

LA MATERIA PRIMA
Le piume e la loro lavorazione sono il business di famiglia, tramandato per cinque generazioni di padre in figlio, da oltre un secolo. Una realtà in costante crescita che, solamente nei vari stabilimenti sparsi per la provincia di Varese, dà lavoro ad 80 persone, senza contare i dipendenti delle due sedi produttive a Taiwan e in Cina e quelli della prossima apertura in Vietnam. Tre sono le linee di produzione nel sito cairatese che, ogni anno, lavorano circa un milione e mezzo di chili di materiale, portando alla nascita delle imbottiture per capi di abbigliamento, cuscini, piumini da letto, divani, poltrone, guanciali, trapunte e anche topper.
Questo, e molto altro, è la A. Molina & C. Spa di Cairate, come spiega il presidente e amministratore delegato, Agostino Molina (nella foto in alto): “Noi forniamo la materia prima ai brand della moda, come Moncler, Prada, Herno, Stone Island, Woolrich e Colmar. Loro acquistano le piume da noi per poi realizzare capi di alta qualità. Siamo il quinto impianto in tutta Europa per la lavorazione delle piume e per noi il ramo più importante per valore e investimenti è quello dell’abbigliamento, seguito da quello del tessile casa e quello dell’arredamento per le imbottiture di cuscini di divani e poltrone”.

PIUME DENTRO LA MACCHINA SPOLVERATRICE
Ma come nascono le imbottiture che finiscono nelle giacche di brand famosi o diventano comode sedute casalinghe? “Le piume e il piumino, che è la parte più pregiata, arrivano nei nostri stabilimenti già prelavati e vengono poi divisi in base al peso specifico attraverso una macchina selezionatrice in legno – spiega Molina –. Grazie ad un ventilatore, la macchina crea il vuoto e fa letteralmente viaggiare le piume in silos verticali collegati tra loro: quelle più pesanti si fermano al primo passaggio mentre quelle più leggere e il piumino proseguono il viaggio fino all’ultima camera”.
Il materiale così suddiviso viene poi caricato in un’enorme macchina, chiamata spolveratrice che ha il compito di eliminare la polvere grossolana. A questo punto, dopo essere state pesate, le piume passano in una lavatrice e, a seguire, in una camera di sterilizzazione ed essiccazione. Seguono poi il procedimento di raffreddamento ed eventuali trattamenti aggiuntivi e finissaggi come, ad esempio, nel caso di piume ignifughe destinate al settore del mobile imbottito.

TIPOLOGIE DI IMBOTTITURA
Alla Molina, però, le piume non sono il solo materiale utilizzato per dar vita alle imbottiture. “L’Italia è il più grande mercato al mondo per utilizzo del piumaggio delle oche per l’utilizzo nei cuscini di divani e poltrone nel settore dei mobili imbottiti per i brand importanti che esportano in tutto il globo il design e il comfort dei divani made in Italy – spiega di nuovo Agostino Molina –. Da qui è nato il nostro reparto, ‘Non solo piuma’, in cui abbiamo iniziato a lavorare fibre sintetiche e microfibre. Oggi portiamo avanti molti progetti di sostenibilità: gli impianti che abbiamo ci hanno sempre permesso, e lo fanno tuttora, di trasformare in materie prime gli scarti di lavorazione, tra i più diversi”.
La fibra di cammello è stata, ad esempio, una dei primi scarti riutilizzati dalla Molina per una progettualità sostenibile: lavorando i pezzi che sarebbero andati buttati, insieme al poliestere, hanno infatti preso vita imbottiture che un noto brand di moda ha potuto riutilizzare per il confezionamento di nuovi capi imbottiti. Altra sfida è stata quella affrontata insieme ad un’importante realtà che opera nel settore dell’alpinismo, attiva nel campo dell’outdoor e della produzione di sacchi a pelo e capi di abbigliamento, che ha chiesto a Molina di riciclare le corde abbandonate dagli alpinisti sulle montagne per farne imbottiture per i loro prodotti.

TOPPER MOLINA
L’impresa di Cairate, sempre meno energivora e attenta a ridurre i consumi di acqua utilizzata per la lavorazione delle piume, è anche in prima linea nel combattere pregiudizi e false credenze legati a questo materiale. “Vi posso assicurare che non esiste un materiale più sostenibile e non è assolutamente vero che le piume creano allergie. Anzi, si tratta di uno dei pochi prodotti, assieme alla lana, che, da test in laboratorio, è risultato biodegradabile al 97% in soli cinque mesi, in totale assenza d’aria”, ci tiene a precisare il presidente Agostino Molina.
(Ad esclusione di quelle che ritraggono i prodotti, le foto sono state scattate da Lisa Aramini Frei)