
Partita quarant’anni fa con l’idea di dare ulteriore sostanza al precedente impegno nel settore della rivendita di profili in alluminio, la storia aziendale di SPI Finestre – 46 milioni di euro di fatturato nel 2024 a fronte di 200 dipendenti – si è evoluta da un punto di vista commerciale quando la Spa guidata dalla famiglia Mangione e con quartier generale a Maierato, in provincia di Vibo Valentia, ha deciso di scendere in campo in prima persona e con grandi investimenti nell’universo dei serramenti progettando, brevettando e commercializzando, tra le altre cose, un prodotto in alluminio-legno che le ha consentito di allargare il proprio raggio d’influenza industriale.
“Negli anni ‘90 il mercato iniziava a chiederci con insistenza finestre in vari materiali compreso il Pvc e così siamo progressivamente riusciti a far conoscere il nostro know how ben oltre i confini regionali, arrivando poi a raggiungere una buona popolarità anche nel mondo dello sport – spiega l’amministratore delegato SPI Finestre Tommaso Mangione (in alto a sinistra con il figlio Rocco, anch’egli in azienda) –. Dopo aver sponsorizzato la Reggina calcio, team di Moto Gp e il Tonno Callipo nel volley, siamo infatti stati i primi a portare serramenti e finestre nelle sedi di importanti società calcistiche come Milan e Inter”.
Una crescita, che per SPI Finestre è passata pure da un’attenta politica di comunicazione, assolutamente necessaria per presentarsi al meglio agli occhi della clientela e riuscire così a intercettarne i desideri. “Al tempo avevamo la sensazione di essere nel bel mezzo di un mercato piuttosto appiattito e che, nella figura del rivenditore, non poteva trovare una adeguata conoscenza del prodotto tale da invogliare chi si avvicinava al brand SPI Finestre. Spesso non capivano il rapporto che c’era tra innovazione e prezzo e quindi abbiamo scelto di prendere in mano la comunicazione, decisione rivelatasi in seguito basilare per presentare ancora meglio ciò che usciva dai nostri stabilimenti e dando al cliente la possibilità di scegliere un prodotto diverso rispetto a quelli proposti dalla concorrenza”. Ampia e qualificata offerta che ha dato notevoli risultati, numeri tra cui spiccano gli oltre 90mila serramenti prodotti e messi sul mercato ogni anno.

UNA FASE DELLA LAVORAZIONE
Aperta nel 2021 una sede anche a Rottofreno, in provincia di Piacenza, con l’obiettivo di poter servire con sempre maggiore capillarità il centro-nord d’Italia, SPI Finestre mantiene da sempre un occhio ben attento su quanto succede al di là dei confini nazionali. “Già nella fase iniziale di questa avventura industriale eravamo orientati verso l’estero e conseguentemente ci preparavamo a diversificare i nostri interessi commerciali in termini geografici – sottolinea Tommaso Mangione –. Puntando sul fatto che, pure nel settore in cui siamo specializzati, il made in Italy continua a mantenere un appeal molto forte sulla clientela straniera, abbiamo deciso di avere un punto di riferimento anche negli Stati Uniti e specificatamente a Las Vegas, dove vengono venduti soprattutto i prodotti d’alta fascia creati dall’azienda”.
Al momento, in ogni caso, la percentuale export messa assieme dall’impresa calabrese non è elevatissima e si attesta infatti intorno al 20%, risultati che SPI Finestre spera quantomeno di mantenere sempre non diventino realtà le parole spese dal presidente americano Trump sui futuri rapporti commerciali con l’Europa. “I mercati in cui siamo più attivi sono di sicuro quello statunitense e il libico, paesi nei quali il business è garantito attraverso l’opera di contractor più che dei classici rivenditori. Tutto questo impegno speriamo possa proseguire immutato senza dover subire dazi di qualsiasi tipo”.

INTERNO DELLO STABILIMENTO
Dovendo poi fare attenzione estrema a garantire un grado di sostenibilità d’alto profilo, SPI Finestre ha scelto di avere un approccio oculato verso tutto ciò che riguarda la transizione ecologica. “Crediamo che in questo processo ambientale ognuno debba fare il suo – chiarisce l’ad della Pmi del vibonese –. Il Pvc, cioè la plastica che usiamo per alcune parti interne delle finestre, è ormai riciclato per una percentuale che va dal 35 al 40%, mentre l’alluminio lo diamo a fonderie che ce lo restituiscono per creare altre finestre e non cose di fascia bassa. In più, in azienda i container sono differenziati per non rischiare di inquinare, i nostri imballi sono totalmente riciclabili, siamo passati all’illuminazione a led oltre ad aver elettrificato i muletti che ci aiutano nel lavoro quotidiano. Infine, chiediamo ai fornitori di avere la nostra stessa attenzione per i criteri portanti della sostenibilità e, quando possibile, domandiamo loro di conseguire le certificazioni ormai indispensabili nel settore in cui operiamo”.
Miglioramento ulteriore della gestione interna dell’azienda di casa a Maierato che passerà anche per l’implementazione dell’Intelligenza artificiale, necessaria in particolare, spiega Rocco Mangione, responsabile della produzione e figlio di Tommaso, “per eliminare errori di dovuti alla ripetitività, per garantire la correttezza degli ordini e curare assistenza e post vendita”. Parallelamente SPI Finestre si preoccupa di non trascurare neanche i principi Esg, concetti che l’azienda calabrese ha dimostrato di sposare a partire da parecchi anni fa.