Valentia, in collaborazione con il Consiglio provinciale dei Consulenti del Lavoro e l’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Vibo Valentia organizza il 21 marzo un seminario presso la Camera di Commercio locale, avvalendosi del supporto del Gruppo BCC Iccrea e della BCC Calabria ulteriore.
“Confindustria ha da sempre posto la massima attenzione alla formazione del capitale umano e degli imprenditori – spiega Rocco Colacchio, presidente di Confindustria Vibo Valentia –. In un contesto ricco di insidie e adempimenti come quello previsto dalla nuova disciplina di contrasto all’uso del sistema economico e finanziario a scopo di riciclaggio, riteniamo centrale interagire e collaborare con i professionisti e gli istituti di credito per evitare le conseguenze e le sanzioni scaturenti dalla disapplicazione delle norme”.

FRANCESCO LA PIANA
Come spiega infatti Francesco La Piana, presidente del Consiglio provinciale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro di Vibo Valenti, “la concreta attuazione della normativa antiriciclaggio da parte degli studi professionali, e dei professionisti in genere, comporta più di una difficoltà. Questo perché la normativa, costantemente aggiornata alla luce delle indicazioni fornite dalle direttive europee, recepite e attuate dal legislatore italiano, pongono a carico degli studi professionali specifici obblighi e adempimenti, il cui rispettato comporta una necessaria e puntuale organizzazione all’interno degli studi stessi. Adempimenti e obblighi spesso eccessivamente onerosi e complessi, che costituiscono oggetto di attenzione da parte delle autorità competenti, le cui attività di verifica, pur essendo correttamente indirizzate all’individuazione di potenziali reati di riciclaggio commessi dai clienti dello studio, possono condurre, e spesso conducono, a punire il professionista con pesanti sanzioni pecuniarie anche per le omissioni meramente procedurali”.
“Il regime sanzionatorio – aggiunge La Piana – è solo il punto di arrivo di un percorso irto di difficoltà che vede i professionisti districarsi tra adeguata verifica della clientela, conservazione dei dati, segnalazione delle operazioni sospette, comunicazione al ministero dell’Economia e delle finanze delle violazioni alla normativa sull’uso del contante e formazione dei dipendenti/collaboratori di studio”.

ANTONINO DAFFINÀ
Fondamentale quindi la collaborazione tra i diversi attori in gioco. Su questo punto Antonino Daffinà, presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Vibo Valentia sottolinea: “Il nostro ordine professionale è coinvolto a pieno titolo nelle politiche di prevenzione all’utilizzo del sistema finanziario ed economico per fini di riciclaggio e finanziamento del terrorismo. Tale coinvolgimento si pone senz’altro in un’ottica di comunicazione più efficiente tra professionisti e organi preposti alla vigilanza e all’applicazione della normativa, traducendosi in una serie di norme che hanno consentito agli Ordini professionali di fare da cerniera tra gli iscritti e l’autorità amministrativa”.